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Bafin striglia N26. Cosa rischia la digital bank tedesca

La mobile bank tedesca N26, ancora nel mirino della Consob tedesca, prova a salvarsi con nuove nomine e una riorganizzazione interna

La Consob tedesca BaFin minaccia restrizioni alla crescita internazionale della digital bank N26, a causa di una serie di raccomandazioni rimaste inascoltate da lungo tempo.

N26, amante del rischio, risponde con delle semplici nomine e una riorganizzazione interna. Sarà sufficiente per l’autorità di vigilanza tedesca in cerca di riscatto dopo il crack di Wirecard?

BAFIN: PROBLEMATICHE N26 CONTINUANO AD ESISTERE

Nei giorni scorsi il quotidiano tedesco Handesblatt aveva anticipato che la BaFin era pronta a imporre alcune limitazioni alla crescita internazionale della fintech tedesca N26, dopo che questa aveva letteralmente ignorato le sue precedenti raccomandazioni avanzate nel 2019 sulle carenze nell’organizzazione, nella lotta contro il riciclaggio di denaro, nella compliance, nell’informatica e nella gestione dei contratti in outsourcing.

L’organo di vigilanza teutonico, dopo aver nominato a maggio un ispettore dedicato a supervisionare direttamente la mobile bank, avrebbe riscontrato che queste problematiche continuano ad esistere.

Per non ripetere gli errori fatti in precedenza con il colosso dei pagamenti elettronici Wirecard, BaFin si è detta pronta ad agire anche con uno stop all’acquisizione di nuovi clienti mostrandosi coerente con quanto annunciato dal presidente dell’autorità dei mercati, Mark Branson, nel giorno della nomina: “botte da orbi” per chi trasgredisce.

N26 RISPONDE CON LE NOMINE ALL’ULTIMATUM DI BAFIN

Subito dopo questi rumors di stampa la mobile bank tedesca ha annunciato una serie di nomine, per tentare di evitare il peggio mostrandosi al contempo amante del rischio considerando che agli occhi della Consob tedesca questa mossa potrebbe risultare insufficiente.

La fintech tedesca ha dichiarato che amplierà il proprio livello di gestione “con la nomina di esperti di governance, rischio, conformità ed esperti finanziari” e che rafforzerà il management “per le sempre più complesse esigenze regolamentari del settore bancario”.

CEO THOMAS GROSSE NOMINATO CHIEF RISK OFFICER

In poche parole N26 amplierà il proprio livello dirigenziale per includere un chief risk officer, inoltre si occuperà maggiormente della lotta alla criminalità finanziaria e della compliance sulla base dei requisiti normativi per evitare che la BaFin entri a gamba tesa sulla sua crescita futura.

L’Amministratore delegato della banca digitale tedesca, Thomas Grosse, diventerà responsabile del rischio della holding finanziaria, dopo aver lavorato in passato per Google e per Deutsche Bank.

STEPHAN NIERMANN RESPONSABILE DEL RICICLAGGIO

Il direttore della conformità di N26, Stephan Niermann, assumerà invece anche il ruolo di responsabile del riciclaggio. Niermann ha lavorato in passato presso istituzioni del calibro di JP Morgan, Commerzbank e WestLB.

Volker Vonhoff è stato nominato director of group risk (direttore del rischio dell’intero gruppo) e Jan Kemper direttore finanziario.

N26: LAVORIAMO A STRETTO CONTATTO CON LE AUTORITA’ DI VIGILANZA

“C’è uno scambio regolare di informazioni su tutti i temi importanti e lavoriamo a stretto contatto con le autorità di vigilanza”, ha dichiarato N26 in merito alla vicenda senza aggiungere ulteriori dettagli.

Quel che è certo è che N26 cercherà in ogni modo di eliminare qualsiasi ostacolo alla sua crescita internazionale, considerando che è passata da 100 mila clienti nel 2016 agli oltre 7 milioni del 2021.

N26 E L’ITALIA: CHI LA FA L’ASPETTI

Il blocco della crescita delle attività della N26, nel caso in cui non vi fossero interventi immediati ed efficaci in attuazione degli adeguamenti regolamentari richiesti da BaFin, potrebbe avere delle ripercussioni importanti anche sull’Italia.

La stessa banca che poco tempo fa si vantava di poter risolvere i problemi dei clienti con le banche italiane, si trova ora a dover risolvere una vera e propria grana. Altro che “pugno duro”, si legge in un articolo de La Verità: “noi italiani abbiamo sempre trovato una soluzione” ai problemi delle banche mentre Berlino e dintorni spesso minacciano grandi azioni ma poi “la soluzione non arriva e a pagare sono gli investitori”.

N26: TUTTI I NUMERI DELLA FINTECH TEDESCA

N26 si definisce come una banca digitale con una visione globale: la banca del 21° secolo. Fondata da Valentin Stalf e Maximilian Tayenthal nel 2013 si è posta come obiettivo la soddisfazione del cliente a 360 gradi, costruendo una banca che si adatta ad un nuovo stile di vita sempre più frenetico, in cui tutti i servizi sono a portata di smartphone.

Attualmente, N26 ha 7 milioni di clienti in 25 mercati: Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti, dove opera attraverso la sua controllata N26 Inc., basata a New York. I servizi bancari negli Stati Uniti sono offerti da N26 Inc. in partnership con Axos Bank, Membro FDIC.

L’organico della società è composto da 1500 dipendenti dislocati in 8 sedi: Berlino, Barcellona, Madrid, Milano, Parigi, Vienna, New York e San Paolo.

N26 ha raccolto più di 800 milioni di euro dai più importanti investitori del mondo, tra cui Insight Venture Partners, GIC, Tencent, Allianz X, Valar Ventures di Peter Thiel, Horizons Ventures di Li Ka-Shing, Earlybird Ventures, Battery Ventures, oltre ai membri del management board di Zalando e Redalpine Ventures.

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