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Bitcoin

Il bitcoin eccitato dal Regno Unito, ecco perché

Il bitcoin supera i 72mila dollari: merito dell'apertura (parziale) del Regno Unito agli investimenti nella criptovaluta. Tutti i dettagli.

Questo lunedì il Bitcoin ha raggiunto un nuovo record, superando i 72.000 dollari di valore dopo che l’autorità di regolamentazione finanziaria del Regno Unito ha autorizzato le borse d’investimento a quotare le exchange-traded notes legate alle criptovalute. Abbreviate in ETN, sono dei titoli di debito senior, non garantiti e non subordinati, emessi da una banca sottoscrittrice; hanno una data di scadenza e sono garantiti solo dal credito dell’emittente.

LA DECISIONE DELLA FCA BRITANNICA SUI BITCOIN

La Financial Conduct Authority (FCA) britannica ha spiegato che gli ETN saranno disponibili solo per gli investitori professionisti, come le società d’investimento e gli enti creditizi autorizzati o regolamentati per operare sul mercato finanziario. L’autorità – come ricostruito da Quartz – ha specificato che le borse dovranno dotarsi di controlli sufficienti a garantire l’ordine delle negoziazioni e le adeguate protezioni agli investitori professionali.

Per quanto riguarda gli investitori al dettaglio, invece, la FCA ha vietato loro l’acquisto di ETN legati alle criptovalute, giudicandoli troppo rischiosi.

LA DECISIONE PRECEDENTE DELLA SEC AMERICANA

A gennaio la Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, cioè l’ente federale che vigila sulla borsa valori, ha approvato gli investimenti nei bitcoin attraverso dei fondi di investimento chiamati ETF, da exchange-traded funds. Semplificando, grazie agli ETF gli investitori possono investire in bitcoin senza farlo direttamente (investono nei fondi, cioè, che a loro volta sono legati alla criptovaluta) e senza perciò essere esposti ai rischi del trading di criptovalute, che non è sottoposto alle regolazioni finanziarie tradizionali.

ETF ed ETN non sono la stessa cosa: i primi sono fondi di investimento, mentre i secondi sono delle note di debito non garantite emesse da una banca.

La decisione dell’autorità statunitense, comunque, è stata una delle cause principali dietro alla recente crescita del valore dei bitcoin, che la settimana scorsa sono arrivati a 69.191 dollari, superando il record del 2021.

L’EFFETTO DELL’HALVING

Un altro fattore determinante della ripresa fortissima del bitcoin dopo il crollo del 2022 è l’avvicinarsi del cosiddetto halving, ossia quel fenomeno che – con cadenza quadriennale – dimezza i guadagni per il “conio” di nuova criptovaluta. Anziché 6,25 bitcoin, dunque, i miner ne otterranno 3,125.

L’halving (“dimezzamento”) avverrà ad aprile ed è previsto nel codice della criptovaluta, fungendo da assicurazione contro la sua sovrabbondanza e l’inflazione: dopo ogni aggiunta di 210.000 blocchi alla catena, si tagliano i guadagni del mining in modo da rallentare l’entrata in circolazione di nuovi bitcoin. Il fenomeno proseguirà fino a che il bitcoin non raggiungerà il tetto dei ventuno milioni.

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