L’Antitrust europeo sfonda nel settore del mercato del lavoro e lo fa elevando, per la prima volta, una sanzione da circa 330 milioni di euro dopo aver riconosciuto l’esistenza di pratiche anti concorrenziali per non sottrarsi i rispettivi talenti impiegati, volte a favorire la tedesca Delivery Hero (in alcuni mercati nota come Foodora, e-Food o Foodie) e la spagnola Glovo, entrambe attive nel settore delle consegne a domicilio.
LE MULTE INFLITTE A DELIVERY HERO E A GLOVO
Alle due piattaforme della gig economy è stato contestato di aver messo in piedi un cartello dal 2018, ossia da quando il gruppo di Berlino ha fatto il primo investimento di minoranza in Glovo che ha successivamente portato, nel 2022, al controllo esclusivo della prima realtà sulla ormai ex concorrente iberica. La ripartizione delle ammende inflitte ammonta a 223.285.000 euro per Delivery Hero e a 105.732.000 euro per Glovoapp23 .
LE ACCUSE
Tra le accuse mosse dall’Antitrust comunitario lo scambio sistematico di informazioni finalizzato a non danneggiarsi reciprocamente sia nei singoli mercati, sia per ciò che concerne la loro presenza internazionale, spartendosi de facto i mercati ed eliminando ogni sovrapposizione esistenza. Tutto ciò è stato favorito dall’ingresso societario di Delivery Hero in Glovo e attuato condividendo informazioni sulle strategie commerciali, sui prezzi, sulle capacità, i costi e le caratteristiche dei servizi offerti alla clientela.
Un funzionario europeo ha spiegato che dal settembre 2018 Glovo e Hero hanno iniziato a “scambiarsi informazioni sulle loro attività, in molti modi diversi” anche “tramite contatti WhatsApp, dove hanno discusso molto”. Questi comportamenti sono avvenuti “a diversi livelli dell’azienda”, con la condivisione di “informazioni molto dettagliate”.
GLI ACCORDI DI NO POACH
Ma, soprattutto, l’Antitrust Ue ha rinvenuto prove della sussistenza di accordi per non ‘sottrarsi’ a vicenda i manager e, a seguire, gli altri dipendenti – non i rider -, definiti nel gergo accordi di ‘no-poach’. Questo sarebbe avvenuto mediante la firma di patti parasociali ad hoc. Tali mosse, finalizzate a favorire le imprese, contemporaneamente danneggiavano i rispettivi dipendenti non consentendo a questi ultimi di strappare le condizioni migliori che sarebbero spettate loro operando all’interno di un settore nel quale vige una reale concorrenza.
COSA DICONO DALLA COMMISSIONE UE
Proprio quest’ultimo punto è stato sottolineato da Teresa Ribera, vice presidente della Commissione Ue, affermando che “Questo caso è importante perché queste pratiche sono state agevolate da un uso anticoncorrenziale della partecipazione di minoranza di DeliveryHero in Glovo. È anche la prima volta che la Commissione sanziona un accordo di non sottrazione di dipendenti, in cui le aziende smettono di competere per i migliori talenti e riducono le opportunità per i lavoratori”. Sia Delivery Hero sia la controllata Glovo hanno ammesso la fondatezza delle accuse, accettando di pagare le sanzioni multimilionarie per chiudere il caso.