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IL CASO DEL CENTRO DI RICERCA JÜLICH

A Bochum, è in corso un acceso dibattito, per la decisione di cedere agli Stati Uniti il trattamento di scorie nucleari, originariamente, compito che avrebbe dovuto svolgere il centro di ricerca Jülich, vero fiore all’occhiello per lo stoccaggio di materiali radioattivi.

 

Tutto ciò è accaduto in seguito alla delibera dell’Ufficio Federale per la protezione contro le radiazioni, di non voler concedere altro carburante per il trattamento degli elementi radioattivi, poiché il livello delle strutture di compostaggio è stato giudicato privo dell’efficacia tecnica richiesta. L’entità di questa decisione ha suscitato ancora maggior scalpore poiché i materiali trattati erano di provenienza americana, recuperati al largo delle coste della California, verso la fine degli anni Novanta, e da allora sotto la custodia dello Jülich, in seguito alla decisione presa dalle organizzazioni di controllo, che per la custodia di tali elementi nucleari, gli USA non possedevano strutture all’avanguardia.

Adesso il punto è come affrontare tale questione, se scegliere di far tornare queste scorie al paese d’origine, consapevoli del fatto che i centri di stoccaggio USA, come negli anni Novanta, così adesso, non sono in grado di trattare tali elementi, con strutture all’avanguardia, oppure rischiare di farli permanere in Germania, dopo l’allarme lanciato dall’ex scienziato, ed attuale capo del sopra citato ufficio federale, il quale ha dichiarato che neanche il prestigioso centro di ricerca tedesco sia dotato della sufficiente “profondità di mezzi tecnici” per affrontare una tale procedura.

Il dibattito investe direttamente le possibilità di trattamento di scorie nucleari, questione che dopo gli eventi accaduti in Giappone, ha sempre grande risonanza agli occhi delle potenze mondiali che investono sul nucleare. La questione, apre anche un altro problema, intorno alle competenze di smaltimento di dannosi elementi radioattivi, se al paese esportatore, o a quello che ne usufruisce. Per il 30 Giugno è stata fissata la data per il blocco del carburante, dopo tale data, si auspica una risoluzione per tale problematica.

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