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Bce

Perché i nuovi aumenti Bce dei tassi saranno un disastro per l’economia

L’aumento dei tassi da parte della Bce, che viene annunciato come probabile per giovedì, rischia di rivelarsi un disastro. Ecco perché. L'analisi di Giuseppe Liturri.

Brutto inizio di trimestre per l’economia dell’eurozona ed un atterraggio morbido negli USA. È questa la sintesi che arriva dalla lettura dell’indice PMI, abituale indagine pubblicata da S&P Global eseguita tra i direttori degli acquisti di un campione di imprese.

COME VA (MALE) IL SETTORE MANIFATTURIERO EUROPEO

Il dato di luglio per l’eurozona ha tradito al ribasso le attese, mostrando un peggioramento della contrazione in atto da mesi nel settore manifatturiero (da 44,2 a 42,9) ed un ridimensionamento delle attività terziarie (da 52 a 51,1) che finora avevano sorretto l’indice composito che è scivolato decisamente in territorio negativo (da 49,9 a 48,9).

Da ricordare che per questi indici, 50 costituisce la soglia che separa espansione e contrazione dell’economia rispetto al mese precedente e generalmente trova poi corrispondenza nell’andamento del PIL, il cui dato a consuntivo leggeremo tra qualche mese.

Si sta arenando la domanda e di conseguenza le imprese leggono già ora un significativo calo del portafoglio ordini e le dimensioni del fenomeno sono così rilevanti da avere precedenti solo nel 2009 (escluso il periodo del lockdown). Allo stesso modo, le aspettative per il futuro e la fiducia si sono notevolmente ridotte. Gli effetti sull’occupazione cominciano già a manifestarsi, con il rallentamento delle assunzioni.

Effetti rilevanti negativi anche sul livello delle scorte, che le imprese hanno cominciato a ridurre per adeguarle alle minori esigenze di produzione.

I RIALZI DEI PREZZI SONO UN RICORDO

Immediato l’impatto sull’andamento dei prezzi. I rialzi del passato sono ormai un ricordo. Sia in fase di acquisto che di vendita, l’inflazione registrata dal campione si è attestata sui minimi degli ultimi 3 anni. Addirittura nel manifatturiero la contrazione dei prezzi trova precedenti solo tornando indietro al 2009.

Nei servizi le variazioni dei prezzi di acquisto e di vendita continuano ad essere superiori alla media di lungo periodo. Tuttavia si conferma che gli incrementi sono decrescenti con tassi di crescita tornati sui livelli del 2021.

LA SITUAZIONE IN FRANCIA, GERMANIA E STATI UNITI

Questo dato a livello di eurozona non può che trovare le sue origini nei dati di Germania e Francia, che assumono contorni davvero negativi. In Francia la contrazione prosegue e si aggrava, sia nel manifatturiero che nei servizi, con un’intensità che è la peggiore dal 2013. La Germania sorprende in negativo per la forte contrazione del settore manifatturiero, in misura mai osservata dal 2009 (escluso il lockdown), mentre il settore servizi resta in territorio espansivo, seppure ad un tasso molto modesto. La sintesi è che il tasso composito dei due settori finisce in contrazione per la prima volta da gennaio.

A fronte di questo quadro a tinte fosche, spiccano gli stessi dati arrivati dagli USA. Dove l’indice composito arretra marginalmente da 53,2 a 52, come conseguenza del calo del settore dei servizi da 54,4 a 52,4 e del sorprendente dato espansivo del manifatturiero (da 46,9 a 50,2). L’indice delle prospettive sale a 49 da 46,3, mentre nell’eurozona è sceso a 42,7 da 43,4. Un divario che parla da solo. Tuttavia negli USA gli indici dei prezzi stentano a ridursi. Il rallentamento oltreoceano è evidente ma riguarda il tasso di crescita, invece nell’eurozona aumenta il tasso di contrazione. È qui tutta la differenza.

Gli investitori hanno reagito in maniera vistosa a questi dati sin dalle prime ore di ieri, riposizionandosi sul dollaro e riportando il cambio con l’euro indietro sui livelli di due settimane fa. Anche il settore obbligazionario governativo ha reagito alle prospettive di modesta crescita o recessione molto probabile in Francia e Germania, con il BTP decennale che è sceso sfiorando il 4%.

LA BCE RISCHIA DI FARE UN DISASTRO

Se questo è il quadro, l’aumento dei tassi che viene annunciato come probabile per giovedì ad opera della Bce, rischia di somigliare ai due disastrosi rialzi compiuti da Jean Trichet nel luglio 2008 e nel luglio 2011, con la recessione già in atto.

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