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Activision alle prese con maxi multe, Microsoft con l’Antitrust

Le indagini del SEC hanno statuito che, tra il 2018 e il 2021, Activision Blizzard non è stata in grado di mettere in atto le corrette procedure di controllo sull'ambiente di lavoro, intanto secondo il NY Times Microsoft teme che l'antitrust britannica possa opporsi all'acquisizione con possibile effetto valanga sulle altre Autorità

Torniamo a parlare di Activision Blizzard e Microsoft, due delle software house più chiacchierate dell’ultimo periodo, anche per il tentativo di acquisizione in atto da parte del Gruppo fondato da Bill Gates. La Casa di Santa Monica dovrà pagare una multa da 35 milioni di dollari alla Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti, in seguito all’indagine svolta dall’ente sulle procedure messe in atto dalla compagnia per assicurare che al proprio interno vi sia stato un corretto controllo dell’ambiente di lavoro.

Activision Blizzard, si legge nei documenti, “non è stata in grado di raccogliere informazioni sufficienti per capire la quantità e la gravità” delle condotte riportate da alcuni dipendenti nelle proprie segnalazioni. L’inchiesta era partita nel settembre del 2021 e aveva coinvolto direttamente il Ceo Bobby Kotick e diversi executive senior, con la richiesta di esaminare le comunicazioni riguardanti le azioni intraprese dalla compagnia in risposta alle segnalazioni interne di condotte scorrette inquadrabili come vere e proprie molestie nell’ambiente di lavoro.

È inoltre emerso che tra il 2016 e il 2021 il Gruppo avrebbe agito contravvenendo alla legge che protegge i testimoni di condotte scorrette, avendo richiesto esplicitamente ad alcuni ex-dipendenti se avessero avuto contatti con il SEC.

L’ente ha rilevato la carenza di procedure nella raccolta di informazioni e di interventi correttivi da parte di Activision Blizzard, che di fatto non hanno consentito di avere una visione completa della situazione e di prendere le adeguate contromisure per tempo. A questo, come già si anticipava, si aggiunge la violazione della legge di protezione sui whistleblower, ovvero coloro che segnalano illeciti di interesse generale nell’ambiente di lavoro. Per questo è scattata la maxi sanzione, comunque sostenibile dalla software house statunitense se si considera che solo nell’ultimo trimestre ha riportato 1,78 miliardi di dollari di guadagno netto.

Sul fronte dell’acquisizione, secondo il New York Times, che ha riportato la testimonianza di quattro fonti rimaste volutamente anonime, il team legale di Microsoft teme che l’antitrust britannica potrebbe opporsi all’acquisizione. Da qui, il tentativo di Microsoft di fare leva sulle concessioni offerte a PlayStation e Nintendo per convincere le autorità ad accettare definitivamente l’acquisizione.

La partita è delicata, visto che il Colosso di Redmond deve vedersela contemporaneamente con le Antitrust di Regno Unito, Ue e USA e incassare giudizi negativi prima del verdetto statunitense potrebbe aumentare il rischio di ulteriori bocciature, viceversa ottenere l’ok nelle altre sedi faciliterebbe i dialoghi con l’FTC degli Stati Uniti, che rimarrebbe quindi il solo ente sfavorevole all’affare, si legge nel report.

Che la partita sia tesa lo rivela il fatto che, la scorsa settimana, Microsoft abbia accusato PlayStation di aver mentito sull’acquisizione: fonti interne all’azienda sono convinte che Sony avrebbe rivelato alla Commissione Europea (Jim Ryan di Sony avrebbe chiesto di incontrare direttamente Margrethe Vestager, il commissario europeo per la concorrenza, sebbene del meeting non vi sia traccia nell’agenda online dell’esponente del governo comunitario) di aver ricevuto delle offerte non congrue per Call Of Duty, a prescindere dal ben noto accordo di 10 anni per la permanenza del franchise su PlayStation.

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