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Apple

Perché Apple e Irlanda orchestrano una battaglia contro l’Ue

Prevista il prossimo 15 luglio la sentenza del tribunale dell'Ue sul ricorso del gigante della tecnologia Apple contro la multa da 13 miliardi di euro per tasse non pagate in Irlanda

 

Apple e Irlanda minacciano già battaglia. La prossima settimana la Corte generale dell’Unione europea deciderà in merito al ricorso in appello di Apple e Dublino contro la multa dell’Ue che imponeva al colosso tecnologico di pagare 13 miliardi di euro in tasse arretrate. Lo ha riferito oggi il governo irlandese preannunciando che la decisione potrebbe essere impugnata in entrambi i modi.

LA BATOSTA DELLA COMMISSIONE UE NEL 2016

Nel 2016 la Commissione europea ha multato Apple per aver goduto di vantaggi fiscali illeciti accordati dall’Irlanda.

La commissione ha accusato entrambi di un accordo fiscale, in base al quale Apple ha canalizzato negli Stati Uniti i ricavi di Apple Sales International e Apple Operations Europe, le sue due unità irlandesi che non hanno residenza fiscale sull’isola, ma hanno solo una funzione puramente operativa, violando così la normativa europea sugli aiuti di Stato.

Sul tema delle politiche fiscali aggressive di Dublino ha posto l’accento di recente anche il presidente dell’Antitrust italiano Roberto Rustichelli in audizione alla Camera. “Paesi come l’Irlanda, l’Olanda e il Lussemburgo sono veri e propri paradisi fiscali nell’area Euro, che attuano pratiche fiscali aggressive che danneggiano le economie degli altri Stati membri e che, anche grazie a queste pratiche, registrano elevatissimi tassi di crescita.”

NON CI STANNO APPLE E DUBLINO

Ma lo scorso settembre Apple e l’Irlanda, la cui economia beneficia dell’ospitalità di numerose aziende multinazionali, hanno avviato un ricorso contro la decisione dell’Ue.

Apple ha dichiarato ai giudici della Corte Generale dell’Unione europea di essere accusata ingiustamente di evasione fiscale. Aggiungendo che la maxi-multa rappresenta il segno distintivo della repressione quinquennale del commissario Ue Margrethe Vestager sui giganti della tecnologia degli Stati Uniti.

IL GOVERNO IRLANDESE PREPARA GIÀ IL RICORSO

In una nota diffusa, il Dipartimento delle finanze irlandese ha annunciato che la Corte dell’Unione europea pronuncerà la sua sentenza nella causa sugli aiuti di Stato ad Apple il 15 luglio.

“Penso che non importa quale sia la sentenza, questo caso sarà quasi certamente respinto con un appello da una parte o dall’altra alla Corte di giustizia europea”, ha dichiarato alla stampa il vice primo ministro Leo Varadkar.

LE RICADUTE DI APPLE IN IRLANDA

L’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, ha dichiarato che l’impegno di Apple in Irlanda, che è diventata la sua prima operazione europea nel 1980 e dove impiega 6,00 lavoratori, è “irremovibile”.

NON COSÌ SCONTATA LA VITTORIA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Come ricorda Bloomberg, la prima serie di decisioni giudiziarie sugli appelli per la repressione fiscale dell’Ue ha dimostrato che una vittoria per la commissione non è garantita.

Lo stesso tribunale che decreterà nel caso Apple ha annullato la decisione della Commissione di ordinare i rimborsi da Starbucks per i suoi accordi fiscali con i Paesi Bassi, ma ha confermato la decisione dell’Ue relativa agli affari fiscali di Fiat Chrysler Automobiles NV in Lussemburgo.

IL GIRO DI VITE DI BRUXELLES SUL COLOSSO DI CUPERTINO

In attesa di scoprire cosa deciderà la Corte di Giustizia Ue, va ricordato che l’Antitrust Ue non molla il colosso della Mela morsicata. A metà giugno la Commissione europea ha avviato due indagini nei confronti di Apple legata alle regole d’uso dei suoi sistemi di download di applicazioni (Apple Store) e di pagamento (Apple Pay) che potrebbero aver violato le regole di concorrenza Ue.

La nuova sonda Antitrust ha il potenziale per essere la più grande indagine sulla concorrenza dell’Ue da anni, sulle aziende della Silicon Valley. “Dobbiamo garantire che le regole di Apple non distorcano la concorrenza nei mercati in cui Apple compete con altri sviluppatori di applicazioni”, aveva commentato la commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager.

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