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Rinnovabili e innovazione, da Archimede ad Einstein un futuro che viene da lontano

È evidente a tutti che l’energia fotovoltaica è il prodotto di una formidabile rivoluzione tecnologica, che parte dalla teoria dell’effetto fotoelettrico, messa a punto da Einstein nel 1905, passa attraverso la realizzazione, nel 1954, della prima cella fotovoltaica e, attraverso importanti innovazioni di processo e di prodotto, ci consente oggi di produrre energia elettrica a costi ormai competitivi.

 

Sono altrettanto evidenti le innovazioni che si sono dovute introdurre per riuscire a produrre, mediante processi biochimici, biometano o biocarburanti che possono sostituire benzina e gasolio.

Altre tecnologie sembrano invece non avere richiesto un analogo impegno, ma si tratta di una sensazione destituita di fondamento. È vero che i mulini a vento erano già utilizzati nell’antichità e che, a partire dal Trecento, vennero introdotti su larga scala in Olanda, per far funzionare enormi ruote che prosciugavano i terreni acquitrinosi. Eppure non avrebbero mai raggiunto le prestazioni odierne – aerogeneratori di alcuni MW di potenza, alti più di cento metri – se non si fossero sviluppati materiali compositi, resistenti ma leggeri, per migliorare le prestazioni a costi contenuti. Una macchina vecchia di millenni è stata radicalmente trasformata grazie a radicali innovazioni tecnologiche.

Alla stessa stregua gli impianti solari a concentrazione discendono dagli specchi ustori di Archimede, ma, per riuscire a concentrare su un metro quadro di collettore una quantità di energia solare centinaia di volte superiore a quella naturalmente incidente sulla superficie terrestre, è stato necessario sviluppare materiali, fluidi termovettori, cinematismi, sistemi di puntamento del sole, prima inesistenti.

E non è finita. Grazie alle ricerche scientifiche e alle innovazioni tecnologiche in corso, il prossimo obiettivo è la disponibilità di accumulatori in grado di immagazzinare in modo affidabile e a costi contenuti quantità di energia elettrica enormemente superiori a quelle di cui sono capaci le batterie al piombo che alimentano le nostre auto. (Gb Zorzoli – Presidente di Free Energia)

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