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Pedopornografia, nessuno tocchi la crittografia. Ora sono le Big Tech a volere più privacy dalla Ue?

Gli Stati membri della Ue non trovano un accordo sulle norme più restrittive per la tutela dei minori che permetterebbero di bucare la crittografia delle chat private per analizzare le foto inviate alla ricerca di materiale pedopornografico: per le Big Tech interessate si tratterebbe di una violazione della privacy

Il nuovo pacchetto europeo di norme sulla pedopornografia online (e, soprattutto, via app di messaggistica) ribalta una volta tanto la storica divisione tra legislatore comunitario e Big Tech (per lo più estere) in fatto di privacy. Per una volta, infatti, sono le software house a chiedere all’Unione europea più privacy mentre Bruxelles, per condurre una seria lotta al fenomeno, sarebbe disposta a sacrificarne parte sull’altare della maggior tutela ai minori arrivando a scalfire (scardinare, dice chi avversa le nuove regole) la riservatezza delle conversazioni offerta dalla crittografia.

IL REGOLAMENTO CHE FA TRIBOLARE LA UE E LE BIG TECH

Il regolamento comunitario proposto nel 2022 dalla commissaria svedese per gli Affari interni, Ylva Johansson “Sull’abuso sessuale dei minori” (Csam nell’acronimo inglese), subito soprannominato da politici e media come “regolamento Chatcontrol”, vorrebbe di fatto dare alla polizia il potere di sbirciare nelle comunicazioni private per appurare il contenuto delle immagini inviate, ad esempio, tramite Signal o Whatsapp. Si oppongono i gestori di tali piattaforme, che denunciano il rischio di una deriva verso la sorveglianza di massa.

 

La presidenza belga dell’Ue si era impegnata a portare a casa la stesura della versione definitiva entro la fine del proprio semestre, ma la strada pare tutta in salita e il Consiglio non riesce a raggiungere i numeri necessari per la maggioranza qualificata necessaria (ovvero il 55% degli Stati che rappresentino il 65% della popolazione).

CHI È FAVOREVOLE E CHI NO

Finora, il nostro Paese si è detto favorevole a un testo che faccia venir meno l’impenetrabilità della crittografia, mentre la Spagna sarebbe persino d’accordo ad abolirla del tutto. Nicchia invece la Francia e sul fronte opposto si è posizionata la Germania che mira a dare maggior tutela alle esigenze di riservatezza degli utenti delle chat.

Leggi anche: Con Pornhub, XVideos e Stripchat l’Ue vede rosso. Sono davvero vietati ai minori?

La vice presidente della Commissione, Vera Jourova, ha difeso via X il provvedimento: “La nostra proposta non viola la crittografia. Preserva la privacy e qualsiasi misura adottata deve essere in linea con le leggi sulla privacy dell’Ue”, ha precisato.

CRITTOGRAFIA Sì O NO?

La Commissione europea in realtà non ha una posizione realmente a favore della crittografia E2E che in un passaggio della proposta viene definita “uno strumento fondamentale per proteggere i diritti dei cittadini”, ma anche in grado “inavvertitamente” di “creare zone d’ombra, dove il materiale di abuso sessuale su minori può essere condiviso o diffuso”. Il medesimo allarme è stato per esempio lanciato dall’Europol.

SIGNAL PRONTA AD ABBANDONARE L’EUROPA?

Ha una posizione decisamente più netta la presidente di Signal, Meredith Whittaker: “La proposta compromette irreparabilmente la crittografia. Possiamo chiamarla backdoor, front door o moderazione degli upload. A prescindere, tutti questi approcci finiscono per creare una vulnerabilità che può essere sfruttata dagli hacker e dagli Stati ostili”.

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