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Fed

Come e perché le banche centrali stanno perdendo la guerra all’inflazione

Le banche centrali dovrebbero impostare una politica monetaria più strutturata di quella adottata finora. Ecco quale. L'analisi di Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity.

Le banche centrali stanno perdendo la guerra contro l’inflazione. Dopo il discorso di ieri di Powell, pensare che a questo punto la Fed possa spingere i tassi al 7-8% non rappresenta affatto uno scenario peregrino. D’altronde anche il 6% scontato oggi sui mercati un anno fa sembrava solo un’ipotesi di laboratorio.

Il punto è che fino a quando i prezzi al consumo rimangono sui livelli attuali (5,6% su base ‘core’) anche un tasso interbancario al 6% equivale a tassi reali solo moderatamente in positivo e quindi a una politica monetaria paradossalmente espansiva dando man forte cosi ai falchi che premono ulteriori restrizioni al costo del denaro.

Tralasciando l’impatto che la violenta restrizione monetaria sortirà sul mercato immobiliare, la criticità maggiore verterebbe sull’innalzamento del costo di finanziamento dei debiti pubblici. In quest’ottica dunque l’Eurozona versa in una condizione peggiore degli Usa.

COSA POSSONO FARE LE BANCHE CENTRALI?

Che fare, dunque?

A mio avviso, alle banche centrali non rimarrà altro che impostare una politica monetaria più strutturata di quella adottata finora, accompagnando all’innalzamento dei tassi a breve, una nuova forma di QE sulle obbligazioni governative. Così facendo, se da un lato si eserciterebbe una pressione ribassista sulle commodities, agendo sui tassi interbancari, dall’altro lato, tenendo sotto controllo i rendimenti a lunga, non si metterebbero sotto pressione i conti degli Stati, mettendoli in condizione di finanziare i necessari investimenti per il reshoring, transizione energetica e per il comparto della Difesa.

La Ue inoltre nel caso specifico dovrà rivedere totalmente le politiche climatiche per allentare la tensione sul mercato energetico e dei metalli. In quest’ottica quando Bruxelles sostiene che entro il 2030 ridurremo la nostra dipendenza dalla terre rare al 70% (bozza circolata ieri del Critical Raw Material Act) la cosa non mi rincuora affatto!

INTERVENIRE SULL’OFFERTA

Per concludere, insomma, solo agendo sull’offerta si riuscirà nel lungo termine a vincere la guerra contro l’inflazione. Il sistema economico per come lo conoscevano è saltato (vedi l’accentramento del potere esecutivo in atto in Cina) e occorre ragionare con nuovi schemi di pensiero. Se non ci pensa preventivamente la politica a farlo, saranno i mercati a imporre il riaggiustanento. E non sarà piacevole.

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