skip to Main Content

Amco

Amco, ecco le banche che fanno affari con la società del Tesoro

Tutte le ultime operazioni di Amco, la società del Tesoro specializzata nella gestione e nel recupero dei crediti deteriorati. L'articolo di Emanuela Rossi

 

Prosegue senza sosta il lavoro di Amco, l’ex Sga specializzata nella gestione e nel recupero dei crediti deteriorati. È notizia degli ultimi giorni che la società guidata da Marina Natale acquisirà 307 milioni di crediti deteriorati da Unipol e che dovrebbe far parte della cordata capitanata da Gardant per negoziare Npl e Utp di Bper. A seguito dell’operazione con il gruppo assicurativo e del deal per la cessione da Montepaschi di crediti in sofferenza per 208 milioni, le masse in gestione ad Amco raggiungono quota 36,9 miliardi, “un ulteriore step nel percorso di crescita della società”, rileva la stessa ex bad bank del Banco di Napoli.

Prima d’ora la più recente operazione effettuata da Amco era quella relativa all’accordo siglato con Intesa Sanpaolo per acquisire circa 1,4 miliardi di Npl derivanti da contratti di leasing, soprattutto verso clientela corporate, con sottostante di natura per lo più immobiliare. Con il gruppo guidato da Carlo Messina Amco ha pure sottoscritto un contratto per l’acquisto di un portafoglio di utp (unlikely to pay, inadempienze probabili) del valore lordo di 120 milioni di euro, riferiti a un solo debitore (single name).

LA CESSIONE DA UNIPOL PER 307 MLN

Tornando alle operazioni degli ultimi giorni partiamo da Unipol che, nel giorno di presentazione della semestrale, ha annunciato che il board di UnipolReC – intermediario finanziario con l’obiettivo di massimizzare il valore di recupero dei crediti non performing – ha deliberato di accettare l’offerta di Amco per cedergli pro soluto il portafoglio crediti a un prezzo pari a 307 milioni. Al 31 marzo scorso il portafoglio crediti aveva un valore nominale lordo complessivo pari a circa 2,6 miliardi. Il perfezionamento dell’operazione, subordinato all’autorizzazione della Banca d’Italia, è atteso entro la fine del 2022. La cessione, si legge in una nota di Unipol, “riflette la non strategicità della gestione di crediti non performing per il gruppo, che intende, invece, concentrare risorse e investimenti sul core business assicurativo e sull’evoluzione verso gli Ecosistemi Mobility, Property e Welfare, come confermato nel nuovo Piano Strategico”.

Inoltre, in tal modo verrà completato il percorso che UnipolReC ha realizzato in questi anni, fin dalla sua costituzione nel 2018 avvenuta con l’obiettivo di gestire, creando valore, i crediti in sofferenza di Unipol Banca e del portafoglio Bper acquisito in seguito, nell’ambito del processo di ristrutturazione del comparto bancario.

“Ad avvenuta cessione del portafoglio crediti e alla conseguente chiusura della società – si legge ancora nella nota di Unipol – saranno stati generati flussi di cassa per complessivi 780 milioni, a fronte di esborsi per acquisizione dei crediti di circa 650 milioni di euro, con una generazione di cassa complessiva di circa 130 milioni di euro”. Tenuto conto anche della definizione nel primo semestre di alcune partite residuali, il gruppo assicurativo stima di rilevare un impatto complessivo negativo sul conto economico dell’esercizio 2022 pari a circa 21 milioni, al netto dei relativi effetti fiscali.

Relativamente a questa operazione, Amco ha fatto sapere che “rappresenta uno dei deal più rilevanti in termini di volumi sul mercato italiano nel 2022. Il portafoglio, che è costituito da crediti classificati a sofferenza relativi a oltre 24.700 controparti, è composto prevalentemente da posizioni corporate (l’84,5% del totale) ed è equamente bilanciato tra crediti secured e unsecured”.

IL PACCHETTO MPS DA 208 MLN

Nello stesso giorno Amco – uno dei partner del Monte dei Paschi nell’operazione di cessione di 900 milioni di crediti deteriorati – ha comunicato di aver firmato un accordo vincolante con il Gruppo Mps per l’acquisto di 208 milioni (valore lordo) di crediti in sofferenza garantiti. Si tratta di un portafoglio relativo a oltre 1.700 controparti, bilanciato tra posizioni corporate e retail. L’acquisizione dovrebbe completarsi nell’ultimo trimestre del 2002 e “fa parte di un più ampio progetto di derisking del Gruppo Mps – ha evidenziato Amco – che ha coinvolto diversi operatori del settore”.

BPER SELEZIONA GARDANT (IN CORDATA CON AMCO) PER NEGOZIARE NPL E UTP

Un prossimo passo dovrebbe invece riguardare Bper. Nei giorni scorsi il gruppo emiliano ha infatti reso noto di aver selezionato Gardant, primario servicer italiano, per l’avvio di una fase di negoziazione esclusiva in modo da costituire una partnership strategica riguardante la gestione dei suoi crediti deteriorati (npl e utp). Secondo indiscrezioni giornalistiche Gardant potrebbe operare in cordata con Amco. L’accordo, rivela una nota di Bper, prevede la creazione di una piattaforma di servicing e la contestuale stipula di un contratto di durata decennale per la gestione e il recupero dei crediti Npl e Utp del gruppo. Inoltre è prevista la cessione di portafogli Npl e Utp pari a circa 1,5 miliardi e 1 miliardo, al lordo delle rettifiche di valore, con l’obiettivo di conseguire il pieno deconsolidamento contabile e regolamentare del Portafoglio Npe alla data del closing.

INTANTO CALA L’UTILE DI AMCO NEL SEMESTRE

Nel frattempo Amco ha presentato i conti del primo semestre dell’anno con utile netto di circa 10 milioni di euro, in calo rispetto ai 36,5 milioni dello stesso periodo del 2021, a causa degli accantonamenti a copertura del rischio di credito di specifiche posizioni. In crescita i ricavi (+6% su anno) a 150,2 milioni, spinti dai ricavi da investimenti che pesano per l’85% del totale, l’Ebitda (+1%) a 90,6 milioni e gli asset in gestione (+3% su anno) – a quota 34,1 miliardi pro-forma – che risultano composti per il 59% da sofferenze (Npl) e per il 41% da inadempienze probabili (Utp). Si tratta di una crescita – segnalano dalla ex Sga – che “riflette gli accordi firmati con il Gruppo Intesa Sanpaolo per l’acquisto di 1,4 miliardi (valore lordo) di crediti leasing immobiliari in sofferenza e di un portafoglio di single name UTP del valore lordo di 120 milioni, il cui perfezionamento è previsto nella seconda metà del 2022”. Segno più anche per gli incassi (+11%) arrivati a 667 milioni di euro.

Back To Top