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Circolare

Cosa pensano gli italiani dell’Economia circolare. Report Spin Factor

Un’analisi di Spin Factor evidenzia il sentiment degli italiani sui social nei confronti dell'economia circolare. Ecco numeri e confronti

 

Cresce l’interesse degli italiani per l’economia circolare.

E nel settore “l’Italia è una nazione guida” come ha sottolineato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani il mese scorso. “Ricicliamo quasi il doppio del totale dei rifiuti rispetto alla Comunità europea, abbiamo un tasso di circolarità che è di circa il 30% maggiore del resto d’Europa. L’intera economia circolare muove numeri importanti: parliamo di più di 210mila operatori del settore, 70 mld di fatturato all’anno”.

Inoltre, il passaggio da un’economia lineare ad una circolare, realizzando investimenti verdi, è uno degli obiettivi dell’Ue. Da ultimo attraverso l’iniziativa Next Generation EU.

Secondo fonti Agi, durante la Conferenza unificata Stato-enti locali, sul tema Pnrr, il ministro Cingolani ha spiegato quali sono le cifre e i temi di sua competenza. Per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, ad esempio, la richiesta è di 5,5 miliardi di euro.

Per analizzare il sentiment degli italiani, Spin Factor fondata da Tiberio Brunetti ha monitorato post e relativi commenti in lingua italiana in relazione all’argomento “economia circolare” pubblicati dal 24 marzo al 7 aprile 2021.

Ecco cosa emerge dalla rivelazione di Spin Factor.

L’ANALISI DI SPIN FACTOR SUI SOCIAL

L’analisi di Spin Factor, società specializzata nella consulenza strategica politica, istituzionale e aziendale, è stata effettuata attraverso Human, la propria piattaforma di web e social listening sviluppata interamente con algoritmo italiano, realizzata in collaborazione con Osservatorio Social.

Al fine di analizzare il Sentiment e la Semantica relativa all’economia circolare, sono stati monitorati post e relativi commenti in lingua italiana pubblicati dal 24 marzo al 7 aprile 2021, prendendo in considerazione i principali social network di riferimento, ovvero Facebook, Instagram e Twitter.

QUASI 4 ITALIANI SU 10 POSITIVI VERSO L’ECONOMIA CIRCOLARE

Emerge una prevalenza molto ampia dei pareri positivi (37,08%) rispetto ai pareri negativi espressi invece solo nel 10,94% di commenti e post analizzati.

La fetta di sentiment neutro (51,98%) è composta, infine, da posizioni non espressamente schierate o ambigue, oltre a post e commenti meramente informativi.

ECONOMIA CIRCOLARE FA RIMA CON “BUONA” E “TRANSIZIONE”

La società ha analizzato inoltre circa 123mila parole, tra i post prodotti nell’arco temporale 24 marzo e 7 aprile 2021, generatesi in relazione all’argomento “economia circolare”.

Le parole più utilizzate abbinate all’argomento risultano transizione (2,38%), ecologica (2,21%), buona (1,96%) e italiani (1,82).

MA ANCHE CON TRANSIZIONE ECOLOGICA E CULTURA SOSTENIBILE

Anche nella top bigram, ovvero le combinazioni di due parole più utilizzate dagli utenti su Facebook, Instagram e Twitter, nelle conversazioni relative all’argomento, le parole accostate sono “transizione ecologica” (5.51%), “cultura sostenibile” (3.99%). Seguite al terzo posto dalla coppia “presidente Conte” con il 3,95%.

Da notare quest’ultimo elemento, dal momento che nel periodo di riferimento, il presidente del consiglio in carica era già Mario Draghi.

economia circolare

CRESCE L’INTERESSE NEL TEMPO

Infine, dalle ricerche su Google relative all’argomento negli ultimi 12 mesi, emerge una crescita nei primi mesi del 2021 (nonostante alcuni picchi bassi). Tra le Regioni del nostro paese, quella maggiormente interessata al tema è la Basilicata, seguita da Friuli-Venezia Giulia e Marche.

IL COMMENTO DI TIBERIO BRUNETTI

“L’Italia può diventare — spiega Tiberio Brunetti, fondatore e amministratore di Spin Factor — un modello per l’economia circolare. Gli italiani si sono riscoperti molto sensibili alla cultura sostenibile e questo può determinare una ulteriore spinta per il Governo, che della transizione ecologica ha fatto il suo tratto contraddistintivo, a porre in essere una serie di provvedimenti veloci e concreti. Non solo. Oltre ai macrotemi classici – energia, rifiuti e filiera alimentare su tutti – emerge con sempre maggior forza una attenzione al design e in generale a tutte le produzioni sostenibili. Supportare questi settori può dare vantaggi economici, lavorativi, ambientali e sociali. C’è oggi la possibilità di impostare una visione globale che si aggancia a uno stile di vita sano e sostenibile. Utile per il singolo, utile per la collettività, utile per il pianeta.”

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