Tonfo in Borsa per Assicurazioni Generali. Ecco come e perché.
All’indomani di un consiglio di amministrazione che ha fissato a fine settembre la discussione sull’opportunità (o meno) di presentare la lista del board per il rinnovo del cda, il titolo Generali perdeva terreno a Piazza Affari alle ore 11, dove cedeva l’1,6% ed era il peggiore del Ftse Mib. E questo nonostante una trimestrale in linea con le attese degli analisti.
LA TRIMESTRALE DI GENERALI
La compagnia assicurativa triestina chiude i conti a giugno con 38,093 miliardi di premi lordi, sopra le attese di Intesa Sanpaolo per 37,472 miliardi e in rialzo sui 2020 (36,488 miliardi). Il risultato operativo per 2,996 miliardi è in rialzo del 10,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa e leggermente sopra le aspettative per 2,962 miliardi.
COME VA L’UTILE NETTO
Così l’utile netto per 1,540 milardi, più che raddoppiato rispetto al 2020 (erano 774 milioni) e ben oltre le attese per 1,392 miliardi. Il combined ratio si è attestato all’89,7% dall’89,5% e migliore dell’89,3% delle previsioni di Intesa. Il Solvency ratio, invece, si è portato al 231% dal 224%, mentre gli asset in gestione complessivi del gruppo si sono attestati a 672,359 miliardi di euro (+2,7%).
LE PAR0LE DI DONNET
Per il group ceo Philippe Donnet, “gli eccellenti risultati di oggi confermano che siamo pienamente in linea per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’attuale piano Generali 2021, anche in questo contesto molto sfidante. La crescita significativa realizzata nei primi sei mesi dell’anno rafforza la posizione di Generali come leader europeo”.
IL REPORT DI EQUITA
Numeri “solidi e sostanzialmente allineati alle nostre attese”, scrivono gli analisti di Equita, che sottolineano ‘l’ottimo andamento nell’asset management’ che “risulta ancora una volta superiore alle attese, grazie alla crescita dei ricavi accompagnata da un’attenta gestione dei costi” mentre è più debole il risultato sul business Vita. Sul fronte dell’utile, ‘la principale differenza rispetto alle nostre stime e’ legata a un migliore risultato degli investimenti non operativi che includono il beneficio dalla cessione della Torre Libenskind a Milano (67 milioni)”.
IL GIUDIZIO DEGLI ANALISTI DI UBS
Quanto al futuro, sono “confermati i target’ 2021 mentre il cda ha deciso l’avvio delle attività preparatorie alla procedura per la definizione dell’eventuale lista di candidati da parte del consiglio in vista del rinnovo del board in scadenza nel 2022, procedura che sarà sottoposta all’esame del board il 27 settembre”. Più sfumato – secondo Mf – il giudizio degli analisti di Ubs, che parlano di un secondo trimestre “contrastato ma in linea con gli obiettivi”. Si tratta di risultati che, secondo gli osservatori, mostrano come la compagnia sia ‘sulla buona strada rispetto agli obiettivi del 2021′, in attesa che dell’Investor Day del prossimo 15 dicembre in cui verra’ presentato il nuovo Piano industriale.
LE RASSICURAZIONI DI DONNET
Donnet ha poi aggiunto che il gruppo continuerà ad andare avanti focalizzandosi “sulla nostra ambizione di essere Partner di Vita… aspettando l’Investor Day del prossimo 15 dicembre per presentare il nuovo piano”. Il ceo, in conference call, non si è espresso riguardo alla propria riconferma o meno alla guida del Leone da parte degli azionisti, limitandosi a ribadire che sarà il cda di Generali del 27 settembre a prendere una decisione sulla procedura per la messa a punto della lista dello stesso board per la nomina del nuovo consiglio in programma all’assemblea della primavera 2022, di cui è stato annunciato oggi l’avvio delle attività preparatorie.
GLI SCENARI DI DONNET FRA CALTAGIRONE, MEDIOBANCA E DEL VECCHIO
Alle insistenze dei giornalisti, che riportavano recenti indiscrezioni di stampa riguardo a presunti malumori da parte di alcuni grandi soci del Leone che punterebbero a sfiduciare l’ad bloccando il suo prossimo piano, Donnet ha replicato: “Io innanzitutto non commento voci. Confermo che sono focalizzato nel fare il mio lavoro nell’interesse di tutti gli investitori di questo gruppo e sull’Investor Day per presentare il piano strategico”. Piano sulle cui novità rispetto all’attuale non ha fornito anticipazioni, ha chiosato Mf.
CHE COSA HA SCRITTO IL SOLE 24 ORE
E’ opportuno o meno che la scelta del nuovo cda sia definita a suon di maggioranze o è meglio cercare un’intesa il più ampia possibile? E’ la domande che si pongono gli addetti ai lavori su Donnet e Generali, secondo il quotidiano il Sole 24 Ore: “È evidente, hanno concluso in molti, che per il futuro dell’azienda è auspicabile che le decisioni chiave vengano prese da un fronte compatto per evitare che si inneschi una lotta intestina che nuocerebbe solo alla compagnia. E proprio questo aspetto, ossia che la maggioranza in certi casi non può bastare, sarebbe uno dei punti messi in luce da una parte del consiglio, in particolare quella che fa riferimento ai grandi azionisti privati (Caltagirone e Del Vecchio). Non solo, anche una parte degli indipendenti avrebbe sollevato e condiviso questa tematica. Un aspetto che si intreccia con un altro tema chiave. La data scelta è successiva a un appuntamento cruciale che potrebbe influenzare l’agenda: il consiglio sulla governance è stato calendarizzato 10 giorni dopo la scadenza dell’opzione in mano a Francesco Gaetano Caltagirone per salire al 5% di Mediobanca. Il 17 settembre scatta infatti il potenziale esercizio per l’acquisto di un ulteriore 1,95% di Piazzetta Cuccia di cui l’imprenditore, già azionista forte delle Generali, è diventato socio rilevante con il 3%. Quell’opzione per certi aspetti potrebbe rivelarsi utile per alzare ulteriormente la pressione, in un senso o nell’altro, attorno alla scelta del futuro ceo. Che, va detto, non può essere rimandata troppo in là nel tempo. Non foss’altro perché l’attuale piano industriale del gruppo assicurativo è prossimo al compimento e ci sono da scrivere le nuove linee strategiche”.