Lasciata alle spalle, forse una volta per tutte, la stagione della lag (latenza) nello streaming, ora per Dazn a singhiozzare sono solo più i bilanci. Che fotografano una realtà in costante crescita, certo, ma dicono pure che l’oligarca Len Blavatnik, l’imprenditore ucraino (nato a Odessa quando il Paese era ancora sotto l’Urss e riparato ventenne negli Usa) oggi – come tanti altri suoi facoltosi connazionali – con residenza londinese, amico di Putin come pure della famiglia reale inglese (tra le innumerevoli proprietà ha anche una villa a Kensington Palace Gardens, accanto alla dimora del Principe William), continua a versarci una quantità immane di soldi.
L’INIEZIONE DI CAPITALI DI BLAVATNIK
Non che questo sia un problema per l’uomo più ricco della Gran Bretagna, il 33esimo nel mondo secondo il Bloomberg Billionaires Index, ma forse lo è per Dazn che continua a essere legatissima all’imprenditore dell’est, avendo ricevuto, via Access Industries, altri 240 milioni di dollari, dopo i 730 milioni di dollari dello scorso anno.
Forse anche per questo, come segnalato da Bloomberg, Dazn sta esplorando la possibilità di ricorrere al mercato dei capitali per raccogliere nuovi finanziamenti in attesa di imparare a stare sul mercato.
I NUMERI DI DAZN
La situazione comunque nell’arrembante Netflix del calcio va migliorando, non solo dal punto di vista della fluidità dello streaming. Segno che gli investimenti sui diritti sportivi – a iniziare dalla Serie A – iniziano a dare i loro frutti, sebbene l’appuntamento con l’utile sia rinviato ancora, forse al bilancio 2023. Dazn aveva chiuso il bilancio 2021 con una buco di 2,3 miliardi di dollari. Le perdite della piattaforma di streaming sportivo erano aumentate del 79% per via dell’aumento dei costi.
L’ultimo bilancio mostra l’efficacia della correzione di rotta dal momento che Dazn aumenta i ricavi e riduce le perdite. Nel 2022 ha aumentato il fatturato del 41%, toccando quota due miliardi di euro. Il buco di bilancio s’è considerevolmente ridotto dai 2,3 miliardi di dollari del 2021 agli 1,2 miliardi di dollari del 2022 (circa 1,1 miliardi di euro), con un calo del 46%. È ancora tanto, certo, ma sebbene sia una corazzata in grado di sbaragliare le affermate concorrenti sulla scena da molto più tempo, non dimentichiamo che Dazn è sempre una startup: le perdite e i bilanci non troppo sereni, insomma, sono la regola.