Ankara compra 20 Typhoon da Londra.
Ieri la Turchia ha firmato un accordo da oltre 10 miliardi di dollari con la Gran Bretagna per l’acquisto di 20 nuovi Eurofighter Typhoon, una mossa che segna un punto di svolta nei rapporti tra Londra e Ankara e rilancia la corsa di Erdogan al riequilibrio militare regionale.
L’intesa è stata siglata lunedì a Istanbul dal premier britannico Keir Starmer, alla sua prima visita ufficiale nel Paese, e dal presidente Recep Tayyip Erdogan, che ha definito l’accordo un “momento epocale” e ha lasciato intendere la possibilità di ulteriori collaborazioni industriali nel settore difesa. Al programma Eurofighter partecipano quattro Paesi: Italia, Germania, Spagna e Regno Unito. A gestirlo sul piano industriale è il Consorzio Eurofighter a cui partecipano Leonardo (con il 21%), Airbus Group e Bae Systems.
Secondo un comunicato stampa condiviso dal governo di Downing Street, l’accordo dal valore fino a 8 miliardi di sterline è il più importante contratto degli ultimi 20 anni per quanto riguarda il portafoglio ordini britannico del caccia. Si tratta del primo nuovo ordine di Typhoon britannici dal 2017, precisa Defense News.
Lo scorso luglio Erdogan aveva dichiarato che Germania e Regno Unito hanno assunto una posizione favorevole sulla vendita degli Eurofighter alla Turchia, aggiungendo che Ankara intende finalizzare l’acquisto il prima possibile. In realtà era già da tempo che la Turchia è in trattative per l’acquisto degli Eurofighter Typhoon, ma nel 2023 i colloqui sull’acquisizione dei caccia fallirono a causa della riluttanza di Berlino ad approvare una licenza di esportazione, a causa di preoccupazioni relative alla politica estera del Paese.
Per il governo turco, l’accordo non si limiterà alla fornitura di velivoli ma comprenderà addestramento, munizioni e supporto logistico, elementi che contribuiscono a spiegare – almeno in parte – il prezzo record dell’operazione.
Tutti i dettagli
POTENZIARE LA FLOTTA TURCA
L’accordo renderà l’aeronautica militare turca il decimo operatore dell’Eurofighter Typhoon, sottolineando il ruolo costante del velivolo nella difesa aerea internazionale.
Il primo dei 20 Typhoon sarà consegnato nel 2030, con un’opzione per ulteriori acquisizioni. L’obiettivo di Ankara è chiaro: colmare il vuoto tecnologico che separa la propria aviazione dai rivali regionali come Israele, oggi la forza aerea più avanzata del Medio Oriente, dotata di F-15, F-16 e F-35 statunitensi (quest’ultimi puntati anche dalla Turchia, qui l’approndimento di Startmag: La Turchia pronta a mollare i russi S-400 per rientrare nel programma F-35).
IN ATTESA DEL CACCIA KAAN
La flotta turca, composta in gran parte da F-16, risente dell’età media dei velivoli e dei ritardi accumulati nel programma nazionale KAAN, il caccia stealth di nuova generazione sviluppato da Turkish Aerospace. In attesa della piena maturità del programma, Erdogan ha cercato soluzioni immediate: oltre ai Typhoon, nel 2024 Ankara si è assicurato un accordo da 7 miliardi di dollari con Washington per l’acquisto di 40 F-16.
Parallelamente, il Ministero della Difesa turco ha annunciato l’intenzione di acquistare altri 24 Typhoon, 12 ciascuno da Qatar e Oman, due Paesi già utenti del velivolo europeo. Secondo Reuters, Ankara punta a ricevere i primi jet di seconda mano per soddisfare le esigenze operative immediate, in attesa delle consegne britanniche.
LE RICADUTE PER L’ECONOMIA BRITANNICA
“Questo storico accordo con la Turchia è una vittoria per i lavoratori britannici, una vittoria per la nostra industria della difesa e una vittoria per la sicurezza della Nato”, ha dichiarato il primo ministro britannico Starmer.
In base agli accordi di divisione del lavoro dell’Eurofighter Typhoon, il 37% di ogni aereo viene prodotto nel Regno Unito mentre il resto viene prodotto dai Paesi partner del programma. Per quanto riguarda i posti di lavoro nel Regno Unito, coinvolgerà direttamente 6mila lavoratori Bae Systems nei siti di Warton e Samlesbury, dove avviene l’assemblaggio; oltre 1100 lavoratori nella regione sud-occidentale tra cui gli addetti di Rolls-Royce nel sito di Bristol; oltre 800 lavoratori in Scozia tra cui quelli dell’impianto di Leonardo a Edimburgo per la produzione dei radar.
UNA SCELTA TROPPO COSTOSA?
Non mancano le polemiche sul prezzo. L’analista di difesa Burak Yildirim ha definito l’accordo “scandalosamente alto” e “senza precedenti”, stimando un costo di circa 400 milioni di sterline per aereo, “prezzi da fregata”, rileva Reuters. Tuttavia, il valore dell’operazione va oltre il mero dato economico: per Londra, l’intesa consolida la cooperazione con un alleato Nato chiave: “A entrambe le estremità d’Europa, Regno Unito e Turchia sono fondamentali per affrontare le sfide del nostro tempo, e questo accordo consentirà alle nostre forze armate di collaborare ancora più strettamente”, ha evidenziato Starmer.






