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Cina

Obama con le tech companies contro Pechino

Il presidente americano Barack Obama è sceso in campo in difesa dei colossi del Tech criticando le nuove norme al varo del governo cinese in materia di sicurezza, invitando Pechino a cambiare la rotta se vuole fare affari con gli Stati Uniti. All’origine delle frizioni: Pechino ha in cantiere da diversi mesi una legge antiterrorismo che richiederebbe…

All’origine delle frizioni: Pechino ha in cantiere da diversi mesi una legge antiterrorismo che richiederebbe alle aziende tecnologiche straniere di consegnare le chiavi di crittografia, i codici di accesso che consentono di proteggere i dati, e l’installazione di sistemi di sicurezza “backdoor” al fine di consentire alle autorità cinesi l’accesso di sorveglianza. Il progetto di legge obbligava le aziende a mantenere i server e i dati degli utenti in Cina.

Le regole indicate dalle autorità come cruciali per la protezione dei segreti di Stato e di business, sono state osteggiate dalle aziende occidentali sia per l’onerosità, sia per l’aria di profonda diffidenza che avvolge le relazioni tra Washington e Pechino in seguito allo scoppio del caso Snowden.

Il contesto: Il clima che si respira in Cina in tema di sicurezza è particolarmente duro. Il governo si trova impegnato infatti nell’elaborazione di leggi anti-terrorismo per affrontare il problema derivante estremismi religiosi e fermenti separatisti. A seguito delle agitazioni indipendentiste centinaia di persone sono state uccise negli ultimi due anni nella regione di occidentale turcofono dello Xinjiang, le autorità hanno accusato gli islamisti di voler creare uno Stato separato chiamato Turkestan orientale. Le normative antiterrorismo finirebbero per legare le mani anche alle aziende che si occupano di tecnologia, operando oltretutto come barriera protezionistica, privilegiando le tech companies locali.

Le dichiarazioni di Obama: «Le norme obbligherebbero tutte le società estere, comprese le società americane, a consegnare al governo cinese spazi dove esso potrà curiosare e tenere traccia di tutti gli utenti di tali servizi»

«Questo genere di pratiche restrittive penso danneggerebbe l’economia cinese nel lungo termine, perché non credo che ci sia alcuna società europea o americana, qualsiasi impresa internazionale, che sarebbe disposta a cedere dei dati personali, a un governo »

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