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Dimon Jp Morgan

Bonus a Dimon di Jp Morgan, tanto rumore per nulla?

Il corsivo di Fulvio Coltorti, già direttore dell'area studi di Mediobanca

Per la prima volta gli investitori erano in disaccordo sul bonus di circa 50 milioni di euro da riconoscere al ceo Jamie Dimon, in aggiunta alla paga “normale” di 30 milioni di dollari.

La giustificazione è il timore che il Dimon se ne vada dalla banca e in tal modo finiscano le plusvalenze sul valore di borsa.

È uno smacco, ma di poco conto perché il bonus è comunque passato e sarà incassato fra 5 anni sotto certe condizioni.

La paga degli alti dirigenti è uno dei grandi scandali del capitalismo attuale nel quale loro e gli investitori (soprattutto fondi) sono accomunati dagli stessi interessi.

In realtà le plusvalenze di borsa, a favore degli investitori, in gran parte sono sostenute dalle stesse politiche dei Ceo a favore degli acquisti di azioni proprie, in aperto conflitto d’interessi: queste politiche gonfiano i corsi (e le remunerazioni degli alti dirigenti) e sono destinate a “provare” il valore dei top managers.

Poi, prima o poi, ci sarà una caduta di quei corsi con lacrime dei poveri investitori che non beneficiano delle informazioni riservate, vietate ma di fatto tollerate e non indagate.

È il mercato bellezza, dicevano i vecchi ingenui. Gli attuali gonzi ricorrono invece ai politici per recuperare gli effetti della loro avidità mista a stupidità.

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