Inizio di anno difficile per Just Eat Takeaway, piattaforma che permette di ordinare cibo online con consegna a domicilio, che sul listino di Amsterdam nel pomeriggio del 15 gennaio ha perso il 7,5% a 13,27 euro, con una delle flessioni più ampie dell’indice Stoxx Europe 600 dopo che Exane Bnp Paribas ha avvertito di “evitare il settore”. A pesare su Just Eat è anche la conclusione di una controversia legale sull’aumento delle tariffe negli Stati Uniti. Ma la notizia realmente indigesta per la proprietà riguarda la chiusura subito dopo la prossima estate del suo servizio di consegna interno a Parigi, mossa che potrebbe avere un impatto su oltre 100 posti di lavoro.
Infatti, secondo il sindacato Force Ouvrière (FO), Just Eat conta oggi solo un centinaio di dipendenti fissi, tutti a Parigi (gli interessati da questa nuova decisione) superstiti dell’importante piano di riduzione dei posti di lavoro del 2022, al termine del quale erano stati licenziati “più di 300 dipendenti”.
NIENTE PIU’ TEKEAWAY DI JUST EAT A PARIGI?
Just Eat ha dichiarato di trovarsi in una situazione di svantaggio competitivo in Francia e, come già si ricordava, ha abbandonato le sue operazioni di consegna interne nella maggior parte dell’Hexagone nel 2022, a favore di un servizio di corriere di terzi, Stuart, che utilizza corrieri autonomi. E pare proprio che anche a Parigi l’azienda passerà ora a un modello simile, secondo quanto ha dichiarato un portavoce di Just Eat Takeaway France in un comunicato.
La direzione ha sottolineato che “sarà ancora possibile ordinare tramite la piattaforma Just Eat a Parigi” e che la consegna avverrà tramite i suoi “partner”, oltre che tramite i ristoratori che dispongono di un proprio sistema di consegna. La direzione ha inoltre affermato che saranno offerte opportunità di ricollocamento “ove possibile”.
LE TRIBOLAZIONI DEL 2023
All’inizio di questa settimana, Just Eat Takeaway ha dichiarato di aspettarsi di registrare gli utili core del 2023 in anticipo rispetto alle sue previsioni, dopo aver raggiunto il pareggio del flusso di cassa libero nella seconda metà del 2023.
Ma i soli dati certi sono le tribolazioni economiche della piattaforma nel corso dell’ultimo periodo. Lo scorso anno circa 1900 rider impiegati dal servizio britannico “Scoober” di Just Eat avevano ricevuto un preavviso di sei settimane che li allertava che non sarebbero stati assunti con contratti a tempo pieno. Al loro posto, contrariamente a quanto annunciato dall’ex startup in più occasioni, lavoratori freelance. Anche altri 170 dipendenti del reparto operativo dell’azienda sono stati lasciati a casa.
LA SCELTA DI ASSUMERE
La piattaforma nota soprattutto per essere stata tra le aziende del comparto più entusiastiche con riferimento alle norme europee per la regolarizzazione contrattuale dei ciclo-fattorini, continua insomma a scontare le difficoltà economiche legate a tale scelta.
Non a caso l’amministratore delegato Jitse Groen, parlando con i giornalisti mercoledì, ha criticato la mancata approvazione da parte dell’Unione Europea della Direttiva sul Lavoro su Piattaforma, una legge che creerebbe una “presunzione di occupazione” per i lavoratori a pagamento. Ma intanto i rider assunti finiscono licenziati.