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Overwatch 2

Perché la Cina odia Overwatch 2

Dal suo debutto sul principale e-commerce per PC, Overwatch 2 ha raccolto oltre sessantamila recensioni negative che lo hanno spinto in cima alla ben poco lusinghiera Hall of Shame. Ma c'è un particolare: due terzi dei commenti arrivano dalla Cina e sono legati alle conseguenze del divorzio tra Activision Blizzard e NetEase

Ci sarebbe la Cina, o almeno migliaia di gamer cinesi, dietro la gragnuolata di recensioni negative (in gergo review bombing) che sta seppellendo il titolo Overwatch 2 sotto decine e decine di giudizi critici e votacci. Una storia che sarebbe solo l’ultimo strascico della separazione tra l’occidentale Blizzard, responsabile del videogame, e il publisher cinese NetEase, avvenuta, come avevamo scritto qualche tempo fa, in un vero e proprio clima da “guerra fredda“. Ma andiamo con ordine.

IL DEBUTTO TRA LE POLEMICHE DI OVERWATCH 2 SU STEAM

Appena debuttato su Steam, principale e-store per l’acquisto delle versioni digitali di titoli per PC, Overwatch 2 è stato subissato da una marea di recensioni negative, tanto che in poche ore è diventato il peggior titolo a listino, finendo dunque di diritto nella cosiddetta “hall of shame” (esatto, non fame, proprio ‘vergogna’), che annovera i 250 videogiochi più brutti in vendita sulla piattaforma.

Ma le recensioni, si sa, sono soggettive e, soprattutto, come già accaduto su altri siti (pensiamo a quelli che permettono di valutare alberghi e ristoranti) i voti possono essere pilotati, tanto più se gli utenti riescono a fare “cartello”. È quello che starebbe succedendo a Overwatch 2, almeno secondo l’analista Daniel Ahmad – ben noto nell’ambiente videoludico – che ha deciso di spulciarle per capire se fossero legate da un fil rouge.

 

LA RABBIA CINESE

È così emerso che due terzi delle recensioni che castigano lo sparatutto firmato da Activision Blizzard provengono dalla Cina. Molti giocatori cinesi, spiega Ahmad, evidenziano dettagli negativi citati anche nelle recensioni dei giocatori occidentali, come la cancellazione della modalità Eroe e i costi delle microtransazioni.

LA SEPARAZIONE TRA NETEASE E LO SVILUPPATORE OCCIDENTALE

Ma i più (e qui torniamo alla dolorosa separazione tra l’etichetta USA e il distributore cinese) sembrano volersi vendicare del fatto di non avere potuto giocare a Overwatch 2 per circa otto mesi, a causa della rottura dell’accordo di distribuzione nel Paese asiatico tra Blizzard e la cinese NetEase avvenuta a inizio 2023 che ha bloccato la distribuzione in Cina dei prodotti della software house americana e la chiusura delle sue sedi e di tutti i server.

L’APPRODO SU STEAM NON È STATA UNA BUONA IDEA

Activision Blizzard ha voluto usare l’approdo del suo sparatutto su Steam (lo store di Valve è accessibile direttamente, senza bisogno di VPN, in Cina e Overwatch 2 non a caso include il cinese semplificato anche nella sua versione internazionale), proprio per permettere anche ai milioni di cinesi ex clienti di rimettere le mani sul titolo, ma l’impossibilità di recuperare i propri vecchi account e l’assenza di server dedicati si sono rivelati un boomerang per la software house californiana che sperava di tornare a fatturare come ai vecchi tempi. Infatti in poche ore si è ritrovata il titolo di punta subissato da recensioni negative.

ACTIVISION BLIZZARD FA SPALLUCCE

A ogni modo da Activision Blizzard si ostenta tranquillità anche con riferimento alla diminuzione di utenti sui server: “In sostanza, il declino è normale. Siamo un gioco free-to-play ed è molto facile sia entrarci e provarlo, sia andarsene per vedere altro. Registriamo regolari alti e bassi nel numero di giocatori. Non c’è nulla di preoccupante per quel che riguarda me o il mio team”, ha recentemente dichiarato alla testata di settore IGN Jared Neuss, produttore esecutivo di Overwatch 2.

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