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Le Pen

Cosa dicono gli analisti finanziari sul ballottaggio Macron-Le Pen

Il ballottaggio fra Macron e Le Pen secondo gli analisti finanziari

 

Al primo turno delle elezioni presidenziali in Francia il presidente in carica Emmanuel Macron ha ottenuto circa il 27,5 per cento dei voti, mentre la candidata di estrema destra Marine Le Pen il 23,5 per cento: i due andranno al ballottaggio, che si terrà il prossimo 24 aprile.

COME VA LA BORSA DI PARIGI

I mercati hanno reagito positivamente al risultato del voto, che ha assegnato a Macron un vantaggio maggiore di quello previsto dai sondaggi. Il CAC 40, l’indice principale della borsa di Parigi, è cresciuto dello 0,64 per cento; sulla performance generale pesano i timori degli investitori per la riunione di giovedì prossimo della Banca centrale europea, che potrebbe adottare una politica più restrittiva.

In generale gli analisti si aspettano una vittoria di Macron su Le Pen, per quanto risicata (forse anche 51-49 per cento, secondo un sondaggio IFOP).

LO SPREAD FRANCIA-GERMANIA

Sul mercato obbligazionario, dopo il notevole sell-off dei giorni scorsi, la situazione per la Francia è migliorata, con una riduzione dello spread tra i titoli di stato francesi (Oat) e quelli tedeschi (Bund): il differenziale è sceso a 50,5 punti base, rispetto ai 55,7 raggiunti venerdì; il tasso di rendimento è calato all’1,27 per cento. Macron, dunque, rassicurerebbe i mercati, mentre Le Pen viene considerata portatrice di una maggiore frammentazione interna all’Unione europea.

Rispetto agli altri titoli di stato della zona euro, gli Oat stanno sovraperformando.

PERCHÉ IL PROGRAMMA DI LE PEN SPAVENTA GLI INVESTITORI

Tra le proposte della candidata di estrema destra che suscitano maggiore preoccupazione tra analisti finanziari e banche d’affari è la cosiddetta “preferenza nazionale”, una politica di favoreggiamento dei francesi rispetto agli stranieri (nelle assunzioni pubbliche e private, nell’assegnazione di benefici o alloggi sociali) in caso di parità di condizioni.

Le Pen, inoltre, vorrebbe obbligare le amministrazioni pubbliche francesi a stipulare contratti con imprese domestiche. Propone poi la nazionalizzazione delle autostrade (una delle principali società concessionarie è il gruppo spagnolo Abertis) e del mercato energetico (che garantirebbe, sostiene, prezzi più bassi dell’elettricità ai cittadini), oltre che lo smantellamento dei parchi eolici (per ragioni di impatto paesaggistico). Promette anche di rivedere gli impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra ogni anno, sulla base dei livelli raggiunti dagli altri membri dell’Unione europea e della qualità della vita in Francia.

È contraria all’immigrazione “incontrollata” e intende sottoporre a referendum alcune norme per limitare il diritto d’asilo, con una stretta anche sul ricongiungimento familiare; vuole vietare la regolarizzazione dei migranti senza documenti e la loro espulsione su larga scala, oltre a inasprire le pene in caso di ingresso irregolare in Francia. Promette anche di vietare il velo islamico negli spazi pubblici, imponendo una multa a chi lo indossa o incita a farlo.

Le Pen ha abbandonato l’intenzione di uscire dall’euro, ma vorrebbe garantire al diritto francese il primato su quello europeo, dimezzare il contributo di Parigi al bilancio dell’Unione, rinegoziare l’accordo di Schengen e ripristinare i controlli alle frontiere francesi.

Nei confronti della Russia – in passato ha mostrato grande vicinanza alla linea del presidente Vladimir Putin – Le Pen ha mostrato oggi maggiore distanza, vista l’invasione dell’Ucraina. Si oppone però alla durezza sanzionatoria di Macron ed è contraria, per esempio, all’imposizione di un divieto d’acquisto degli idrocarburi russi. Come scrive l’AGI in una scheda in vista del ballottaggio, Le Pen è favorevole al riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea (territorio ucraino annesso nel 2014) e pensa che Kiev debba fare delle concessioni a Mosca (rinunciando, per esempio, all’ingresso nella NATO).

