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Auditel, ecco come l’Agcom delude Dazn

Che cosa ha deciso l'Agcom su Dazn

 

Ascolti gonfiati del 50%. È questa la conclusione alla quale è giunta l’Agcom nella delibera sulla verifica della metodologia di rilevazione degli ascolti tv di Dazn. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deciso che i dati raccolti da Dazn e rielaborati da Nielsen non possono essere considerarti validi per stabilire la ripartizione dei diritti tv. Gli unici ritenuti attendibili saranno quelli, parziali, di Auditel.

L’Istruttoria dell’AGCOM

Lo scorso 9 settembre 2021 l’Autorità garante nelle comunicazioni ha avviato un procedimento istruttorio che voleva verificare “la metodologia utilizzata da Dazn per la misurazione delle audience del campionato di calcio di Serie A allo scopo di accertare l’attendibilità del dato prodotto”. In sostanza, l’Agcom, voleva verificare quanto fossero veritieri i dati di ascolti forniti da Dazn.

Come misura i dati Dazn

A certificare i dati di Dazn ci pensa Nielsen che ha messo a disposizione di Dazn uno strumento che permette di misurare la “total audience” di Dazn, cioè l’audience su tutte le piattaforme in cui è presente l’app del gruppo: smart-tv, mobile, tablet, apple tv, chromecast, firestick, PC browser. La metodologia si basa su tre fonti di dati. “La prima fonte è il dato censuario relativo ai singoli “atti” di streaming raccolto tramite l’SDK (Software Development Kit) di proprietà di Conviva su tutte le app Dazn – si legge nella delibera dell’Agcom -. Tali dati, inviati ai server Nielsen, vengono elaborati in modo tale da restituire, per ciascun minuto, il conteggio dei singoli device (connected-tv; mobile (smartphone and tablet); web (browsing) attraverso i quali è fruito lo specifico contenuto. La seconda fonte è il dato panel di Auditel relativamente alla componente Tv e la terza fonte è la risultanza della survey condotta da Nielsen che consente il passaggio da livello device a livello individui, non solo per la componente Tv”. Un dato di rilevo, dunque, è che i dati di audience non sono misurati da Nielsen come ente terzo ma sono rielaborati su una produzione della stessa Dazn.

Dati Dazn 50% più alti di Auditel

L’analisi elaborata dall’Agcom ha riscontrato che “l’audience complessiva misurata da Dazn/Nielsen è nettamente superiore a quella misurata da Auditel – si legge nella delibera -. Infatti, la variazione percentuale complessiva dell’audience tra le due rilevazioni è pari a oltre il 50% per il girone di andata del campionato di calcio di serie A”. Lo scostamento tra i dati, come indicato dal comitato tecnico di Auditel, non dovrebbe essere non superiore al 10%. “L’analisi comparativa – spiega l’AGCOM – è stata effettuata solo per le connected Tv, in quanto il dato Auditel non rileva al momento i cd device digitali (smartphone, PC, ecc.)”. Un dettaglio non da poco se si considera che, secondo i dati di DAZN, circa un quarto degli spettatori guarda le gare del campionato dallo schermo dello smaertphone. Ma l’Autorità di garanzia per le comunicazioni rincara la dose: “si osserva altresì che lo scostamento tra i dati di ascolto forniti dalle due menzionate metodologie risulti sempre più accentuato a favore della rilevazione Dazn/Nielsen con il trascorrere della stagione calcistica di riferimento, attestandosi stabilmente per le ultime quattro giornate di campionato su un valore superiore al 60%”.

Le conclusioni dell’Agcom: valgono solo i dati (parziali) di Auditel

Al termine della sua istruttoria l’Agcom ha decretato che “per soddisfare i principi di trasparenza e correttezza metodologica a garanzia dei soggetti che operano sul mercato” gli unici dati di ascolto “degli eventi diffusi da Dazn cui fare riferimento ai fini del riparto delle risorse” sono quelli rilasciati “dalla società Auditel”. La questione è spinosa perché Auditel misura solo una parte della audience, quella delle smart tv connesse. “Che al momento sia un dato parziale è vero, ma riteniamo copra dall’80 al 90% del consumo – dice Giacomo Lasorella, presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni in un’intervista al Sole 24 Ore -. Comunque, in questo momento è l’unico dato certificato. E non si può che fare riferimento al dato che più rispecchia il dettato normativo”.

Dalla stagione 2022/2023 al via i JIC

Le cose cambieranno per le prossime stagioni. “Per le stagioni sportive 2022/2023 e 2023/2024 la certificazione del dato di ascolto degli eventi trasmessi da DAZN è garantita attraverso la misurazione effettuata da parte di un JIC operante sul mercato nazionale che produca un dato di total audience vale a dire un dato univoco, trasparente e certificato relativo alla fruizione televisiva e sui device digitali”. Un JIC (Joint Industry Committee) è un organismo a controllo incrociato che riunisce tutte le componenti del mercato: gli investitori pubblicitari, le agenzie e i centri media, gli editori. Un Jic è in grado di registrare la “Total audience” misurando di tutti i device. “Il mercato si sta evolvendo verso questa soluzione – continua il Presidente Giacomo Lasorella -. A marzo è previsto l’arrivo della prima release. Che poi in futuro ci siano altri Jic e non Auditel per noi non cambia”.

Dati che valgono 74 milioni di euro 

La rilevazione dei dati di audience è di primaria importanza perché, secondo la Legge Melandri e il successivo decreto Lotti, l’8% dei ricavi dei diritti televisivi viene ridistribuito tra le squadre sulla base dei dati degli ascolti televisivi certificati. E questo dato, sottolinea il Presidente Lasorella -, va certificato, non può essere autoprodotto” perché parliamo di un 8% che vale la bellezza di 74 milioni di euro da ridistribuire tra le 20 squadre di Serie A. 

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