Si chiamano “siti per adulti” ma non c’è alcuna prova che i minori vengano realmente esclusi dalla fruizione dei loro contenuti birichini. È ciò che vuole appurare la Commissione europea, che ha chiesto a Pornhub, XVideos e Stripchat di fornire tutta una serie di informazioni sulle misure per la tutela dei minori. Le società, che in caso di violazione rischierebbero multe, hanno ora tempo fino al 4 luglio per presentare i documenti e il materiale necessari.
ESCLUDERE I MINORI NON È COSì FACILE
La Ue chiede alle piattaforme che veicolano materiale a luci rosse di dimostrare che il controllo operato sulla maggiore età degli utenti non si fermi al canonico pop up in cui, con un clic, si spunta l’autodichiarazione di essersi lasciati alle spalle da tempo i 17 anni.
Ma questo imporrebbe a Pornhub, XVideos, Stripchat e compagnia ululante di raccogliere i documenti d’identità degli utenti, costringendo quindi gli internauti alla registrazione e le piattaforme alla raccolta di dati molto sensibili.
Chi ha aperto un conto in banca online saprà per esempio che la procedura di registrazione spesso richiede di scattarsi una foto accanto al documento di identità che si vuole far valere, come ulteriore verifica da remoto sull’identità dell’utente (qualche ragazzino un po’ maliziosetto potrebbe difatti semplicemente inviare i dati del documento del babbo). Tutto ciò nel prossimo futuro (si parla dell’estate 2025) potrebbe snellirsi grazie alla trasposizione 1:1 digitale dell’identità europea.
Ma la navigazione dei siti porno – che nella sola Europa conta, per ogni piattaforma, un numero ben al di sopra dei 45 milioni di utenti, generando un indotto pubblicitario a moltissimi zeri – ha avuto finora fortuna per la discrezione – almeno presunta – con la quale finora è avvenuta: in pochi, tra gli habitué e i semplici curiosi, sarebbero disposti a metterci la faccia, tanto più se poi scartabellano tra video sopra le righe per i contenuti offerti.
I FRONTI CONTRAPPOSTI
Il tema può far sorridere, ma giuridicamente la contrapposizione dei diritti è seria. Da un lato sussiste il tema della privacy degli internauti, dall’altro l’esigenza di tutelare realmente i minori. In mezzo il giro d’affari multimiliardario del porno.
In Europa diversi Stati membri che hanno grande peso nelle decisioni della Commissione, come la Francia e la Germania sarebbero pronti a richiedere la verifica dell’età mediante documenti come hanno fatto negli USA gli Stati del Texas e dell’Utah. Al di là della Manica e dei nostri confini comunitari pure la Gran Bretagna sembra propendere per tale drastica misura. Un sistema, fanno notare i più smanettoni, che comunque potrà essere facilmente aggirabile sfruttando la VPN, che permette di fregare il sistema con connessioni che paiono arrivare da altri Stati.