Skip to content

Chi vuole disegnare un futuro italiano per Italdesign messa in vendita da Audi (Volkswagen)

Quando la vendita di Italdesign sembrava fatta e la società di Moncalieri fondata da Giugiaro destinata a entrare nel portafogli della società Usa a capitale indiano Ust, si fa avanti una cordata italiana. Fatti, nomi e indiscrezioni

Alla fine l’Italdesign, società fondata da Giorgetto Giugiaro ma da 15 anni controllata direttamente da Audi, a sua volta parte del gruppo Volkswagen, potrebbe restare italiana. Da tempo è noto che la Casa dei Quattro anelli tamponata dalla crisi dell’auto intende vendere la realtà torinese per migliorare i propri bilanci e le ultime notizie parevano portare il destino dell’azienda negli Stati Uniti.

LA “TELENOVELA” DELLA VENDITA DI ITALDESIGN

Un salvataggio repentino e quasi filmico, dal momento che le indiscrezioni provenienti da Oltreoceano, dove si troverebbe il solo compratore interessato, Ust, si riferivano ormai a un imminente closing della operazione di cessione.

A scompigliare le carte sarebbe infatti, secondo quanto riporta il quotidiano torinese La Stampa, una cordata guidata da Cassa Depositi e Prestiti. Un insperato colpo di scena finale – si spera – che arricchisce ulteriormente il canovaccio di quella che Fiom ha già definito senza mezzi termini (e nessuno positivo) “una telenovela”.

CDP E ADLER PER SALVAGUARDARE L’ITALIANITÀ DELL’AZIENDA DI GIUGIARO

Sorprendono infatti le tempistiche con cui si dà conto dell’intervento italiano, dal momento che si parla da ormai da questa estate delle intenzioni e delle attenzioni che la Ust Global, società di consulenza americana a capitale indiano con oltre 33 mila dipendenti in 30 Paesi, starebbe riservando alla società di Moncalieri. La ricerca di un acquirente era invece iniziata prima, all’inizio del 2025, proprio mentre Audi attanagliata dalla crisi dell’auto chiudeva lo storico impianto di Bruxelles.

Tutte indiscrezioni di stampa ufficializzate peraltro da tempo da incontri tra i vertici di Italdesign, i sindacati e la multinazionale americana: si ha notizia di un ultimo summit risalente al 9 ottobre scorso. Secondo La Stampa comunque nemmeno l’interesse degli investitori italiani sarebbe dell’ultim’ora avendo preso contatti carsici sia con Audi sia con la controllante Volkswagen. In questo periodo gli italiani avrebbero esposto ai tedeschi il loro piano per far sì che Italdesign, dal fatturato di circa 330 milioni di euro, con 1.300 addetti, 1.100 dei quali in provincia di Torino, resti a capitale italiano.

Cassa Depositi e Prestiti si muoverebbe con Adler, storico gruppo industriale attivo nella componentistica avanzata per l’automotive, nella speranza di ribaltare le sorti di una vendita data dalle testate di settore ormai per imminente.

CHI PARTECIPA

A quanto pare, il puzzle italiano si deve essere composto solo nelle ultime ore, da qui la decisione di comunicare infine la notizia anche alla stampa: oltre ad Adler, che vanta un fatturato di circa 2 miliardi di euro proveniente dal lavoro in 23 Paesi e che soprattutto ha già partecipato a operazioni fianco a fianco con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy come il rilancio della Dema (azienda aeronautica italiana in difficoltà), il quotidiano torinese riporta come parte della cordata Amedeo Felisa, ex direttore tecnico ed ex ad di Ferrari (2008–2016) e Aston Martin, ed Eugenio Razelli, ex Marelli. “A coordinare le relazioni esterne e le risorse umane della cordata è Giancarlo Tonelli, nel ruolo di senior advisor per garantire continuità e dialogo con istituzioni e partner strategici. Per la componente finanziaria, la cordata può contare sul finanziere milanese Massimo Pavan”, si legge.

E, soprattutto: “Il piano industriale della cordata prevede di garantire stabilità e continuità del fatturato di Italdesign (circa 330 milioni) per i prossimi due o tre anni, mantenendo le commesse principali con Audi, il cliente storico, e coinvolgendolo nelle decisioni sulle risorse da mantenere, compresa la figura dell’amministratore delegato, per assicurare continuità operativa e soddisfazione del cliente”.

IL GOVERNO PRONTO A SFODERARE IL GOLDEN POWER?

Una operazione che potrebbe concludersi con le buone, come pure con le cattive dato che dalla Stampa fanno sapere che pur di salvaguardare l’italianità dell’azienda ci sarebbe la possibilità di ricorrere all'”attivazione del Golden power, lo strumento che consentirebbe al governo di tutelare un asset strategico nazionale e di aprire un tavolo politico ed economico alternativo alla semplice cessione agli americani. Il Golden power non è solo uno strumento difensivo: diventa il cuore dell’iniziativa italiana, rafforzando la posizione negoziale della cordata e offrendo l’opportunità di riportare Italdesign sotto una governance più vicina all’ecosistema industriale nazionale”. Potere peraltro recentemente finito sotto la lente di Bruxelles in ambito bancario dato che l’iper attivismo dell’esecutivo italiano rischia di mettersi di traverso rispetto al dettato liberale dei trattati comunitari.

Torna su