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Antitrust: precisazione riguardo al comunicato su indagine aumento prezzi

In merito al comunicato diffuso il 7 maggio scorso dal titolo “Emergenza Coronavirus, avviata indagine su aumento dei prezzi dei beni alimentari e di detergenti, disinfettanti e guanti”, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in ottemperanza all’ordinanza ex art. 700 c.p.c. emessa dal Tribunale di Napoli Nord in data 11 settembre 2020 R.G. n.…

In merito al comunicato diffuso il 7 maggio scorso dal titolo “Emergenza Coronavirus, avviata indagine su aumento dei prezzi dei beni alimentari e di detergenti, disinfettanti e guanti”, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in ottemperanza all’ordinanza ex art. 700 c.p.c. emessa dal Tribunale di Napoli Nord in data 11 settembre 2020 R.G. n. 7119/2020, pubblica quanto segue:

“L’Autorità ha avviato un’indagine preistruttoria inviando richieste di informazioni a numerosi operatori della GDO per acquisire dati sull’andamento dei prezzi di vendita al dettaglio e dei prezzi di acquisto all’ingrosso di generi alimentari di prima necessità, detergenti, disinfettanti e guanti, al fine di individuare eventuali fenomeni di sfruttamento dell’emergenza sanitaria a base dell’aumento di tali prezzi. Le richieste di informazioni riguardano oltre 3800 punti vendita, soprattutto dell’Italia centrale e meridionale, pari a circa l’85% del totale censito da Nielsen nelle province interessate.

Nello specifico, dalle analisi preliminari svolte dall’Autorità sui dati Istat sono emersi a marzo 2020, per i prodotti alimentari, aumenti dei prezzi rispetto a quelli correnti nei mesi precedenti differenziati a livello provinciale. I maggiori aumenti si riscontrano in aree non interessate da ‘zone rosse’ o da misure rafforzate di contenimento della mobilità. L’Autorità ha ritenuto di non poter escludere che tali maggiori aumenti siano dovuti anche a fenomeni speculativi.

Infatti, non tutti gli aumenti osservati appaiono immediatamente riconducibili a motivazioni di ordine strutturale, come il maggior peso degli acquisti nei negozi di vicinato, la minore concorrenza tra punti vendita a causa delle limitazioni alla mobilità dei consumatori, le tensioni a livello di offerta causate dal forte aumento della domanda di alcuni beni durante il lockdown e dalle limitazioni alla produzione e ai trasporti indotte dalle misure di contenimento dell’epidemia”.

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