In Europa circolano ancora troppi giocattoli pericolosi, nonostante le nuove norme approvate dal Consiglio dell’Unione europea. A farli arrivare sul mercato i soliti giganti dell’e-commerce tra cui AliExpress, Amazon Marketplace, Shein e Temu.
I NUMERI DEI GIOCATTOLI PERICOLOSI
Secondo il rapporto annuale diffuso dall’associazione di settore Toy Industries of Europe e citato dal Financial Times, l’86% dei 70 giocattoli acquistati online non ha superato i test di sicurezza previsti dagli standard del settore. La rilevazione segue una precedente indagine che aveva già evidenziato l’80% di prodotti pericolosi, alcuni dei quali ancora disponibili in rete.
CHI LI (RI)VENDE
Gli articoli esaminati provenivano da sette delle piattaforme più utilizzate: AliExpress, Amazon Marketplace, la francese Cdiscount, Fruugo del Regno Unito, la lettone Joom, Shein e Temu, da cui vengono spediti direttamente ai consumatori europei prodotti forniti da rivenditori terzi.
LE MAGAGNE
Le verifiche hanno individuato rischi legati a componenti ingeribili, batterie o magneti facilmente rimovibili e sostanze chimiche tossiche. Toy Industries of Europe ha inoltre segnalato la presenza di indirizzi falsi o incongruenti nelle informazioni fornite dai venditori.
TANTE (INUTILI) NORME
In base alla normativa europea, le piattaforme non sono considerate responsabili per i prodotti venduti da soggetti terzi, spesso con spedizioni dirette dalla Cina a tariffe postali agevolate. L’associazione di settore ha sostenuto che le disposizioni introdotte per imporre ai venditori extra-Ue un “operatore economico responsabile” nel territorio europeo non hanno prodotto effetti significativi.
Per Sylvia Maurer dell’organizzazione che rappresenta le associazioni dei consumatori europei (Beuc), “le autorità dovrebbero poter ritenere responsabili i marketplace online per i giocattoli non conformi venduti tramite le loro piattaforme quando non è possibile identificare un altro operatore economico responsabile”.
“Ciò che è illegale offline lo è altrettanto online, ma quando i venditori hanno sede fuori dall’Ue spesso non c’è nessuno che possa essere ritenuto responsabile”, ha detto la direttrice di Toy Industries of Europe, Catherine Van Reeth, la quale ha aggiunto che “i giocattoli pericolosi continuano a comparire nonostante la moltitudine di norme” e che le lacune nelle regole avvantaggiano i venditori esterni all’Unione.
NUOVI DAZI E DOGANE SOMMERSE DI LAVORO
Con oltre 4,6 miliardi di pacchi in arrivo annualmente sul territorio europeo, di cui il 90% proveniente dalla Cina, l’Ue ha deciso di intensificare i controlli doganali. A partire dall’inizio del 2026 verranno introdotti dazi su tutte le spedizioni, dopo l’eliminazione dell’esenzione per i pacchi di valore inferiore a 150 euro (sulla falsariga di quanto fatto da Trump negli Stati Uniti). Tuttavia, secondo Anna Jerzewska della società di logistica DSV, le dogane possono intervenire solo in parte rispetto ai volumi attuali e “servono molte misure” oltre a un soggetto responsabile all’interno dell’Unione.
Intanto, alcuni Stati membri stanno applicando costi di gestione per disincentivare gli acquisti a basso costo provenienti da mercati extra-Ue, mentre un sistema tariffario uniforme dovrebbe entrare in vigore entro il 2028. A livello nazionale, la Francia, per esempio, ha vietato a Shein di operare nel paese dopo il ritrovamento di articoli non consentiti, tra cui coltelli e bambole sessuali dall’aspetto infantile.
LE REAZIONI DELLE PIATTAFORME ONLINE
In seguito alle segnalazioni, le piattaforme, secondo quanto riferito dal Ft, hanno fornito riscontri formali. AliExpress ha dichiarato di prendere “molto sul serio” le questioni di sicurezza e di voler “indagare su qualsiasi preoccupazione relativa alla sicurezza dei prodotti”. Temu ha affermato di “vietare rigorosamente la pubblicazione o la vendita di prodotti non conformi alle leggi vigenti”.
Amazon ha precisato che i prodotti contestati “sono stati rimossi, l’indagine è in corso” e ha richiamato le proprie procedure di controllo. Shein ha comunicato di aver rimosso gli articoli segnalati e di imporre ai fornitori il rispetto degli standard aziendali e delle leggi locali.
Cdiscount ha sottolineato l’uso di sistemi automatici per individuare prodotti non conformi, mentre Fruugo ha affermato di collaborare con i regolatori. Joom, invece, non ha fornito una risposta.
Le piattaforme hanno inoltre dichiarato che avvieranno verifiche sui prodotti indicati da Toy Industries of Europe.
IL PASSAPORTO DIGITALE CHE VERRÀ
Per rafforzare il quadro di sicurezza dei giocattoli venduti nel mercato europeo, il mese scorso il Consiglio dell’Ue ha adottato nuove norme. Il provvedimento, ricorda Euronews, introduce l’obbligo di un passaporto digitale del prodotto, concepito per migliorare la tracciabilità e consentire a consumatori e autorità di verificare in modo immediato la conformità dei giocattoli. Gli importatori dovranno presentare il passaporto digitale alle frontiere, incluse le spedizioni destinate alla vendita online. Un nuovo sistema informatico europeo controllerà i passaporti digitali alle frontiere esterne e individuerà le spedizioni da sottoporre a controlli approfonditi.
L’applicazione completa delle nuove regole, tuttavia, è prevista dopo un periodo di transizione di quattro anni e mezzo, in attesa dell’approvazione definitiva del Parlamento europeo.
PIÙ DIVIETI SULLE SOSTANZE CHIMICHE
Il nuovo regolamento europeo inoltre estende il divieto di sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione presenti nei giocattoli, includendo anche gli interferenti endocrini, come bisfenoli e ftalati. Queste sostanze possono interferire con l’attività ormonale anche a dosi ridotte. La vulnerabilità dei bambini, legata allo sviluppo del sistema endocrino e del cervello, è al centro delle motivazioni indicate dal legislatore. Le esposizioni infatti sono state associate a un calo degli spermatozoi, all’aumento di malformazioni congenite e a un incremento di tumori sensibili agli ormoni.
I PFAS DELLA DISCORDIA
Il testo legislativo introduce inoltre un divieto limitato sull’uso intenzionale dei Pfas (le cosiddette “sostanze chimiche perenni”) nei giocattoli, con eccezioni per componenti elettronici inaccessibili ai bambini. Il tema è al centro del dibattito normativo europeo, in attesa della revisione della legislazione sulle sostanze chimiche prevista per il 2026.






