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Come sono finiti i cripto-guai della banca Usa Silvergate

Silvergate Capital, società madre dell'ormai defunto istituto bancario specializzato in cripto e travolto dal crollo di Ftx, si è accordato con la Sec e con altre autorità Usa di regolamentazione per porre fine alle indagini sulle sue condotte

Il suo fallimento aveva scosso nel profondo l’economia statunitense, amplificato ulteriormente dal crollo di Svb, la Silicon Valley Bank, l’istituto di credito degli startupper. Per certi versi avevano rappresentato entrambe nuovi modi di allacciare la finanza tradizionale alle nuove idee e alla nuova economia. Silvergate Bank era infatti una banca californiana specializzata nel settore delle criptovalute, controllata dalla holding Silvergate Capital Corporation.

FINISCE TUTTO COSì?

Ora ciò che resta Silvergate (ovvero la società madre) ha accettato di patteggiare con la Securities and Exchange Commission (Sec), l’autorità di controllo dei mercati finanziari statunitensi, pagando di tasca propria 63 milioni di dollari per terminare il processo. Non è ovviamente una ammissione di responsabilità e a questi punti il mondo non saprà mai  la validità delle accuse, secondo cui Silvergate non avesse elaborato un programma antiriciclaggio adeguato.

IL FALLIMENTO IMPROVVISO DELLA SILVERGATE

L’ennesimo incidente nel campo cripto, l’ennesima spia che serva una regolamentazione più stringente a tutela degli investitori, che nel marzo del 2023 aveva di fatto sfarinato Silvergate Bank travolta anche dalla bancarotta di alcune società del settore, a partire da Ftx, l’exchange fondato dal controverso Sam Bankman Fried fallito nel novembre dell’anno prima, con cui aveva dei legami finanziari.

Solo l’ultimo di una lunga serie, dato ciò che era successo a Terra Luna e Celsius. Decisivo, poi, il crollo dei depositi, passati nel quarto trimestre da 8,1 miliardi a 3,8 miliardi. Una settimana prima della chiusura si era diffusa la notizia che Silvergate Bank fosse in ritardo nel fornire la dovuta documentazione annuale alla Securities and Exchange Commission.

LE ACCUSE DELLA SEC AI MANAGER DELLA SILVERGATE

La Sec, la Federal Reserve e il Dipartimento per la Protezione e l’Innovazione Finanziaria della California hanno trascinato in giudizio la holding Silvergate Capital Corporation, la società madre della banca cripto-friendly Silvergate Bank, insieme all’ex Ceo Alan Lane, l’ex Coo Kathleen Fraher e l’ex Cfo Antonio Martino.

IL PATTEGGIAMENTO DEL CEO E DEL COO

I vertici avrebbero ingannato il pubblico e gli azionisti, affermando di avere un programma efficace di Bank Secrecy Act, o antiriciclaggio, mentre sapevano di non averlo. Lane e Fraher hanno accettato di patteggiare, senza ammettere né smentire le accuse. Lex Amministratore delegato e l’ex Coo hanno anche accettato una interdizione di cinque anni da ruoli analoghi

Solo l’ex Cfo Martino, invece, ha negato le accuse. La penale che Silvergate ha accettato di pagare è di 43 milioni di dollari a favore della Fed e 20 milioni di dollari a favore dell’autorità di regolamentazione californiana.

 

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