Ascolti streaming tv, perché Mediaset fa orecchie da mercante sulla certificazione degli Ott
Crediamo che siano gli stessi editori tradizionali, Mediaset in primis, a non volere che gli OTT siano certificati, perché sanno perfettamente che una svolta del genere eroderebbe in maniera considerevole il mercato pubblicitario, dove oggi il Biscione è leader indiscusso. L’articolo di Andrea Amato
La battaglia sui dati d’ascolto degli over the top è appena iniziata e a breve si vedranno le prime mosse, anche degli editori come Mediaset, che dovranno inevitabilmente palesare le proprie strategie.
UPA VUOLE CHE DAZN SI FACCIA CERTIFICARE DA UN JIC
COSA INTENDONO FARE GLI OTT?
La maggior parte degli OTT (Prime Video, Disney+, Netflix, ecc…), però, non vendendo pubblicità e quindi non stando sul mercato, fanno orecchie da mercante e non intendono farsi certificare da un organismo terzo, esterno. Dazn, che vende pubblicità, però non può esimersi e la soluzione trovata quest’estate, oggi, dopo due mesi di campionato, non piace all’Autorità e alle aziende. Lo stesso problema lo avrà Pluto Tv, la tv in streaming free del gruppo ViacomCbs, che debutterà in Italia il 28 ottobre e che quindi, campando di pubblicità, dovrà farsi certificare gli ascolti da un Jic.
Noi di TvZoom, però, crediamo che siano gli stessi editori tradizionali, Mediaset in primis, a non volere che gli OTT siano certificati, perché sanno perfettamente che una svolta del genere eroderebbe in maniera considerevole (la stima è del 20%) il mercato pubblicitario, dove oggi il Biscione è leader indiscusso. AgCom ha indicato in un anno il tempo necessario per regolamentarsi e Upa ha aperto qualche giorno fa il tavolo, che assomiglia sempre più a un tavolo da poker. Nelle prossime settimane si vedranno le prime mosse e, forse, si smaschererà qualche bluff mal riuscito.
Articolo pubblicato su tvzoom.it
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