CHE COSA SUCCEDE IN PUGLIA TRA LA REGIONE E LA FONDAZIONE SAN RAFFAELE DEGLI ANGELUCCI
Il passaggio della struttura di alta riabilitazione di Ceglie Messapica (provincia di Brindisi) dall’ente privato che ha gestito il presidio fin dalla sua nascita e la Regione Puglia è diventato un caso di scontro tra le due parti, con i lavoratori che rischiano di finire stritolati nella querelle.
La “internalizzazione” del presidio ospedaliere secondo quanto denuncia il consigliere regionale di Azione Fabiano Amati, già assessore regionale Pd con un passato non troppo in sintonia con Emiliano, avrebbe infatti scatenato una ritorsione da parte del gruppo Tosinvest degli Angelucci: “La Fondazione San Raffaele, del senatore Antonio Angelucci, sta licenziando il personale del centro di riabilitazione intensiva di Ceglie Messapica, con la motivazione espressa di ritorsione contro la Regione Puglia per la legge d’internalizzazione del servizio”, ha denunciato uno dei dirigenti di maggior spicco del partito di Carlo Calenda in Puglia.
LA REPLICA DI ANGELUCCI AD AMATI
“Non si è fatta attendere la replica piccata di Antonio Angelucci – riporta la testata locale Puglia Press -, il quale ha accusato Amati di dire delle assolute falsità in merito al suo attuale rapporto con la Fondazione, e attribuendo tale millanteria alla volontà di strumentalizzare la questione in chiave politica a pochi giorni dalle elezioni europee, riservandosi il diritto di agire in sede giudiziaria nei suoi confronti”.
LA REPLICA DELLA FONDAZIONE SAN RAFFAELE
Differente la replica della Fondazione San Raffaele letta su BrindisiToday: ” Contestiamo quanto affermato dal Consigliere Amati che dovrebbe ben conoscere le specifiche della legge da lui promossa in merito al passaggio del personale nel pubblico: personale verso il quale ha il dovere di rappresentare la realtà in maniera oggettiva e trasparente e non edulcorata così come fatto sino ad ora per mera propaganda elettorale”.
“Il Consiglio Regionale della Puglia – secondo la ricostruzione della Fondazione – il 24.05.2024 ha approvato la Legge recante “Istituzione del Centro regionale di riabilitazione pubblica ospedaliera (CRRiPOCeM) al fine di internalizzare la gestione del Presidio Riabilitativo di Ceglie Messapica configurandolo quale presidio a gestione diretta della Azienda Sanitaria Locale di Brindisi. Come previsto dall’art. 4 comma 2) “il personale in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge, transita nell’organico della ASL competente nel rispetto della normativa vigente”, ossia in relazione a quanto previsto al punto c), comma 268 della Legge 234/20021 richiamata nel succitato art. 4, rispetto al personale in servizio ad oggi di 181 unità, il personale sanitario e sociosanitario che potrebbe avere diritto al transito, ai sensi della predetta norma, conta nel complesso 77 unità di cui 2 medici, 9 infermieri, 35 terapisti 28 OSS, certamente insufficienti per garantire l’assistenza agli attuali 105 posti letto. Non è previsto passaggio di ulteriori figure professionali tanto meno dei contratti a rapporto libero professionale o a tempo determinato”.
“Il riferimento fatto dal Consigliere Amati a inesistenti “licenziamenti” è quindi del tutto fuorviante – la chiosa della Fondazione San Raffaele -. La Fondazione si è limitata a rendere edotti i lavoratori degli effetti reali di una legge approvata in tutta fretta senza copertura ed i cui effetti ricadranno, certamente non per volontà della Fondazione, sui lavoratori stessi. Nel contempo la Fondazione nel rispetto del contratto assicura ed assicurerà l’assistenza di alta qualità a tutti i pazienti, come ha sempre fatto da 25 anni.”
LE LETTERE RECAPITATE IN QUESTI GIORNI
Amati però non ci sta e fa sapere di aver contattato “il Direttore generale e al Direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL Brindisi, nonché al Nucleo ispettivo regionale (NIRS)”, per chiedere “l’ispezione per verificare il personale impiegato e la congruità di tutti i rapporti di lavoro e il relativo rispetto delle regole di accreditamento e/o convenzionamento, avendo anche a riferimento quanto dichiarato nel corso degli anni e posto a fondamento delle periodiche liquidazioni tariffarie (in particolare, risultano diversi contratti a P.IVA, probabilmente vietati dalle regole di accreditamento e perciò non considerabili ai fini del rispetto degli standard richiesti e delle spese riconoscibili); il livello e la qualità del servizio garantito rispetto ai codici presi in carico, anche tenendo conto di recenti dimissioni di personale sanitario; il titolo contrattuale attraverso cui è attualmente garantito il servizio e la sua legittimità; le attività di controllo esercitate negli anni dalla ASL Brindisi sulla struttura e sui servizi erogati; qualsiasi fatto o atto, anche su richiesta dei dirigenti regionali in indirizzo, in grado di consentire il più accurato svolgimento dell’attività ispettiva, anche per meglio realizzare la finalità d’internalizzazione prevista dalla promulganda legge regionale; ogni altro atto o fatto che dovesse essere ritenuto necessario, anche a richiesta dei dirigenti regionali e nell’ambito della loro attività di controllo. Ho inoltre chiesto – fa sapere il Consigliere regionale – di valutare ogni ipotesi di commissariamento, per meglio consentire il passaggio delle funzioni in capo alla ASL Brindisi”.
E le lettere di cui parla Amati? Start Magazine è in grado di svelarne una nella quale si legge, come oggetto “cessazione rapporto libero professionale” e, nel corpo della missiva “recesso dal contratto di lavoro autonomo” adducendo tra le motivazioni proprio la proposta di Legge di iniziativa di Amati “volta alla internalizzazione della gestione del Presidio di Ceglie Messapica: grazie all’iniziativa – spiega la lettera – la gestione non sarà più assicurata dalla Fondazione San Raffaele” […] “Purtroppo ciò che oggi rileva è, ai sensi dell’iniziativa di legge intrapresa, l’impossibilità per la Fondazione di garantire un futuro a tutti i lavoratori e professionisti che operano ne Presidio di Ceglie”.
Una lettera che di fatto smentisce la versione della Fondazione del gruppo Angelucci.