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Arabia Saudita Nintendo

Così l’Arabia Saudita giochicchia con Nintendo, EA e Take-Two

Oltre al 7% di Nintendo, l'Arabia Saudita possiede il 5,8% delle azioni di EA (in precedenza erano fermi al 5,1%), mentre in Take-Two è passata dal 5,3% all'attuale 6,8%

L’Abc dell’economia vuole che un investitore diversifichi i propri investimenti. È noto. Figurarsi cosa può accadere allora a un paese che vive di petrolio come l’Arabia Saudita in un momento storico come questo in cui il mondo ha deciso di puntare su ben altre fonti energetiche. Si spiega, almeno in parte, l’improvvisa attrazione del principe Mohammed bin Salman per i videogiochi.

L’ARABIA SAUDITA VUOLE NINTENDO?

Ovviamente, i videogiochi sono solo uno dei tanti comparti economici su cui puntano i sauditi, che intendono investire la loro ricchezza perché frutti anche un domani, nel mondo green che stiamo costruendo.

Per questo nei mesi scorsi si erano via via fatte più insistenti le voci che l’Arabia Saudita fosse pronta ad acquisire un publisher di videogiochi, soprattutto dopo l’annuncio, da parte del principe bin Salman di aver stanziato quasi 38 miliardi di dollari da utilizzare per il settore videoludico. Ecco, secondo le indiscrezioni, 13 di questi sarebbero stati accantonati per l’acquisto di una software house di primo piano.

Nell’attesa che i sauditi acquistino la loro software house, lo scorso anno, nel maggio ’22, l’Arabia Saudita ha compiuto un passo importante nei confronti di una etichetta storica, Nintendo, arrivandone a possedere il 5% e questa fetta si è già ulteriormente allargata. Tramite ulteriori investimenti, il Public Investment Fund (PIF) del principe Mohammed bin Salman a gennaio è arrivato al 6% mentre ora possiede il 7,08% delle quote azionarie della Casa di Kyoto.

TUTTI I NUMERI DELLO SWITCH (ARRIVATO A FINE CORSA?)

Il boom ottenuto da Nintendo con la sua console ibrida, lo Switch, può spiegare perché l’Arabia Saudita abbia deciso di puntare sull’etichetta che ha dalla sua IP come Super Mario e Zelda. Questo sebbene nell’esercizio che terminerà il 31 marzo l’utile netto dovrebbe assestarsi a 370 miliardi di yen, equivalenti a 2,62 miliardi di euro, in netto calo rispetto alle previsioni iniziali di 400 miliardi di yen.

La contrazione delle vendite della console Switch negli ultimi mesi, incluso il cruciale periodo natalizio, è stata del 21,3% a 14,9 milioni di unità, sia per via della carenza dei semiconduttori, sia soprattutto perché la console sarebbe vicina alla saturazione del mercato.

Per l’anno fiscale le stime per la popolare console dovrebbero raggiungere quota 18 milioni rispetto ai 19 milioni previsti l’anno scorso. Ridimensionamento anche per fatturato, nella misura del 5,6% a 1.600 miliardi di yen e dell’utile operativo, a 480 miliardi di yen da 500 miliardi. Questo nonostante l’arrivo sul mercato dell’atteso The Legend of Zelda – Tears of the Kingdom, considerato già una killer application, ovvero un titolo per cui vale la pena acquistare la console su cui gira (ma lo Switch, appunto, avrebbe raggiunto la staturazione).

A trainare ancora le vendite della macchina Nintendo ci pensa il cambio vantaggioso yen-dollaro. Nei nove mesi tra aprile e dicembre l’azienda con sede a Kyoto ha fatto segnare un utile in calo del 5,8% a 346 miliardi (2,45 miliardi di euro) e un fatturato in diminuzione dell’1,9%, malgrado ciò ha annunciato un aumento dei salari per i propri dipendenti del 10% a partire da aprile, come misura per combattere l’inflazione e continuare ad attrarre nuovi talenti sul mercato del lavoro.

I SAUDITI PUNTANO ANCHE SU DUE AMERICANI

Ma l’Arabia Saudita non si muove solo su Nintendo: il PIF ha effettuato ulteriori investimenti su Electronic Arts e Take-Two, acquistando alla fine del 2022 nuove quote azionarie di entrambe le aziende.

Oltre al 7% di Nintendo, l’Arabia Saudita possiede adesso il 5,8% delle azioni della statunitense EA (in precedenza erano fermi al 5,1%), focalizzata soprattutto sulle simulazioni sportive (da Fifa in giù) mentre è ancora più consistente l’aumento nei confronti di Take-Two, con un balzo dal precedente 5,3% all’attuale 6,8%.

E poi ovviamente ci sono gli Esports: il Savvy Gaming Group arabo ha annunciato di aver investito 265 milioni di dollari sul gigante cinese VSPO. L’ultima manovra si aggiunge a quella già effettuata nel gennaio del 2022, quando Savvy mise sul piatto 1,5 miliardi di dollari per l’acquisizione di due grandi aziende del comparto.

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