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Piracy Shield

Piracy Shield, lo scudo anti pezzotto ora oscurerà film e concerti. Cosa cambia

Col 15 settembre si cambia musica nella lotta alla pirateria: il dispositivo utilizzato dall'Agcom per oscurare i siti che trasmettono le partite di calcio potrà bombardare anche le piattaforme che permettono la visione di concerti, film e serie televisive. Tutte le novità e i calcoli curiosi dell'Autorità per estendere i termini temporali per la messa in funzione di un dispositivo non immune da passi falsi e polemiche

Nonostante le innumerevoli polemiche per i diversi passi falsi compiuti nell’uso spesso indiscriminato e troppo leggero del Piracy Shield, la piattaforma nazionale che oscura i siti che trasmettono illegalmente contenuti in streaming (donata dalla Lega calcio Serie A all’Agcom) è stata promossa sul campo (di calcio) per muovere guerra anche a nuovi tipi di trasmissioni pirata online.

PIRACY SHIELD, COSA CAMBIA

Forte dei poteri che la legge 14 luglio 2023, n. 93, ha attribuito all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’Agcom ha deciso di aumentare il perimetro dello strumento attivato un anno e mezzo fa (il primo febbraio 2024) per ricomprendere nel suo raggio d’azione anche la visione di film e serie televisive pirata la cui diffusione danneggia gli incassi al botteghino e quelli delle principali piattaforme legali, da Netflix a Prime fino a Disney+ e Now, giusto per citare le più note.

Una estensione che ha richiesto di forzare l’interpretazione di “diretta” che faceva da pietra angolare all’intera offensiva statale antipirateria visto che, come ormai è noto a tutti, il dispositivo nato per rottamare il pezzotto era stato previsto e normato per bloccare entro 30 minuti la fruizione illecita di contenuti live.

Dal momento che gli innumerevoli cloni di Netflix e Prime distribuiscono agli internauti film e serie registrati in precedenza, come poter aggirare il paletto del limite temporale?

IL CONCETTO DELLA PRIMA VISIONE

Ecco allora che con la Delibera 209/25/Cons l’Agcom ha introdotto un nuovo concetto relativo alla “prima visione”: c’è comunque, anche nei casi di contenuti che non vengono trasmessi in diretta, un periodo temporale da rispettare (nel documento dell’Autorità, da pagina 28, è presente anche tutto il ragionamento che ha portato alla sua individuazione) ma questa volta sarà decisamente maggiore, andando dal primo al ventottesimo giorno dalla data di uscita del film nelle sale cinematografiche o dalla sua prima pubblicazione per ciò che concerne le opere indirizzate direttamente alla fruizione domestica.

QUATTRO SETTIMANE PER INTERVENIRE

Si esclude pertanto la possibilità di intervento su quei contenuti più vecchi di quattro settimane. Tuttavia calcolare il primo dei 28 giorni non sarà immediato. Infatti, tale curioso ragionamento viene ulteriormente forzato nel caso di programmi di intrattenimento, come i talent show, arrivando strumentalmente a coprire l’intero periodo tra la prima messa in onda “live” della prima puntata e il ventottesimo giorno dalla messa in onda “live” dell’ultima puntata.

E dato che gli episodi delle serie tv (che sono spesso le vere killer application di un servizio di streaming) vengono spesso centellinati dalle piattaforme che ne acquistano i diritti per la trasmissione, anche qui il 28esimo giorno è legato alla data di pubblicazione in prima visione non del primo bensì dell’ultimo episodio, in modo da ampliare al massimo la portata del Piracy Shield.

Più agevole a livello normativo per l’Agcom prevedere la copertura di un simile ombrello anche agli eventi musicali dato che, al pari delle manifestazioni sportive, avvengono live. Infine, le opere musicali rese disponibili illegalmente prima del loro rilascio ufficiale sul mercato (pre-release) e le opere sonore inedite verranno tutelate dal Piracy Shield per una durata omplessiva di 15 giorni dal loro rilascio ufficiale sul mercato.

QUANDO ENTRA IN FUNZIONE IL SUPER PIRACY SHIELD?

Tali novità, informano dall’Agcom, verranno attuate a partire dal prossimo 15 settembre. Resta da capire se, al pari di Google, anche Cloudflare accetterà di bloccare i domini segnalati sui suoi Dns. In quel caso, dal momento che i siti pirata italiani sono sempre i soliti – benché cambino spesso indirizzo per aggirare gli attuali blocchi – riuscire a vedere contenuti illeciti sarà senza dubbio più complesso e frustrante rispetto al presente.

AFFARI D’ORO PER I SERVIZI VPN?

Almeno per coloro che non sanno nulla delle Vpn: inutile dire che proprio queste novità dell’Agcm potrebbero tirare la volata a chi commercializza tali servizi di server proxy utili ad aggirare i vincoli nazionali.

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