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Alternanza Scuola-lavoro

Come migliorare l’alternanza scuola-lavoro

Unimpresa ha presentato cinque proposte, di facile attuazione, per migliorare l'alternanza scuola-lavoro. Ecco quali. L'intervento di Giovanni Assi, consigliere nazionale di Unimpresa.

 

L’alternanza scuola-lavoro ha l’obiettivo di fornire ai giovani oltre alle conoscenze didattiche, quelle competenze necessarie ad inserirsi nel mercato del lavoro, alternando le ore di studio alle ore di formazione “on the job” dando in questa maniera allo studente, futuro lavoratore, l’esperienza “sul campo” superando il gap formativo spesso traumatico tanto per la risorsa che per l’azienda, e che esiste in maniera marcata tra il mondo accademico e il mondo del lavoro in termini di competenze e preparazione, uno scollamento che rende difficile l’inserimento lavorativo una volta terminato il ciclo di studi.

Uno degli obiettivi di questo strumento deve essere certamente quello di contrastare il fenomeno del mismatching delle competenze, causa del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro e che sta rallentando lo sviluppo economico e sociale del Paese, ancora oggi vi sono un numero elevatissimo di imprese che non riescono ad elevare i propri livelli produttivi nonostante c’è ne fossero le condizioni, a causa della mancanza di specifiche professionalità sempre più introvabili nel mercato del lavoro.

Seppur ottime nelle intenzioni la Legge 107 del 2015 che prevede obbligatoriamente un percorso di orientamento per i ragazzi nella scelta da fare terminato il percorso di studi, così come positivi sono sia gli intenti della Legge di Bilancio 2019 che ha ridimensionato i percorsi di alternanza scuola lavoro in percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (cd PCTO), sia la costituzione del Registro Nazionale per l’alternanza scuola-lavoro istituito presso la Camera di Commercio e che rappresenta uno strumento di raccordo per facilitare l’incontro tra le imprese e le istituzioni scolastiche, dando disponibilità ad accogliere gli studenti presso le loro aziende.

Tuttavia, nonostante i buoni propositi delle norme sopra indicate, ancora poco e male utilizzato è questo fantastico strumento che troppo spesso è trascurato dalle imprese che non ne colgono le immense opportunità per reclutare e formare futuri lavoratori o che, cosa ancor più grave, ne fanno un utilizzo distorto con ripercussioni spesso drammatiche per i giovani.

LE PROPOSTE DI UNIMPRESA PER MIGLIORARE L’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

Al fine di aumentarne l’appeal da una parte e dall’altra di garantire un corretto utilizzo dello strumento, tutelando in primis la salute e la sicurezza dello studente impegnato nei percorsi di alternanza scuola lavoro, Unimpresa ha presentato al governo, in occasione della riunione di oggi al tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro al ministero dell’Istruzione, cinque semplici proposte, di facile attuazione.

  1. Riconoscere delle premialità, sotto forma di incentivi o sgravi, per le aziende che ospitano studenti in alternanza scuola-lavoro e che si concludono con la certificazione positiva del percorso formativo anche da un punto di vista di formazione/informazione ai sensi del D.Lgs.81/08;
  2. Attualmente la risorsa in alternanza scuola-lavoro rientrano ai fini dell’81/08 nella definizione di lavoratore alla pari di tutti gli altri prestatori, ma considerata l’età e la conseguente totale inesperienza degli studenti impegnati nei percorsi di alternanza, si deve prevedere una specifica disciplina con rafforzamento delle attività di prevenzione nonché l’inasprimento delle sanzioni per quelle aziende che non rispettano tali obblighi;
  3. Incentivare la partecipazione degli studenti ai percorsi di alternanza scuola – lavoro, attribuendo a coloro che ottengono la certificazione positiva del percorso, dei punteggi aggiuntivi da considerare in sede di esame di maturità;
  4. Incrementare il numero delle ore a disposizione delle aziende per ciascuna risorsa e per ciascun percorso di alternanza scuola – lavoro, dando da una parte maggiore possibilità all’azienda di formare il futuro lavoratore e dell’altra poter dedicare una parte di queste ore aggiuntive alla formazione/informazione in materia di 81/08, troppo spesso oggi le aziende, considerando il numero esiguo di ore a loro disposizione, e dunque lo scarso tempo a disposizione per formare il futuro potenziale lavoratore, preferiscono non ricorrere allo strumento o comunque utilizzarlo in maniera sommaria e non dedicando la giusta attenzione all’attività di informazione ai sensi del D.Lgs. 81/08;
  5. Prevedere che le attività formative/informative specifiche da impartire obbligatoriamente agli studenti, nonché la dotazione di specifici DPI, siano a completo carico dei Fondi dello Stato e delle Regioni.

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