Sono altrettanto evidenti le innovazioni che si sono dovute introdurre per riuscire a produrre, mediante processi biochimici, biometano o biocarburanti che possono sostituire benzina e gasolio.
Altre tecnologie sembrano invece non avere richiesto un analogo impegno, ma si tratta di una sensazione destituita di fondamento. È vero che i mulini a vento erano già utilizzati nell’antichità e che, a partire dal Trecento, vennero introdotti su larga scala in Olanda, per far funzionare enormi ruote che prosciugavano i terreni acquitrinosi. Eppure non avrebbero mai raggiunto le prestazioni odierne – aerogeneratori di alcuni MW di potenza, alti più di cento metri – se non si fossero sviluppati materiali compositi, resistenti ma leggeri, per migliorare le prestazioni a costi contenuti. Una macchina vecchia di millenni è stata radicalmente trasformata grazie a radicali innovazioni tecnologiche.
Alla stessa stregua gli impianti solari a concentrazione discendono dagli specchi ustori di Archimede, ma, per riuscire a concentrare su un metro quadro di collettore una quantità di energia solare centinaia di volte superiore a quella naturalmente incidente sulla superficie terrestre, è stato necessario sviluppare materiali, fluidi termovettori, cinematismi, sistemi di puntamento del sole, prima inesistenti.
E non è finita. Grazie alle ricerche scientifiche e alle innovazioni tecnologiche in corso, il prossimo obiettivo è la disponibilità di accumulatori in grado di immagazzinare in modo affidabile e a costi contenuti quantità di energia elettrica enormemente superiori a quelle di cui sono capaci le batterie al piombo che alimentano le nostre auto. (Gb Zorzoli – Presidente di Free Energia)