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Bce

Let’s twist? Non è ancora in voga in casa Bce

Il commento di Anna Grimaldi, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, sulla riunione di ieri della Bce presieduta da Mario Draghi

Come da nostre attese, la riunione Bce si è conclusa senza novità di rilievo sulla gestione della politica monetaria. Inoltre il Consiglio ha lasciato invariata la comunicazione sui tassi riaffermando che “rimarranno sui livelli attuali attraverso l’estate del 2019 ed in ogni caso fin quando necessario per sostenere il ritorno dell’inflazione al target nel medio periodo”.

LE MISURE NON CONVENZIONALI

Riguardo le misure non convenzionali la Bce ha ribadito che gli acquisti verranno terminati dopo dicembre, posto che i dati confermino lo scenario di graduale aumento dei prezzi nei prossimi mesi. Nessuna novità anche sui riacquisti, anzi Draghi ha specificato che la discussione non ha toccato eventuali modifiche alla politica di reinvestimento. Mantenere invariata la comunicazione sui riacquisti, quando la fine del Qe è alle porte, risponde alla necessità di enfatizzare l’approccio prudente alla normalizzazione della politica monetaria. Ad oggi non sembra esservi urgenza di comunicare novità su tale misura.

CHE COSA SI ATTENDONO ALCUNI OPERATORI DALLA BCE

Dalla conferenza stampa è emerso che alcuni operatori si aspettano che la Bce possa lanciare un’operazione “twist” come fece la Fed nel 2011 (per maggiori dettagli si veda Let’s do the Twist), per limitare l’innalzamento dei tassi a lungo termine. Un’operazione di questo tipo potrebbe rassicurare i mercati nel caso in cui, finito il Qe, dovesse verificarsi un rallentamento dell’economia e/o un restringimento indesiderato delle condizioni finanziarie. Ingegnare un “twist europeo” non sarebbe, però, così banale.

FRA ACQUISTI E TWEET

La regola degli acquisti in base alle quote capitale sarebbe difficilmente derogabile ma di per sé non esclude un twist. La principale difficoltà è che un’operazione di questo tipo sarebbe in contrasto con il principio di essere “neutral along different maturity spectrum”, che la Bce ha sempre sottolineato, inoltre non va trascurato che nella zona euro non vi è una sola yield curve.

L’ELOGIO DI TRIA E MOAVERO MILANESI

Riguardo il rischio Italia, Draghi ha dichiarato che per ora, per la Bce, vale la posizione dei ministri dell’Economia, Tria, e degli Esteri, Moavero Milanesi. In ogni caso, anche negli episodi recenti di pressione sullo spread non si è visto un contagio significativo ad altre aree. Draghi ha anche ribadito che la ratio del Qe era contrastare il rischio di deflazione, non di limitare l’allargamento del premio al rischio sui titoli di alcuni paesi della periferia.

LO SCENARIO MACRO

Riguardo la valutazione dello scenario macro, la Bce ha confermato la fase di espansione moderata e graduale aumento dei prezzi interni. Le stime di crescita 2018 e 2019 sono state riviste verso il basso su attese di crescita meno vivace della domanda estera, in parte per effetto del recente apprezzamento del cambio euro, in particolare verso la lira turca. I rischi sono ancora valutati come circa bilanciati ma si sottolinea l’accresciuto rischio di una deriva protezionistica, le pressioni sugli emergenti ed in generale l’aumento della volatilità sui mercati finanziari.

LE STIME DELL’INFLAZIONE

Per quanto concerne le stime di inflazione il messaggio è di maggiore fiducia in un aumento dei prezzi verso il target anche dopo la fine degli acquisti. In particolare, Draghi ha enfatizzato che sull’orizzonte di previsione il rialzo dell’inflazione complessiva è spiegato da un’inflazione core più forte grazie all’accelerazione dei salari, che è confermata dai dati.

NESSUNA NOVITA’ FINO ALL’INIZIO DEL 2019

Continuiamo a ritenere che non si avranno novità dalla Bce di qui a inizio 2019. Il Consiglio non ha interesse ad alterare la guidance sui riacquisti. Per quanto riguarda i tassi, pensiamo che la Bce voglia disfarsi della politica di tassi negativi quanto prima e che attenda conferme del rialzo dei prezzi interni nei primi mesi del 2019.

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