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E’ l’Emilia Romagna la prima regione d’Italia per utilizzo dei fondi europei

Next Generation EU

Lo conferma il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del ministero dello Sviluppo economico, a Bologna, durante il Comitato di sorveglianza del Por-Fesr. “Per l’Emilia-Romagna, che già nelle precedenti rilevazioni figurava nelle prime posizioni a livello nazionale per capacita’ di utilizzo dei fondi Ue– sottolinea l’assessore regionale alle Attività produttive, Luciano Vecchi, in una nota- è un’ulteriore conferma della capacità, qualitativa e quantitativa, di impiego delle risorse europee per programmi di sviluppo e di innovazione“.

Per il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), i numeri parlano di quasi 280 milioni di euro di spesa certificata al 31 maggio 2014, su un totale di 347 milioni di risorse a disposizione per la programmazione 2007-2013, superando gia’ l’obiettivo di spesa previsto per tutto il 2104. In termini percentuali, la Regione ha certificato il 72,59% degli impegni di spesa.

L’obiettivo di spesa per il 2013 sul totale del programma era di 201,2 milioni di euro e la spesa certificata al 31 maggio 2014 e’ di 278,2 milioni di euro. Analizzando i contributi erogati, per ricerca e innovazione sono stati destinati 118,4 milioni di euro. Per l’asse dedicato allo sviluppo innovativo delle imprese, i pagamenti certificati raggiungono i 43,8 milioni di euro. Per la qualificazione ambientale e lo sviluppo sostenibile, poi, i pagamenti certificati si assestano a 31,2 milioni di euro, mentre si sale a 69,4 milioni di euro per la valorizzazione e la qualificazione del patrimonio ambientale e culturale. Per quanto riguarda gli interventi realizzati nell’ultimo anno, si ricorda nella nota, nell’ambito della ricerca industriale e trasferimento tecnologico è stato avviato a Mirandola il nuovo laboratorio dedicato ai materiali innovativi e alla ricerca applicata, gestito dalla Fondazione Democenter-Sipe in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Il progetto ha visto 4,25 milioni di euro di investimento totale (di cui 3,8 di fondi regionali) e l’impiego di 20 ricercatori. Sempre nello stesso ambito hanno preso il via i nuovi programmi di ricerca sperimentale dedicati alle tecnologie antisismiche applicabili nei processi di ricostruzione, sia in ambito industriale che civile e delle infrastrutture, realizzati dal Centro interdipartimentale edilizia e costruzioni dell’Università di Bologna e dal laboratorio Larcoicos. L’iniziativa ha visto 900.000 euro di investimento totale (810.000 dei quali di contributo regionale) e l’impiego di 12 nuovi ricercatori. Infine, gli investimenti produttivi nelle aree colpite dal sisma: 1.209 le domande presentate, di cui 894 ammesse e 189 finanziate, pari a 23 milioni di contributi e a 80 milioni di investimenti finanziati. (fonte: Dire)

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