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America Europa Green

I giochetti di Biden con l’Europa su dazi e web tax

Gli Stati Uniti hanno approvato e subito sospeso nuovi dazi a sei Paesi – tra cui l’Italia – che hanno introdotto le "web tax" per le multinazionali americane del digitale. L’obiettivo dello stop, che durerà sei mesi, è quello di concedere più tempo alle trattative nell’Ocse per raggiungere un accordo internazionale

 

Dazi sì, no, forse.

Gli Stati Uniti hanno sospeso per sei mesi i dazi nei confronti di sei paesi, compresa l’Italia, per concedere più tempo nel raggiungimento di un accordo sulla web tax.

I dazi sarebbero dovuti scattare nei confronti di Italia, Austria, India, Spagna, Gran Bretagna e Turchia. Le tariffe avrebbero colpito beni italiani per 383 milioni di dollari.

La sospensione arriva alla conclusione di un anno di indagini sulle tasse che, secondo Washington, discriminano le grandi aziende tecnologiche statunitensi come Apple, Amazon, Google e Facebook.

In seno all’Ocse e in ambito G20 sono in corso trattative per l’imposizione di una tassa minima globale per le multinazionali su proposta della stessa amministrazione del presidente statunitense, Joe Biden.

L’amministrazione Biden sta spingendo infatti per una tassa minima globale del 15% che mira a risolvere la questione delle società che nascondono i profitti nelle nazioni a bassa tassazione.

Ma il rappresentante al commercio (Ustr) ha chiarito che ha ancora la possibilità di imporre dazi punitivi sulle merci dei paesi che hanno adottato la web tax.

Tira un sospiro di sollievo l’Italia. Gli Stati Uniti sono il primo mercato di sbocco fuori dalla Ue per il Made in Italy agroalimentare. Nell’ottobre 2019 l’amministrazione Trump aveva introdotto dazi, pari al 25% del valore, a carico dell’export italiano di alcuni formaggi, salumi, agrumi e liquori.

Tutti i dettagli.

WEB TAX DISCRIMINATORIA PER GLI USA

La rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Katherine Tai ha annunciato ieri la conclusione delle indagini sulla Web tax adottata da Austria, India, Italia, Spagna, Turchia e Regno Unito.

L’amministrazione Trump ha iniziato a indagare sulle tasse sui servizi digitali di questi paesi nel giugno 2020.

L’amministrazione Usa ha giudicato la web tax discriminatoria nei confronti delle imprese statunitensi. La determinazione finale in tali indagini è quella di imporre tariffe aggiuntive su alcune merci provenienti da questi paesi.

SOSPENSIONE DELLE TARIFFE

L’applicazione dei dazi, però, è stata sospesa per un periodo di 180 giorni. La sospensione, annunciata nella serata di ieri, è stata motivata con l’impegno del presidente Biden a ricercare sui temi della tassazione delle imprese una soluzione condivisa in sede Ocse e in ambito G20″.

PER RAGGIUNGERE SOLUZIONE MULTILATERALE SULLA WEB TAX

“Gli Stati Uniti sono impegnati a raggiungere un accordo sulle questioni fiscali internazionali in seno all’Ocse e al G20”, ha detto Tai. “Le azioni di oggi forniscono il tempo necessario a questi negoziati per continuare a fare progressi, pur mantenendo l’opzione di imporre tariffe in futuro”, ha aggiunto.

DAZI PER OLTRE 2 MILIARDI DI DOLLARI

Il valore totale dei dazi al 25% è pari a oltre 2 miliardi di dollari, di cui 800 milioni dal Regno Unito e 300 milioni a testa da Italia e Spagna.

L’Ustr a gennaio ha sospeso le tariffe del 25% su 1,3 miliardi di dollari di merci francesi sempre per la digital tax.

A marzo sono stati sospesi, fino al prossimo mese di luglio, i dazi aggiuntivi sulle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani destinate al mercato Usa per un controvalore di 500 milioni di euro, decisi nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici ai gruppi Airbus e Boeing.

IL GETTITO DELL’IMPOSTA SUI SERVIZI DIGITALI LIMITATO IN ITALIA

I dazi avrebbero dunque azzerato l’incasso della web tax in Italia.

“In Italia il gettito dell’imposta sui servizi digitali per il 2020 è stato comunque limitato: appena 233 milioni di euro” ha ricordato MF/Milano Finanza. I dati sono stati presentati dal ministro dell’Economia, Daniele Franco, rispondendo alle interrogazioni dei deputati in Aula. “Il termine per il pagamento della prima rata per l’imponibile anno 2020 è stato prorogato al 17 maggio 2021, fissando al 30 giungo il termine per invio della dichiarazione annuale”, ha spiegato il titolare del dicastero di Via XX Settembre. “A oggi sono stati ripartiti versamenti effettuati con modello F24 fino al 17 maggio per un importo di 98 milioni da parte di 49 soggetti, 40 società di capitali e 9 soggetti non residenti, e sono stati rilevati alla Ragioneria di Stato bonifici effettuati direttamente in Tesoreria per un importo di 135 milioni, complessivamente quindi risulta un gettito dell’imposta sui servizi digitali per il 2020 che ammonta a 233 milioni”.

IL COMMENTO DI CONFAGRICOLTURA

“La ripresa della cooperazione sulle questioni legate al commercio internazionale rappresenta un fatto decisamente positivo anche per il settore agroalimentare italiano” ha commentato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in una nota.

Dunque “la decisione assunta ieri dall’amministrazione Usa rafforza l’ottimismo sulla possibilità di concludere con un accordo definitivo il negoziato in corso con la Commissione europea. Con il superamento dell’emergenza sanitaria e il rilancio della cooperazione multilaterale sui temi del commercio internazionale, si sono create le condizioni per aumentare la presenza delle nostre esportazioni a livello mondiale. I segnali sono già incoraggianti”, conclude Giansanti.

E QUELLO DI COLDIRETTI

“Con le esportazioni Made in Italy che sono più che raddoppiate in Usa (+113%) è importante la sospensione per sei mesi dei dazi aggiuntivi a sei Paesi, tra cui l’Italia, nell’ambito delle dispute sulla digital tax”. È quanto afferma la Coldiretti sulla base degli ultimi dati Istat sul commercio estero ad aprile.

Si tratta — sottolinea la Coldiretti — degli importanti effetti della ripresa del dialogo che ha già portato l’11 marzo scorso anche al superamento delle tariffe aggiuntive relative alle controversie Airbus-Boeing che colpivano tra l’altro le esportazioni nazionali di Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi, cordiali e liquori come amari e limoncello.

“Il superamento della guerre commerciali è una necessità a livello globale per favorire il rilancio dell’economia e dell’occupazione a livello globale”, ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

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