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Unicredit-Mustier

Che cosa dicono Assicurazioni Generali e Unicredit su Tim, Elliott e Vivendi (mentre in Assogestioni c’è subbuglio)

E’ vero o non è vero che i manager francesi di Unicredit e Assicurazioni Generali tifano di fatto per i francesi di Vivendi in Tim ostacolando dunque l’arrembante fondo americano Elliott che punta a scalzare Vivendi dall’ex Telecom Italia? E’ vero, si bisbiglia da giorni in ambienti governativi, tanto che il governo dimissionario – senza…

E’ vero o non è vero che i manager francesi di Unicredit e Assicurazioni Generali tifano di fatto per i francesi di Vivendi in Tim ostacolando dunque l’arrembante fondo americano Elliott che punta a scalzare Vivendi dall’ex Telecom Italia?

E’ vero, si bisbiglia da giorni in ambienti governativi, tanto che il governo dimissionario – senza dichiarazioni contrarie di Lega, M5S e Forza Italia – ha mosso la Cassa depositi e prestiti (controllata all’80% dal Tesoro) su Tim: la Cdp acquisterà fino al 5% dell’ex Telecom Italia. Infatti i due gruppi – direttamente o indirettamente – hanno remato contro una lista unica di Assogestioni (che riunisce e rappresenta i fondi) ed Elliott; una lista unica per il cda di Tim che potrebbe azzerare le ambizioni di Vivendi di restare al comando di Tim.

Non è vero, replicano Unicredit e Assicurazioni Generali.

LE SMENTITE DI UNICREDIT E GENERALI

Dai gruppi interessati, infatti, sono arrivate reazioni tra il secco e il piccato. Assicurazioni Generali, guidata dall’amministratore delegato, Philippe Donnet, fa sapere – scrive oggi Repubblica – che “di Telecom ha solo uno 0,03% e che si è astenuto su qualsiasi scelta dei fondi per il cda”.

Unicredit, capitanata dall’ad, Jean-Pierre Mustier, ha smentito ieri sera, “in quanto completamente prive di qualsiasi fondamento”, le notizie riguardo la presunta influenza esercitata su Assogestioni con riferimento alle nomine del consiglio di amministrazione di Tim. E’ quanto si legge in una nota dell’istituto di piazza Gae Aulenti. Unicredit “non è né direttamente né indirettamente membro di Assogestioni e non ha alcuna influenza sui suoi processi decisionali”, spiega il gruppo bancario, che ritiene “estremamente sgradevoli e inopportuni i velati riferimenti xenofobi di questi articoli”.

QUESTIONE FONDI

In effetti la banca guidata da Mustier ha venduto l’anno scorso i suoi fondi di investimento Pioneer alla francese Amundi, ma quella è stata una mossa “che il governo gli rimprovera – ha scritto Francesco Manacorda di Repubblica – visto che il mitico risparmio degli italiani è una sorta di industria di interesse nazionale e che Amundi risulta essere stata piuttosto attiva nelle scelte di Assogestioni su Telecom”.

UNICREDIT ADVISOR DI TIM

Inoltre la nota di Unicredit dimentica di dire che il gruppo bancario è advisor della Tim di Vivendi. Infatti, come scrive MF-Milano Finanza, “Unicredit e Goldman rivestirebbero un ruolo di puri advisor industriali e finanziari al fianco del management (senza alcun legame con la partita Elliott, per intenderci) e non è escluso che, grazie al loro contributo, Tim possa apportare alcuni ritocchi al piano da poco presentato alla comunità finanziaria”. “La presenza di Unicredit a fianco di Tim, pur trattandosi di una scelta chiaramente di tipo industriale, potrà fornire nuovi elementi a chi vuole a tutti i costi ricondurre alla narrativa di un asse francese alcuni movimenti intorno a Telecom”, aggiunge Mf.

IL RUOLO DI ASSOGESTIONI

Al di là di rumors, notizie e precisazioni, lo snodo decisivo per il futuro di Tim sarà la decisione di Assogestioni: fare o no fronte comune con Elliott per una lista unica anti Vivendi, invocata dai piccoli azionisti di Asati, come ha sottolineato il presidente dell’associazione Franco Lombardi nei giorni scorsi a Start Magazine.

Il ruolo di Assogestioni è determinante, in quanto l’associazione raccoglie solo circa l’1,6% del capitale votante di Telecom Italia, ma è storicamente un benchmark da seguire in modo passivo per molti fondi istituzionali che, alla fine, nelle assise passate hanno votato per la sua lista di minoranza, ricorda oggi Il Sole 24 Ore: “Assogestioni – aggiunge Carlo Festa del Sole – sembrava orientata fino a ieri a proporre ancora una propria lista di minoranza, come nel passato, rinunciando quindi a un’intesa (anche tacita) con Elliott. In questo modo una dispersione di voti potrebbe ovviamente complicare il progetto del fondo Usa di sfilare a Vivendi la maggioranza del board.  Tuttavia nelle ultime ore, soprattutto alla luce dell’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nell’azionariato di Telecom Italia, potrebbe prendere corpo la decisione da parte di Assogestioni di non presentare alcuna lista, rompendo così la tradizione e le consuetudini passate. Infatti, ha scritto il Messaggero, “sarebbe passata la proposta del presidente Tommaso Corcos di Eurizon (Intesa Sp): nessuna lista Assogestioni, libertà di voto agli associati”. In questo modo Elliott ne potrebbe presentare una propria che catalizzerebbe, oltre ai voti dei fondi comuni, eventualmente anche quelli di Cdp”.

E così il cerchio governo-Cdp-Elliott si chiuderebbero. Resta da capire se e quanto le attuali opposizioni – ossia M5S, Lega e Forza Italia – appoggeranno la mossa concertata del governo dimissionario con la Cassa presieduta da Claudio Costamagna, che con questa operazione tenta di fatto di essere confermato ai vertici della società del Tesoro, come scritto oggi da Giovanni Pons direttore di Business Insider Italia che elenca alcuni casi a rischio conflitti di interessi nell’azione di Costamagna.

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