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Perché gli Stati Uniti (e non solo) temono l’e-commerce cinese Temu?

Promette di dare la possibilità di “fare shopping come un miliardario” ma a prezzi stracciatissimi (in barba all’inquinamento e alla qualità). Negli Stati Uniti le persone vi trascorrono più tempo che su Amazon e Shein, e questo, più di tutto, preoccupa il governo perché si teme per la sicurezza informatica e i dati degli utenti che sono impazziti per Temu, l’e-commerce cinese che sta conquistando anche l’Italia

 

Dal suo debutto negli Stati Uniti, nel settembre 2022, l’e-commerce cinese Temu ne ha fatta di strada. Nato a Shanghai e figlio di Pdd Holdings, che possiede anche Pinduoduo (altro colosso dell’e-commerce made in Cina finito nel mirino delle autorità Usa), ha preso le distanze dalla società madre e dalla sua patria aprendo una sede a Boston per i clienti statunitensi e una in Irlanda per quelli nel resto del mondo.

Ma resta, tuttavia, il dubbio che i dati degli utenti entrino in possesso della Cina.

IL BOOM DI TEMU IN OCCIDENTE

Abbigliamento, giocattoli per bambini, telecamere di sorveglianza. Qualsiasi cosa un utente stia cercando su Temu lo troverà. E lo troverà a un prezzo irrisorio rispetto a competitor del calibro di Amazon. L’e-commerce cinese, che offre di tutto e di più, si è allargato ai Paesi occidentali nell’ultimo anno. Prima negli Stati Uniti e poi in una dozzina di Paesi Ue, tra cui Belgio, Francia e Germania, lo scorso aprile.

A livello globale, l’app è stata scaricata oltre 50 milioni di volte su Google e, secondo SimilarWeb, a inizio luglio, sull’App Store di Apple era quella più scaricata in Belgio, Francia, Italia, Germania e Portogallo e la seconda in Svezia, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito. È stata anche la più scaricata su Google Play Store in Belgio, Portogallo, Irlanda e Svezia.

I NUMERI NEGLI STATI UNITI

Sbarcato negli States nell’autunno del 2022, Temu dopo un mese aveva 4,5 milioni di utenti attivi mensili. A inizio 2023 si è fatto una certa pubblicità durante il Super Bowl e lo scorso luglio aveva accumulato 77,3 milioni di utenti attivi mensili, più del doppio rispetto all’inizio dell’anno, secondo la società di consulenza GWS Magnify citata da Dw.

I SEGRETI DEL SUCCESSO DI TEMU

Dietro al successo di Temu ci sono due ingredienti: prezzi bassissimi e una strategia pubblicitaria aggressiva. I primi possono essere garantiti perché l’e-commerce ha eliminato l’anello della catena che unisce venditori e acquirenti, ovvero i magazzini di destinazione, permettendo ai venditori con sede in Cina di spedire direttamente ai clienti. La seconda ha fatto sì che l’app venisse rapidamente conosciuta, sfruttando eventi quali, per esempio, il Super Bowl che è l’appuntamento sportivo dell’anno più seguito negli Usa, oltre che i classici canali Facebook, Instagram e TikTok, su cui vengono create apposite campagne che coinvolgono gli utenti e, di conseguenza, li fanno aumentare.

Pdd Holdings ha registrato un fatturato di 52,3 miliardi di yuan (7,2 miliardi di dollari) nel secondo trimestre, battendo la stima media di 43,3 miliardi di yuan. Un risultato significativo in un momento in cui la Cina si trova ad affrontare la crisi del settore immobiliare, il crollo degli investimenti esteri, un livello di disoccupazione giovanile record e lo storico inizio del calo demografico.

LA PREOCCUPAZIONE PER LA CYBERSECURITY E LA PRIVACY

Ma la rapida ascesa di Temu è un campanello d’allarme per i funzionari della sicurezza preoccupati del ruolo della tecnologia cinese in Occidente, afferma Politico. Le pratiche poco trasparenti dell’app in materia di privacy e cybersicurezza, la sospensione della sua app gemella Pinduoduo da Google Play Store a causa di un sospetto malware e il potenziale accesso di Pechino ai dati di Temu stanno preoccupando gli esperti di cybersecurity e privacy.

“Le app raccolgono una marea di dati su tutti noi, e cosa succede quando questi dati finiscono nelle mani di un governo autoritario i cui interessi economici e di sicurezza nazionale sono spesso in conflitto con quelli dell’Occidente?”, ha dichiarato a Politico Lindsay Gorman, responsabile del team di tecnologia e geopolitica presso il think tank German Marshall Fund (GMF).

Proprio per questo timore, all’inizio dell’anno i governi di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Europa e altri Paesi hanno deciso di vietare l’uso di TikTok sui telefoni dei funzionari governativi e la tecnologia cinese è stata bloccata da molti progetti infrastrutturali in Occidente, come le reti 5G.

“È quasi impossibile garantire che i dati non finiscano in Cina”, ha detto Gorman a Dw. “Tutte le piattaforme tecnologiche, in una misura o nell’altra, riconoscono i dati come un asset strategico” e “le piattaforme cinesi sono state più sfacciate nello spiare gli utenti”, ha aggiunto.

La vera domanda secondo lei è di che tipo di dati si tratti: “Perché una piattaforma di e-commerce ha bisogno di accedere alle informazioni sulle reti Bluetooth e Wi-Fi? Questo è il vero problema riguardante la privacy”.

Eppure, secondo l’analista e scrittore canadese Bruce Winder, sebbene le persone siano al corrente dei rischi per la privacy, degli standard di lavoro inadeguati e dei danni all’ambiente provocati da colossi senza scrupoli, sono “disposte a correre il rischio” e “a chiudere un occhio su altri potenziali rischi sociali perché sono disperati dal punto di vista finanziario”.

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