La capacità della Russia di condurre operazioni di intelligence umana in Europa ha subito danni maggiori negli ultimi anni che in qualsiasi altro momento dal 1991, secondo alcuni esperti. Queste battute d’arresto sono state in parte causate da ciò che il Washington Post, in un recente articolo, definisce “una campagna per paralizzare le reti di spionaggio russe” che si sta svolgendo in tutto il continente.
COME L’EUROPA CONTRASTA L’INTELLIGENCE DELLA RUSSIA
Questa campagna a livello europeo è cresciuta in slancio dopo l’invasione russa dell’Ucraina e integra gli sforzi del consiglio di amministrazione per armare l’Ucraina nella sua guerra contro il Cremlino.
Il colpo iniziale contro la rete di spionaggio del Cremlino è stato consegnato l’anno scorso, quando un’ondata di espulsioni di massa di diplomatici russi ha portato a più di 400 sospetti agenti dell’intelligence russa a lasciare varie capitali europee. Secondo le osservazioni, i diplomatici russi espulsi erano in realtà ufficiali dell’intelligence, che erano attivi in tutta Europa sotto copertura diplomatica. Da quel momento, le agenzie di controspionaggio europee hanno lanciato una serie di “colpi di precisione” contro ciò che rimane della rete di intelligence umana russa in tutto il continente.
CAMBIO DI MENTALITÀ
La recente ondata di espulsioni del personale dell’intelligence russa non è stata senza precedenti. Ma suggerisce un grado di collaborazione tra le agenzie europee di controspionaggio che non vi è stata nel passato. Un elemento interessante in questa collaborazione è ciò che il Washington Post descrive come un “cambio di mentalità post-Ucraina” in paesi che in precedenza avevano adottato un approccio più morbido nei confronti del Cremlino. Questi includono la Germania, così come la Gran Bretagna, che dal 2018 ha “rifiutato per motivi di sicurezza nazionale oltre 100 domande di visto diplomatico russo”.
RUSSIA COLTA ALLA SPROVVISTA?
La risposta della Russia è stata notevolmente attenuata e potrebbe significare che Mosca è stata colta alla sprovvista da questa campagna di controspionaggio a livello europeo. Il Post cita Antti Pelttari, direttore del Finnish Security and Intelligence Service (SUPO), che afferma che la capacità russa di condurre operazioni di intelligence umana in Europa “è stata notevolmente degradata”. Ciò implicherebbe che la capacità del Cremlino di svolgere azioni politiche segrete, come campagne di influenza politica e operazioni psicologiche correlate, è stata ridotta.
È ovvio che la Russia ha cercato di compensare queste sospette perdite utilizzando le sue formidabili capacità di spionaggio informatico. Inoltre, ci sono stati almeno due casi recenti di agenti dell’intelligence russa che hanno impiegato persone di copertura non ufficiali, usando falsi documenti di cittadinanza brasiliana.
È ragionevole supporre che molti altri casi siano perseguiti dalle agenzie di intelligence occidentali, ma finora rimangono lontani dalla ribalta dei media. Il Post ipotizza che il Cremlino potrebbe essere in grado di “approfittare dei valichi di frontiera e dei flussi di rifugiati per schierare nuove spie non ufficiali e ricostituire i suoi ranghi esauriti”. Ma è probabile che vengano fatte con poca preparazione. Queste nuove spie non ufficiali sono probabilmente molto meno addestrate degli ufficiali dell’intelligence che stanno sostituendo. Inoltre, lavorano senza la protezione della copertura diplomatica e in relativo isolamento dalle infrastrutture diplomatiche globali della Russia, e questo potrebbe spiegare perché alcuni di loro sono stati catturati di recente.