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Carige

Bper, nuovi guai per Carige?

Ecco le notizie giunte dai palazzi europei per Carige e cosa cambia per la banca ora del gruppo Bper. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Arriva dal Lussemburgo la decisione del Tribunale Ue di annullare quanto stabilito dalla Bce nei confronti di Carige. Come si ricorderà, dal 1° gennaio 2019 Francoforte ha posto la banca ligure in amministrazione straordinaria. Il Tribunale ha pure condannato l’Eurotower a risarcire le spese presentate dalla ricorrente, la piccola azionista Francesca Corneli – la quale al momento della presentazione del ricorso deteneva 200mila azioni ordinarie corrispondenti allo 0,000361% del capitale sociale – che ha contestato le misure. Quando la banca centrale è intervenuta Carige aveva accumulato perdite per oltre 1,6 miliardi di euro.

I FATTI NUOVI PER CARIGE DI BPER

Riavvolgendo il nastro, bisogna tornare a quando la Bce aveva adottato una misura d’intervento che fissava una serie di obiettivi da raggiungere tra il 2017 e il 2019 per i prestiti deteriorati e per la relativa copertura. A fine settembre 2018 Carige aveva ammesso che i requisiti patrimoniali erano sotto la soglia minima e perciò aveva presentato un piano di rilancio, bocciato da Francoforte. A novembre il board dell’istituto di credito aveva poi deciso di emettere bond subordinati e di attuare un altro aumento di capitale ma a questo punto – come ricorda Il Foglio – il 70% dei soci chiese di visionare un nuovo piano industriale. Tra questi c’erano la Malacalza Investimenti (27,5%) e altri piccoli fra cui, appunto, Corneli. In seguito, erano arrivate le dimissioni del consiglio d’amministrazione – guidato da Pietro Modiano e Fabio Innocenzi – e il passaggio all’amministrazione straordinaria con gli stessi Modiano e Innocenzi più Raffaele Lener. L’amministrazione straordinaria è stata successivamente prorogata fino al 31 gennaio 2020.

COSA CONTESTA IL TRIBUNALE UE

Secondo quanto riferisce Il Foglio, la Bce avrebbe operato sulla base di una libera interpretazione degli articoli 69 e 70 del Tub e della parallela applicazione di una direttiva Ue (2059/14). Per il Tribunale Ue, invece, l’articolo 70 del Tub lasciava spazio a un’altra possibilità per risolvere la crisi di Carige ovvero la rimozione degli amministratori e la loro sostituzione. In questo caso sarebbe dovuto prevalere il diritto nazionale su quello comunitario.

COSA PUÒ SUCCEDERE ORA PER CARIGE DI BPER

Al momento per Francoforte si apre la strada di impugnare la decisione – entro 70 giorni – dinanzi alla Corte di giustizia europea. Mossa che, secondo Il Foglio, certamente la Bce farà “perché ne va della sua reputazione limitandosi nell’ambito dell’attività di vigilanza e anche per evitare di esporsi alle richieste di risarcimento danni da parte di chi si è sentito danneggiato dalle sue decisioni, per esempio Malacalza”.

Secondo giuristi e avvocati sentiti dal giornale, “non sono in discussione gli atti successivi al commissariamento di Carige (compresa la vendita a Bper), seppure fosse accertato che il presupposto su cui è stato deciso era errato” in quanto “vige il principio che tutela gli interessi delle parti terze coinvolte”. Si tratta comunque, affermano, di una decisione “senza precedenti”: non si trovano casi passati in cui il Tribunale Ue abbia messo in discussione quanto stabilito da Francoforte nella sua veste di organo di vigilanza sulle banche. “Resta la sorpresa e l’imbarazzo di fronte alla divergenza di vedute di due istituzioni europee”, scrive la giornalista, ma “la diatriba si può considerare alla stregua di quanto avviene in Italia con gli organi di giurisdizione amministrativa come il tar ai quali ci si può rivolgere quando si ritiene sia stato leso un proprio interesse legittimo. Il futuro di Carige non cambierà per questo”.

Nel caso in cui dovesse arrivare una maxi multa, rileva invece Claudio Antonelli su La Verità, Christine Lagarde potrebbe tentare di giustificare l’azione della Bce sostenendo che la mossa si è basata su informazioni provenienti dall’Italia. “Ci vuol poco a capire – scrive – che una fetta dell’eventuale rimborso a quel punto finirà sulle spalle della banca stessa e soprattutto del fondo interbancario”. Dunque gli azionisti di Carige dovranno mettere mano al portafogli “con la conseguente riscrittura dei piani industriali. Con tanto di ricadute su Bper e su chi si è preso Genova a prezzi di sconto”. Cosa che potrebbe produrre un “effetto a cascata” su un mondo in “costante consolidamento”. Infatti “la storia recente insegna che ogni volta che il fondo si è dovuto ricapitalizzare le banche azioniste, quasi tutti gli istituti italiani hanno poi messo mano a commissioni e costi destinati alla clientela”. Di sicuro, è il commento di Antonelli, quella che arriva dal Lussemburgo è una “sentenza storica” che dovrebbe “imporre a tutti gli attori finanziari una enorme riflessione sul ruolo della Bce nei confronti delle banche italiane” e anzi “la svolta storica sarebbe chiedersi se (l’Eurotower, ndr) sia vigilante super partes o entità capace di colpire in punti e momenti precisi per dare al sistema del credito la direzione desiderata”.

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