E’ facile dire smart city. Sogniamo città libere dal traffico e dallo smog, dove spostarsi sia semplice, con un sistema di trasporto pubblico capace di integrarsi e di funzionare in modo complementare tra i diversi mezzi di locomozione.
Città dove aree pedonali, parchi pubblici e luoghi culturali siano presenti in numero adeguato, resi fruibili e parte integrante del disegno urbanistico; con piste ciclabili e percorsi pedonali in grado di restituire la città ai cittadini.
Un sistema di trasporti che veda sempre più frequenti le forme di condivisione, con bike e car sharing disponibili ovunque per ridurre l’impatto delle auto, liberando spazi e strade da parcheggi, laddove il problema non sia quello della sosta in seconda fila.
Città intelligenti dove i rifiuti non siano un’emergenza ma considerati come un’opportunità, con sistemi di raccolta e di gestione che permettano di eliminare dallo sguardo cassonetti e micro-discariche, innestando circoli virtuosi, con filiere del recupero e del riciclo, in grado di generare risparmio e qualità ambientale.
Non è un film di fantascienza e neppure un libro dei sogni: è la realtà che oggi, in questo istante preciso, contribuisce a creare la differenza tra città impegnate nel favorire l’innovazione e la competitività e città che tentano di affrontare lo sviluppo con ricette e strumenti che sono superati e obsoleti.
Sono fasi storiche che impongono un cambiamento profondo del modo stesso di disegnare le città, di pianificare i servizi e rendere le città capaci di guidare la trasformazione.
In Europa si sta facendo molto in questo senso: esistono gli esempi delle Capitali Verdi, quest’anno è Copenaghen, il prossimo anno sarà Bristol, e, nel 2016, verrà il turno di Ljubljana. Chissà quando sarà una città italiana a rivestire il ruolo di Capitale Verde: la call, per il 2017, è aperta, fino al 20 ottobre 2014.
Le smart cities sono città dove l’uso della tecnologia procede di pari passo con la cura e la visione su come rigenerare le città. Dove linee di tram ed efficienza energetica, parchi e aree pedonali, sono parti di un progetto complessivo che punta a rendere le città più moderne e più vivibili. Dove le infrastrutture verdi svolgono una funzione che è tecnologica ed economica, regolando il clima e rendendo le città più resilienti.
Ecco perché è necessario passare dai sogni alla realtà, perché una app non basta per far diventare smart una città.