Giovedì gli Stati Uniti hanno annunciato degli accordi commerciali con l’Argentina, l’Ecuador, il Guatemala ed El Salvador per la rimozione dei dazi sulle importazioni di alcuni prodotti (soprattutto beni agroalimentari) da questi paesi, che in cambio apriranno maggiori spazi alle merci americane. Le intese verranno ultimate nel giro di due settimane e dovrebbero garantire una riduzione dei prezzi del caffè, delle banane e della carne negli Stati Uniti: l’amministrazione del presidente Donald Trump ha presentato questi accordi – e quelli che potrebbero seguire con Taiwan e con la Svizzera – come utili all’abbassamento del costo della vita, una delle preoccupazioni principali dell’elettorato.
COSA PREVEDONO GLI ACCORDI COMMERCIALI CON ARGENTINA, ECUADOR, EL SALVADOR E GUATEMALA
Più nel dettaglio, gli accordi quadro annunciati giovedì prevedono il mantenimento, da parte degli Stati Uniti, di dazi al 10 per cento sulla maggior parte dei prodotti provenienti da Argentina, El Salvador e Guatemala (l’America ha in surplus commerciale verso questi paesi), e di dazi al 15 per cento sulle importazioni dall’Ecuador (gli Stati Uniti sono in deficit). Washington, però, eliminerà le tariffe su una serie di beni che non vengono coltivati, estratti o prodotti sul suolo americano, come il caffè ecuadoregno.
Gli accordi contengono inoltre degli impegni, da parte dei quattro paesi latinoamericani, a non applicare tasse sui servizi digitali delle società statunitensi e a rimuovere i dazi sui beni agricoli e industriali provenienti dagli Stati Uniti.
IL PATTO CON L’ARGENTINA
Dei quattro accordi, il più significativo è quello con l’Argentina, anche perché si tratta di una delle economie più chiuse al mondo, nonostante gli sforzi liberalizzatori del presidente Javier Milei. “I paesi apriranno reciprocamente i propri mercati ai prodotti chiave”, si legge in un comunicato della Casa Bianca dove viene affermato che l’Argentina fornirà “un accesso preferenziale al mercato per le esportazioni di beni statunitensi”, tra cui alcuni medicinali, prodotti chimici, macchinari, prodotti informatici e dispositivi medici.
Washington e Buenos Aires hanno anche detto di volersi impegnare “a migliorare le condizioni reciproche di accesso al mercato per il commercio di carne bovina”, i cui prezzi sono cresciuti molto negli Stati Uniti negli ultimi anni. Tuttavia, i piani dell’amministrazione Trump per l’aumento delle importazioni di manzo argentino sono state criticate dagli allevatori statunitensi – un importante segmento elettorale per il Partito repubblicano -, rappresentati dalla National Cattlemen’s Beef Association.
Nel 2024 gli Stati Uniti hanno esportato in Argentina carne di manzo e di maiale per un valore di 2,6 milioni di dollari. Il paese sudamericano ha bloccato gli acquisti di pollame statunitense per via dell’influenza aviaria.
BANANE, CAFFÈ E CIOCCOLATO SVIZZERO
Gli accordi con il Guatemala, El Salvador e l’Ecuador si concentrano invece sui prodotti che non vengono prodotti, o solo in quantità ridotte, negli Stati Uniti, come il caffè e le banane già citati. L’amministrazione Trump ha parlato anche, per il futuro, di una possibile riduzione dei dazi sul cioccolato grazie a un accordo commerciale con la Svizzera: i negoziati sono ancora in corso.






