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Banco Bpm

Come va Banco Bpm

Che cosa emerge dalla trimestrale di Banco Bpm e il dossier Bipiemme Vita., L'articolo di Emanuela Rossi.

 

Ottimi numeri per Banco Bpm nei primi tre mesi del 2022. Il gruppo guidato da Giuseppe Castagna ha messo a segno un utile netto di 178 milioni di euro, in crescita del 77,6% su base annua e superiore alle attese degli analisti. Al netto delle componenti non ricorrenti l’utile sale a 199 milioni. “Livelli record”, come si legge nella nota che accompagna la trimestrale, per la redditività che ha raggiunto il “miglior utile ante imposte mai registrato”, pari a 399 milioni di euro. Anche il resto dell’anno dovrebbe proseguire con ottimi risultati mentre l’istituto continua a fare le sue valutazioni – viste le attenzioni ricevute – sull’opportunità di un’alleanza nel settore bancassurance.

RICAVI, IMPIEGHI, QUALITA’ DEGLI ATTIVI, POSIZIONE PATRIMONIALE

Andando a vedere meglio i risultati si scopre che nel primo trimestre del 2022 i ricavi si sono attestati a 1.186 milioni di euro, +9,1% rispetto all’ultimo quarto del 2021 e +5,2% su anno. Segno più anche per il risultato della gestione operativa a 561 milioni (+16%), anche grazie alla dinamica dei costi, con il cost-income sceso in un anno dal 57,1 al 52,7%. Il costo del rischio, avverte ancora la nota del gruppo, si è attestato a 54 punti base, il livello più basso mai registrato che ha portato l’utile ante imposte a 399 milioni (+54%).

Sul fronte commerciale gli impieghi netti in bonis “core” alla clientela sono aumentati a livello tendenziale del 2,1% a 101,3 miliardi – con nuove erogazioni per 6,7 miliardi (+14,9% sul quarto trimestre 2021) -, la raccolta diretta “core” del 5% a 106,9 miliardi e quella gestita del 3,2% a 63,3 miliardi.

Per quanto riguarda la qualità degli attivi di bilancio, si continua a ridurre il portafoglio di crediti non performing che dovrebbe condurre a un taglio complessivo di oltre 1 miliardo entro la presentazione dei risultati del primo semestre dell’anno. Banco Bpm ricorda che a fine aprile è stata approvata la cessione di un portafoglio di inadempienze probabili e di sofferenze con valore lordo di bilancio di circa 700 milioni (progetto Argo). In seguito a questo deconsolidamento, dunque, i crediti non perfoming arriveranno a 5,6 miliardi, rispetto agli 8,7 miliardi al 31 marzo 2021 provocando una riduzione dell’Npe ratio lordo dal 7,5% al 4,9% (3,8% secondo la metodologia Eba).

“Solida” risulta la posizione patrimoniale sebbene il Cet 1 ratio fully phased scenda al 13,1% dal 13,4% di fine 2021 a causa della “diminuzione dei fondi propri conseguente alla riduzione delle riserve da valutazione dei titoli valutati al fair value”.

LE PREVISIONI PER IL 2022

Se il primo trimestre è andato bene, altrettanto si prevede per l’intero 2022. “Salvo ulteriori peggioramenti di scenario”, infatti, a Piazza Meda si attende un “miglioramento” dell’utile netto rispetto al 2021, “in coerenza con la tendenza delineata nel Piano Strategico e con i relativi target di medio periodo. L’istituto non può non sottolineare che “l’andamento operativo del gruppo nel corso dell’esercizio continuerà inevitabilmente ad essere influenzato dal contesto esterno” che sta portando a rallentare le prospettive di crescita dell’Italia.

Dunque si prevede qualche problema nel secondo trimestre per il margine di interesse, a causa della minore contribuzione derivante dalla fine dei prestiti agevolati della Bce, che però potrà avvantaggiarsi del rialzo dei tassi. “Le commissioni – si legge nella nota -, pur risentendo del complessivo rallentamento della crescita economica e delle tensioni sui mercati, saranno ancora sostenute dalla dinamica dei comparti asset management e bancassurance, mentre il forte governo degli oneri operativi continuerà a costituire una delle principali aree di focus dell’azione manageriale”.

Sul fronte delle perdite su crediti, dovrebbe proseguire il “percorso di riduzione del costo del credito avviato negli ultimi anni, senza pregiudicare il trend di derisking e il mantenimento di un solido livello di copertura”.

LA SODDISFAZIONE DELL’AD CASTAGNA

Soddisfatto il ceo Castagna che, durante la conference call con gli analisti – riferisce l’Ansa – ha rilevato come l’istituto abbia presentato “un set di risultati molto solidi e forti, con una redditività a livelli record” combinata “con una solida posizione di capitale e un asset quality che sta ancora migliorando”.

Inoltre, ha sottolineato il manager, la trimestrale “ci mette in posizione per conseguire i target del piano strategico, rispetto ai quali siamo ben instradati”.

IL FUTURO DELLA BANCASSURANCE

Nelle slide di presentazione della trimestrale si è fatto il punto anche sulla questione bancassurance. Ricordiamo che di recente Banco Bpm ha annunciato l’esercizio dell’opzione di acquisto della quota dell’81% di Bipiemme Vita, la joint venture bancassicurativa siglata con Covéa, in mano al gruppo francese per un costo stimato di 310 milioni di euro. Al business assicurativo di Piazza Meda, peraltro, guardano con interesse altri importanti operatori, come Crédit Agricole, Axa, Generali, Allianz.

“Riteniamo che l’internalizzazione della bancassurance rappresenti un buon punto” e “avendo raccolto l’interesse di forti soggetti assicurativi” l’istituto intende verificare se ci sono “aspetti finanziari, strategici od operativi che possono battere l’internalizzazione del business plan”. Nessun obbligo ad un’alleanza, però: “E’ un’opzione ed è bene per noi esplorare tutte le opzioni”.

Banco Bpm ha evidenziato di aver ricevuto “multiple espressioni di interesse” da compagnie per una partnership nella bancassicurazione e per questo motivo ha lanciato “uno strutturato processo di valutazione” così da “valutare gli scenari alternativi” rispetto al piano industriale. Proprio dall’internzionalizzazione della bancassurance nel piano si prevede un utile netto di 125 milioni di euro nel 2024. Le differenti proposte, sottolineano dall’istituto, saranno misurate secondo “tre prospettive” ossia “finanziaria (creazione di valore per gli azionisti), strategica (solidità del modello di business complessivo del gruppo) e di impatto operativo”.

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