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Sharing Economy

Uber: arrestati General Manager UE e Uber France

Arrestati a Parigi il Ceo di Uber France e il General Manager Uber per l’Europa. A lanciare la notizia è l’agenzia AFP press, si aspettano aggiornamenti. Secondo le prime indiscrezioni ad essere coinvolti sarebbero Thibault Simphal, alla guida della divisione francese di Uber e Pierre-Dimitri Gore-Coty, direttore generale Uber per l’Europa occidentale. I due sono stati…

Secondo le prime indiscrezioni ad essere coinvolti sarebbero Thibault Simphal, alla guida della divisione francese di Uber e Pierre-Dimitri Gore-Coty, direttore generale Uber per l’Europa occidentale. I due sono stati presi in custodia dalle autorità. I due direttori sono stati travolti nell’indagine aperta dal 2014 che aveva al centro l’applicazione utilizzata per mettere in contatto autisti e privati a tariffe economiche.

La notizia arriva a seguito di una caldissima settimana. In tutto il territorio nazionale francese i tassisti sono scesi in piazza contro Uber Pop, decisi di dare la spallata al servizio di sharing economy dopo che il Governo aveva promesso di chiudere l’applicazione.

Secondo quanto riporta il sito The Local, il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha annunciato l’impiego di 200 agenti supplementari per pattugliare le strade in cerca di driver Uber Pop. La divisione della polizia incaricata è denominata “Boers” e ha il compito di fermare chiunque effettui trasporto clienti senza le dovute autorizzazioni, i conducenti UberPop rischiano a quel punto di vedere sequestrati i loro veicoli.

Uber Pop è considerato illegale in Francia, ma il servizio ha continuato di fatto ad operare in attesa del giudizio definitivo, previsto per settembre della Corte Costituzionale Francese.

Durante l’attesa della sentenza le autorità regionali hanno tuttavia continuato ad esprimere la loro contrarietà dall’app Uber, che al momento conta più di 400.000 utenti in Francia.

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Uber Pop, in Italia

UberPop ha ricevuto una sonora bocciatura anche in Italia dal Tribunale di Milano. La versione della  famosissima (e contestatissima) applicazione Uber, che consente agli utenti di trasformarsi in autisti, anche quando non sono autisti professionisti, è stata giudicata dal Tribunale del lavoro di Milano “concorrenza sleale”.

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