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Congo-Brazzaville, le zone economiche speciali per crescere

Negli ultimi tre anni la crescita economica del Congo si è attestata sul 3% annuo e le previsioni degli organismi internazionali, primo fra tutti il Fondo monetario internazionale, prospettano una crescita tra il 2014 e il 2019 del 6% annuo. La forza del sistema economico del Congo-Brazzaville si deve innanzitutto al petrolio e all’inizio dello…

La forza del sistema economico del Congo-Brazzaville si deve innanzitutto al petrolio e all’inizio dello sfruttamento di un minerale come il ferroLe previsioni macroeconomiche buone per il medio periodo non devono però far dimenticare una serie di problematiche che affliggono il Paese: povertà e disoccupazione, prima di tutto. Il governo del Paese deve guardare con molta attenzione alla possibilità di diversificare l’economia, troppo dipendente dal petrolio e dalla volatilità del prezzo del barile.

Nascono le zone economiche speciali per attrarre investimenti esteri
Inoltre, uno degli obiettivi da conseguire sarà quello di creare un’economia più inclusiva attraverso una serie di investimenti pubblici che abbiano come obiettivo quello di far crescere l’economia non-oil. A questo proposito il governo della Repubblica del Congo ha individuato quattro zone economiche speciali per rilanciare l’economia dei settori non-oil. Parliamo di Brazeville, Pointe-Noire, Ouesso (Dipartimento della Sangha) e Oyo-Ollombo (Dipartimento della Couvettee): si tratta di un investimento complessivo di 4 miliardi di Franchi Cfa. A fine novembre 2014 il governo ha reso noti gli obiettivi strategici di sviluppo delle Zone Economiche Speciali.

Congo Brazzaville
Congo Brazzaville

Tra i comparti economici che saranno implementati nelle quattro zone economiche ricordiamo le attività legate alla trasformazione del legno, alla coltivazione e all’agroindustria. Per esempio, la zona economica della capitale Brazzaville sarà dedicata, grazie ad un investimento complessivo di 1,7 miliardi di dollari entro il 2030, allo sviluppo di una piattaforma logistica multidimensionale, allo sviluppo dei biocarburanti e alla produzione di materiali da costruzione. Così come la zona di Pointe-Noire sarà dedicata a sviluppare raffinerie e produzioni chimiche sostenute dall’industria estrattiva e petrolifera.
Per le zone economiche speciali il governo ha previsto una serie di facilitazioni fiscali, finalizzate ad un maggior sviluppo economico e ad intercettare investimenti esteri, di cui il Congo ha bisogno per rafforzare la sua crescita economica.
Le infrastrutture per rafforzare il ruolo di hub nell’ Africa centrale
Uno dei settori dove il Paese deve fare passi in avanti è senz’altro quello delle infrastrutture. Un’esigenza ritenuta da molti strategica, vista la posizione centrale del Congo nell’area regionale del Golfo della Guinea. Il fiume Congo è il secondo fiume più importante al mondo per portata idrica. Per questo con un rafforzamento delle infrastrutture può diventare un hub rispetto ai Paesi confinanti come la Repubblica democratica del Congo. Il rafforzamento del ruolo del porto di Pointe-Noire passa attraverso una serie di collegamenti (ferroviari e stradali) che lo collegano alla capitale della vicina Repubblica Democratica del Congo, Kinshasa. Di fatto un accesso ad un mercato molto più grande del Congo.
A dimostrazione dell’importanza strategica dei progetti infrastrutturali del Congo per gli investitori esteri, è da segnalare che oltre il 50% dei fondi messi a disposizione del Paese da parte dell’Ue sono dedicati proprio al capitolo infrastrutture. Non poco, se si pensa alla crescita che deriverà dai settori economici non-oil, come raccomandato dal Fondo monetario internazionale.

 

Articolo tratto da OIl Book di www.abo.net

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