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ECommerce

eCommerce, questo sconosciuto alle case vinicole

Presentata da FleishmanHillard Italia la classifica 2015 delle prime 25 aziende vinicole italiane online per fatturato. Quella vinicola è un’industria che stenta a decollare sul web, eCommerce (quasi sconosciuto). In un mondo iperconnesso anche la buon vecchia botte deva fare i conti con l’eCommerce ma a che punto sono le cantine italiane con le opportunità…

In un mondo iperconnesso anche la buon vecchia botte deva fare i conti con l’eCommerce ma a che punto sono le cantine italiane con le opportunità offerte dal digitale?  FleishmanHillard Italia ci presenta un interessante spaccato sullo stato dell’arte, mostrandoci da un lato la diffidenza dei produttori nei confronti delle nuove opportunità di vendita e pubblicizzazione dei prodotti e dall’altro le enormi praterie che il mondo enologico ha davanti a sé. Pochissimi i coraggiosi, c’è chi preferisce stare alla frontiera dei vecchi canoni – pur non rinunciando ai social network. Un fatturato importante quello del settore vinicolo. Secondo la Coldiretti vale 10 miliardi di euro e rappresenta l’8% dell’industria alimentare nazionale. Eccellenza del mondo produttivo italiano, con un export in crescita del 1.4% dal valore di 5,1 miliardi di euro, potrebbe certamente migliorare se riuscisse a trovare un equilibrio con i nuovi strumenti commerciali.

La seconda edizione della ricerca della società di consulenza FleishmanHillard ha analizzato nel mese di aprile 2015 la presenza e le attività online delle 25 aziende vinicole italiane per fatturato, basandosi sui dati distribuiti da Mediobanca del marzo 2015. Il bicchiere è mezzo vuoto?  Secondo la società di consulenza solo 2 su 25 gestisco i autonomia l’eCommerce mentre per quanto riguarda i social sono 6 aziende su 25 pubblicizzano i propri prodotti su Instagram e Pinterest.

Secondo FleishmanHillard l’e-commerce “diretto” è ancora appannaggio di pochissimi. Le difficoltà principali sono quelle legate all’adeguamento dell’intera struttura aziendale ai nuovi strumenti, e la questione della logistica è percepita ancora come un ostacolo. Tuttavia le aziende hanno capito che è necessario presidiare il mobile, ma la digitalizzazione dell’export è ancora uno scoglio. Si è indietro per l’ottimizzazione dei siti, sia in termini di creazione di contenuti ottimizzati che di link autorevoli che rimandano al sito. Su i social qualcosa si muove e  le case pubblicano un una discreta frequenza, capendo di far maggiore leva sui contenuti video.  Per ora sono solo 17 aziende su 25 quelle che utilizzano Facebook e Youtube,  mentre Twitter è utilizzato da 12 aziende – 8 aziende tra le 12 con un account twittano notizie con una frequenza pressoché quotidiana.

La più brava ad adattarsi al nuovo mondo è la Compagnia De’ Frescobaldi, etichetta fiorentina che per il secondo anno di seguito si conferma la più brava. Al secondo posto la Casa Vinicola Zonin del Vicentino, seguita da Masi Agricola in calo rispetto al 2014, seguita da Gruppo Banfi che scala 7 posizioni rispetto ai trascorsi  e da P.Antinori che chiude la Top 5.

vinicola

 

Cosa devono fare case vinicole italiane per adeguarsi? Un sito web dal il web design e il racconto del prodotto, ottimizzazione dei contenuti in termini di search marketing, una strategia social mirata e puntare ovviamnte maggiormente sull eCommerce. Su questo punto pare porti bene, secondo l’Osservatorio eCommerce BtoC promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano nel 2014 il Food&Wine nel 2014 ha raggiunto in Italia in termini di e-commerce un valore di oltre 200 milioni di euro, in crescita del 30%. Forse sarebbe il caso di puntarci.

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