Il nuovo pacchetto europeo di norme sulla pedopornografia online (e, soprattutto, via app di messaggistica) ribalta una volta tanto la storica divisione tra legislatore comunitario e Big Tech (per lo più estere) in fatto di privacy. Per una volta, infatti, sono le software house a chiedere all’Unione europea più privacy mentre Bruxelles, per condurre una seria lotta al fenomeno, sarebbe disposta a sacrificarne parte sull’altare della maggior tutela ai minori arrivando a scalfire (scardinare, dice chi avversa le nuove regole) la riservatezza delle conversazioni offerta dalla crittografia.
IL REGOLAMENTO CHE FA TRIBOLARE LA UE E LE BIG TECH
Il regolamento comunitario proposto nel 2022 dalla commissaria svedese per gli Affari interni, Ylva Johansson “Sull’abuso sessuale dei minori” (Csam nell’acronimo inglese), subito soprannominato da politici e media come “regolamento Chatcontrol”, vorrebbe di fatto dare alla polizia il potere di sbirciare nelle comunicazioni private per appurare il contenuto delle immagini inviate, ad esempio, tramite Signal o Whatsapp. Si oppongono i gestori di tali piattaforme, che denunciano il rischio di una deriva verso la sorveglianza di massa.
Let me clarify one thing about our draft law to detect online child sexual abuse #CSAM.
Our proposal is not breaking encryption. Our proposal preserves privacy and any measures taken need to be in line with EU privacy laws.
— Věra Jourová (@VeraJourova) June 20, 2024
La presidenza belga dell’Ue si era impegnata a portare a casa la stesura della versione definitiva entro la fine del proprio semestre, ma la strada pare tutta in salita e il Consiglio non riesce a raggiungere i numeri necessari per la maggioranza qualificata necessaria (ovvero il 55% degli Stati che rappresentino il 65% della popolazione).
CHI È FAVOREVOLE E CHI NO
Finora, il nostro Paese si è detto favorevole a un testo che faccia venir meno l’impenetrabilità della crittografia, mentre la Spagna sarebbe persino d’accordo ad abolirla del tutto. Nicchia invece la Francia e sul fronte opposto si è posizionata la Germania che mira a dare maggior tutela alle esigenze di riservatezza degli utenti delle chat.
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La vice presidente della Commissione, Vera Jourova, ha difeso via X il provvedimento: “La nostra proposta non viola la crittografia. Preserva la privacy e qualsiasi misura adottata deve essere in linea con le leggi sulla privacy dell’Ue”, ha precisato.
CRITTOGRAFIA Sì O NO?
La Commissione europea in realtà non ha una posizione realmente a favore della crittografia E2E che in un passaggio della proposta viene definita “uno strumento fondamentale per proteggere i diritti dei cittadini”, ma anche in grado “inavvertitamente” di “creare zone d’ombra, dove il materiale di abuso sessuale su minori può essere condiviso o diffuso”. Il medesimo allarme è stato per esempio lanciato dall’Europol.
Respectfully, your proposal does break encryption.
I am happy to spend as much time as you need reviewing in as much detail as you are comfortable with exactly how it breaks encryption, and why this is so dangerous. https://t.co/uG3pUaYzOQ
— Meredith Whittaker (@mer__edith) June 20, 2024
SIGNAL PRONTA AD ABBANDONARE L’EUROPA?
Ha una posizione decisamente più netta la presidente di Signal, Meredith Whittaker: “La proposta compromette irreparabilmente la crittografia. Possiamo chiamarla backdoor, front door o moderazione degli upload. A prescindere, tutti questi approcci finiscono per creare una vulnerabilità che può essere sfruttata dagli hacker e dagli Stati ostili”.