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Il Turkmenistan non può basare la crescita solo sul gas

Un'economia quella del Turkmenistan che cresce grazie agli idrocarburi, gas in primis. Ma un'eventuale crisi dei prezzi metterebbe a repentaglio la crescita del paese che ora si attesta sul 10% all'anno. Per questo bisogna lavorare sui settori "no-oilandgas"

 

L’ultimo report ufficiale disponibile del Fondo Monetario Internazionale sui dati macroeconomici del Turkmenistan mette in evidenza una crescita economica di circa il 10% sia nel 2013 che nel 2014. Una progressione, dicono gli osservatori, dovuta soprattutto al settore degli idrocarburi e ai grandi investimenti pubblici ed esteri che, in questi anni, stanno caratterizzando questo comparto.

Stando alle considerazioni dell’Fmi, un brusco e consistente calo dei prezzi energetici internazionali metterebbe seriamente a rischio la crescita economica del Paese. Inoltre, un allentamento dei rapporti con i principali partner commerciali, come la Cina e la Russia, potrebbe comportare ulteriori rischi.

Secondo i dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) i principali investitori del Turkmenistan nel 2012 sono stati proprio la Cina, la Turchia e la Russia, guarda caso Paesi che hanno forti interessi nel settore energetico degli idrocarburi.

La ricerca e l’esplorazione di gas e petrolio hanno una ricaduta diretta sul settore delle infrastrutture e delle costruzioni, in forte espansione, così come manifestano segnali di crescita  i comparti della chimica, dei derivati del petrolio, del tessile e del cotone.

Nel Turkmenistan solo il 25% delle attività economiche è di natura privata; ancora scarso, infatti, è lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Alla fine del 2012, il presidente Berdymukhamedov ha annunciato un piano di privatizzazioni, dal 2013 al 2016, di tutte le attività economiche, salvo quelle relative agli idrocarburi che rimangono saldamente in mano pubblica. Se al Turkmenistan guardano con diffidenza alcuni osservatori internazionali, il Fondo Monetario Internazionale invece ha accolto queste novità in campo economico molto positivamente (tra queste, vale la pena ricordare la lotta al riciclaggio e la spinta alla crescita degli investimenti privati ed esteri).

E a proposito di novità, Berdymukhamedov ha annunciato all’inizio di quest’anno una vera e propria rivoluzione per i cittadini del Turkmenistan: lo Stato non fornirà più gratuitamente acqua, elettricità e gas, che non venivano pagati dal 1993. Un fatto questo che, secondo il governo, dovrebbe spingere i cittadini a consumare in modo più efficiente l’energia. Solo la fornitura gratuita di gas costava alle casse dello Stato 5 miliardi di dollari all’anno.

 

Articolo pubblicato su www.abo.net nella sezione OIL BOOK

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