skip to Main Content

Bcc

Bcc, Popolare Sondrio e Popolare Bari, ecco novità e subbugli sulle mosse di governo, M5S e Lega

Il governo Conte è pronto a imprimere cambiamenti nelle regole bancarie? E’ quello che da giorni si stanno chiedendo analisti, addetti ai lavori e banchieri. Il primo passo del nuovo corso dell’esecutivo sui temi creditizi potrebbe riguardare le banche popolari. L’esecutivo starebbe infatti studiando una moratoria per la Banca Popolare di Sondrio e la Banca Popolare di…

Il governo Conte è pronto a imprimere cambiamenti nelle regole bancarie?

E’ quello che da giorni si stanno chiedendo analisti, addetti ai lavori e banchieri.

Il primo passo del nuovo corso dell’esecutivo sui temi creditizi potrebbe riguardare le banche popolari.

L’esecutivo starebbe infatti studiando una moratoria per la Banca Popolare di Sondrio e la Banca Popolare di Bari.

L’obiettivo? Allungare i tempi della trasformazione in società per azioni per le ultime due popolari che non hanno seguito le previsioni della riforma Renzi-Boschi.

La notizia della moratoria per le due banche è stata data ieri a margine del comitato esecutivo dell’Abi dal presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani.

Che cosa ha detto Sforza Fogliani? Il governo «sta studiando una possibile moratoria immediata per le due banche popolari che devono ancora riconvertirsi» in spa, ha spiegato il presidente dell’associazione che riunisce e rappresenta le banche popolari: “Per le altre non c’è molto da fare, se non provvedimenti di ampio respiro”, ha aggiunto.

Direzione di marcia confermata oggi dall’economista e senatore della Lega, Alberto Bagnai: il tema delle Banche di credito cooperativo verrà affrontato “entro il mese di luglio perché è opportuno che tutti gli operatori abbiano intanto dei punti di riferimento certi e poi anche il modo di esprimersi di interloquire con il parlamento e con il governo”, ha detto Bagnai confermando di avere avuto già degli incontri e di averne altri in calendario nelle prossime settimane “per capire le ragioni di tutti e trovare una sintesi che non danneggi nessuno”. “Quale sarà lo strumento – ha aggiunto – con il quale affrontare questo tema specifico dobbiamo deciderlo nell’ambito di una dialettica tra governo e parlamento”.

La riforma delle banche popolari è stata approvata dal governo Renzi nel 2015 e prevede l’obbligo per gli istituti con oltre 8 miliardi di attivi di trasformarsi in spa.

L’applicazione della riforma è stata oggetto di un giudizio della Corte Costituzionale, che ne ha confermato la legittimità costituzionale il 21 marzo scorso compresi i regolamenti della Banca d’Italia attuativi della riforma seguita anche dall’ex ministro Maria Elena Boschi.

Successivamente il Consiglio di Stato ha fissato per il prossimo 12 luglio un’udienza cautelare che stabilirà il nuovo termine per la trasformazione in spa.

Il presidente della Popolare di Bari, Marco Jacobini, interpellato al termine dell’esecutivo Abi sulla possibile moratoria del governo, ha preferito non sbottonarsi, ha notato Mf/Milano Finanza: “Sono due anni che aspettiamo, aspetteremo un altro mese. Quando avremo notizie ci regoleremo di conseguenza”, si è limitato a dire.

Oltre alle popolari, il governo Conte ha espresso – in maniera non del tutto chiara nei termini – l’intenzione di rivedere anche la riforma delle banche di credito cooperativo voluta sempre dal governo Renzi. A premere sono soprattutto le due forze politiche della maggioranza, M5S (per bocca del ministro Riccardo Fraccaro) e della Lega (che ha presentato una mozione parlamentare per prorogare i termini dell’attuazione della riforma delle Bcc).

Tutte ipotesi non condivise da Iccrea e che comunque fanno discutere tutto il mondo della cooperazione bancaria. «Dopo tutto quello che si è messo in piedi sarebbe un problema», ha detto il presidente di Iccrea Holding Giulio Magagni. «L’importante è riuscire a parlare e capire cosa si può fare, siamo disponibili a parlare con il governo», ha aggiunto Magagni. «Per bloccare questa riforma siamo troppo avanti; è una grandissima opportunità per il mondo cooperativo».

Tra l’altro, le mire in questo senso dei partiti della maggioranza non sono ben viste dalla Bce, secondo le indiscrezioni raccolte da Start Magazine.

Il gruppo Iccrea, ha spiegato Magagni, «spera che non ci sia un rinvio della riforma, perché sarebbe problematico per il credito cooperativo dopo tutto quello che si è messo in piedi. Delle modifiche possono aiutare a fare questo percorso, ma fermare tutto no. Siamo 275 banche; è probabile che ci siano alcune che hanno il mal di pancia. Però bisogna che anche la Banca d’Italia si metta d’accordo: il rapporto costi-beneifici», ha messo in evidenza, «credo sia positivo dal punto di vista di quello che stiamo sviluppando».

Per concludere il processo di riforma – ha sottolineato Mf/Milano oggi – mancano soltanto le autorizzazioni della Banca d’Italia e della Banca centrale europea e a fine novembre l’iter dovrebbe essere terminato. «Per il nostro gruppo», ha concluso Magagni, «abbiamo fatto tutte le valutazioni: siamo in linea con quello che pensavamo. Il gruppo è un progetto industriale ed è a supporto delle banche cooperative sul territorio. Le banche virtuose non avranno alcuna ingerenza da parte del gruppo».

Back To Top