Continua gli effetti deleteri del caso Archegos per il Crédit Suisse.
Crédit Suisse paga la vicenda Archegos e alla Borsa di Zurigo ieri ha perso quasi il 6% sulla scia dell’annuncio del rafforzamento del capitale attraverso bond convertibilli che riguarda 203 milioni di nuove azioni, ai valori attuali del valore di 1,8 miliardi di franchi. L’obiettivo è portare il Cet1 al 13% dal 12,2%.
Ecco tutte le novità.
TONFO ARCHEGOS PER CREDIT SUISSE
La banca, per quanto abbia estinto il 97% delle posizioni sull’hedge fund americano, ha chiuso il trimestre con una perdita netta di 252 milioni di franchi (da un risultato positivo 1,3 miliardi) e una rosso pre-tasse di 757 milioni (da un utile di 1,2 nello stesso periodo dell’anno scorso) per l’impatto complessivo da 4,4 miliardi già preannunciato dalla banca dall’hedge fund, come ha sottolineato il ceo Thomas Gottstein. Il cda ha deciso anche di rinunciare ai bonus relativi all’anno 2020, tagliando il dividendo proposto.
L’INDAGINE SUL CREDIT SUISSE
Nel frattempo la Finma, l’autorità di controllo svizzera, ha aperto un’indagine sulle perdite legate al caso Archegos dopo il crack di Greensill nel quale Credit Suisse era già rimasta danneggiata.
IL CASO ARCHEGOS
Così come Morgan Stanley, Nomura e Goldman Sachs, Credit Suisse aveva finanziato le scommesse dell’hedge fund, caratterizzate da un’elevata leva finanziaria, che non sono andate secondo i piani del fondo. Di conseguenza, le banche esposte con il fondo lo hanno costretto a chiudere i suoi investimenti, al fine di limitare le perdite legate all’esposizione, non riuscendo tuttavia a veder tornare indietro tutti i soldi che avevano erogato a favore del cliente.
CHE COSA HA DETTO CREDIT SUISSE
Crédit Suisse ha motivato la perdita accusata nel primo trimestre proprio con l’esposizione al fondo Archegos, affermando che il risultato riflette “un onere significativo, legato a una questione relativa all’hedge fund Usa che si è presentata nel primo trimestre del 2021, e che ha compensato la performance positiva (della banca) nei settori del wealth management e dell’investment banking”. Lo scandalo dell’esposizione al fondo Archegos si è tradotto nelle dimissioni del numero uno della divisione di investment bank di Credit Suisse, Brain Chin, e del responsablie rischi della banca, Lara Warner.
LA RICOSTRUZIONE DEL WALL STREET JOURNAL
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, il gruppo elvetico ha accumulato oltre 20 miliardi di dollari di esposizione negli investimenti su Archegos Capital Management, ma la banca ha faticato a monitorarli prima che il fondo fosse costretto a liquidare molte delle sue maggiori posizioni. Le scommesse della società di investimento statunitense su un gruppo di titoli si sono gonfiate poco prima del crollo a marzo, ma a quanto pare i manager dell’investment bank non avevano implementato completamente i sistemi per monitorare la rapida crescita di Archegos.
CHE COSA SUCCEDE AL CREDIT SUISSE
L’amministratore delegato, Thomas Gottstein e il chief risk officer Lara Warner, che ha recentemente lasciato la banca, sono venuti a conoscenza dell’esposizione ad Archegos solo nei giorni precedenti la liquidazione forzata del fondo, ha scritto il Wsj. Archegos, società di investimento fondata dall’ex manager di Tiger Asia, Bill Hwang, aveva fatto enormi scommesse su alcuni titoli con denaro preso in prestito dalle banche. Quando alcune grandi posizioni si sono invertite e Archegos non ha potuto soddisfare le richieste di margini più alti (margin call), si è innescata una delle più grandi perdite improvvise nella storia di Wall Street.
GLI EFFETTI DI ARCHEGOS NON SOLO SUL CREDIT SUISSE
Archegos ha distribuito le sue scommesse su una mezza dozzina di banche, fra le quali Nomura Holdings e Morgan Stanley, hanno riportato a loro volta ingenti perdite. Il Credit Suisse ha prestato ad Archegos di più in relazione alle sue dimensioni rispetto agli altri istituti finanziari ed è stato uno degli ultimi ad uscire dall’investimento con conseguenze quindi più pesanti.
Secondo il Wsj, alcuni manager all’interno della banca, a conoscenza dell’esposizione su Archegos, avevano pensato che si trattasse di una frazione rispetto a 20 miliardi di dollari. “Il Credit Suisse non è riuscito a proteggersi dalla sua esposizione su Archegos anche perché non aveva istituito un sistema che monitorava in tempo reale il rischio che una posizione creava per la banca al variare dei prezzi dei titoli sottostanti”, hanno spiegato alcune fonti al giornale, come sottolineato da Mf. Questo sistema, noto come marginazione dinamica, non è stato completamente implementato nella divisione che sovrintendeva gli investimenti di Archegos all’interno del Crédit Suisse. La banca aveva pianificato di migrare le posizioni di Archegos in quel sistema più tardi in primavera.