IL PARERE DI BARCLAYS

La banca Barclays – come riporta MF-Milano Finanza – prevede che nei prossimi giorni sia Macron che Le Pen insisteranno sulle loro proposte per l’economia: il tema del potere d’acquisto sta molto a cuore agli elettori, per via dell’aumento dell’inflazione e dei prezzi alti dell’energia.

Le Pen in particolare ha annunciato una serie di misure per “restituire” 150-200 euro al mese ai cittadini francesi attraverso una riduzione dell’IVA sull’energia dal 20 al 5,5 per cento sull’energia. Promette – tra le altre cose – di cancellare l’imposta sul carbonio, di fissare un’aliquota dello 0 per cento su cento prodotti di base, di istituire un’imposta sul reddito zero per i giovani al di sotto dei trent’anni e di incentivare l’aumento del 10 per cento dei salari con un’esenzione sui contributi sociali versati dalle imprese.

“Si stima che questo programma costerà 68 miliardi di euro”, spiegano a Barclays. Verrà finanziato con la reintroduzione di una tassa sulla ricchezza finanziaria (rimossa da Macron nel 2017), con i minori benefici sociali per gli immigrati (16 miliardi), con le entrate aggiuntive di 15 miliardi derivanti dalla lotta contro l’evasione fiscale, con i tagli alle spese correnti del governo (8 miliardi) e con pagamenti inferiori al bilancio dell’Unione europea (circa 5 miliardi).

Il programma economico di Macron vale invece 50 miliardi: prevede riduzioni fiscali per 15 miliardi a famiglie e imprese, un aumento del bonus esentasse pagato dalle imprese, una riduzione dei contributi sociali per i lavoratori autonomi e una riduzione dei contributi sociali versati dalle imprese sul valore aggiunto (7 miliardi). Il presidente uscente vorrebbe anche estendere le misure, risalenti allo scorso novembre, per contenere l’impatto dei prezzi dell’energia sulle famiglie a basso reddito.

Per attirare consensi tra gli ecologisti, i liberali e i socialdemocratici, il 10 aprile Macron ha parlato della necessità di combattere il cambiamento climatico, di rafforzare l’indipendenza economica della Francia e di salvaguardarne lo stato sociale, il sistema pensionistico e i servizi sanitari.

IL COMMENTO DI BNY MELLON

Lale Akoner, Senior Market Strategist di BNY Mellon Investment Management, ha detto di aspettarsi una vittoria di Macron su Le Pen “con un lieve margine”.

“Rispetto al 2017, quando questi due opponenti si sono confrontati l’ultima volta”, spiega, “l’economia francese si trova oggi ad affrontare uno scenario macro-economico più complesso, con una guerra sul continente e un’inflazione annua del 5,1% circa – un tasso che era inferiore all’1,5% quando Macron aveva battuto Le Pen nel secondo round elettorale nel 2017, e che adesso sta mettendo sotto pressione i redditi reali delle famiglie e gli utili delle aziende in Francia”.

“Una vittoria di Macron sarebbe ben accolta dai mercati, che incorporerebbero nei prezzi il calo dell’incertezza politica e un’amministrazione ancora favorevole alle aziende. Al contrario, la vittoria di Le Pen implicherebbe un acuirsi dell’incertezza politica, che porterebbe ad ampi ribassi sui mercati”.

Rispetto ad altri Paesi europei, l’outlook macro della Francia è leggermente più protetto dai rialzi dei prezzi del gas e del petrolio, grazie alla quota di energia da fonti nucleari”, aggiunge Akoner. Secondo l’analista, la vittoria di Macron farà bene soprattutto ai settori dell’energia e dei materiali (visto l’impegno alla transizione ecologica), della difesa e della finanza.

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