India e Stati Uniti sembrano vicini a un’intesa commerciale che potrebbe rivoluzionare i loro scambi bilaterali. Secondo rivelazioni della testata indiana Mint, Washington potrebbe abbattere le tariffe sulle esportazioni indiane dal 50% attuale al 15-16%, in cambio di una graduale riduzione delle importazioni indiane di petrolio russo e di un’apertura maggiore ai prodotti agricoli americani come mais e soia non OGM.
L’accordo, discusso in colloqui tra il presidente Trump e il premier indiano Narendra Modi, potrebbe essere annunciato al vertice ASEAN di fine ottobre, con meccanismi di revisione periodica per adattarsi alle evoluzioni del mercato.
Queste indiscrezioni, corroborate da report di Bloomberg e CNBC, sottolineano come l’energia e l’agricoltura siano i pilastri della trattativa, mentre gli analisti avvertono di potenziali impatti sul settore agricolo indiano.
Le rivelazioni di Mint
Come rivela Mint, India e Stati Uniti sono a un passo da un accordo commerciale a lungo atteso, che ridurrebbe drasticamente le tariffe punitive del 50% imposte da Washington sulle esportazioni indiane.
Tre fonti anonime vicine ai negoziati confermano che il nuovo tasso potrebbe scendere al 15-16%, eliminando il 25% aggiuntivo introdotto dagli Usa ad aprile come ritorsione per le importazioni indiane di petrolio russo, che rappresentano circa il 34% del fabbisogno indiano di greggio.
Attualmente, la Russia copre il 34% delle importazioni del greggio indiano, mentre gli Usa forniscono solo il 10% del fabbisogno di olio e gas.
L’articolo di Mint evidenzia come i contorni principali dell’intesa siano già definiti, ma aree sensibili come energia e agricoltura richiedano un via libera politico per la firma finale, prevista entro novembre 2025 dal lato indiano.
Colloqui ad alto livello
I leader dei due Paesi stanno accelerando i negoziati: Trump ha discusso di commercio e energia con Modi in una telefonata martedì, come confermato dal presidente Usa e dal premier indiano su X.
Come scrive CNBC, né i ministeri del Commercio indiano né il rappresentante al Commercio Usa hanno commentato, ma le fonti di Mint indicano che l’annuncio potrebbe avvenire al vertice ASEAN in Malesia dal 26 al 28 ottobre, sebbene né Trump né Modi abbiano confermato la partecipazione.
I negoziati coinvolgono dal lato indiano il ministero del Commercio, quello degli Esteri e l’ufficio del Consigliere per la Sicurezza Nazionale.
Come riportato da Reuters, i progressi sono “eccezionali”, con una recente visita di funzionari indiani a Mosca per comunicare la riduzione delle importazioni russe, sebbene la Casa Bianca non abbia ancora eguagliato gli sconti offerti da Mosca.
Il ruolo centrale dell’energia
L’energia emerge come carta vincente nella trattativa, con l’India disposta a diversificare le fonti riducendo gradualmente gli acquisti di petrolio russo, come scrive Mint.
Washington ha posto la cessazione di queste importazioni come prerequisito, secondo quanto riportato dalla stessa testata. Il presidente Trump ha recentemente confermato in una telefonata con Modi l’impegno indiano a limitare tali acquisti, dichiarando: “Non comprerà molto petrolio dalla Russia. Vuole vedere la fine di quella guerra tanto quanto me”.
Come scrive Bloomberg, gli sconti sul greggio russo si sono ridotti da oltre 23 dollari al barile nel 2023 a soli 2-2,50 dollari a metà ottobre, rendendo più competitive le forniture Usa e mediorientali. Di conseguenza, l’India ha risparmiato solo 3,8 miliardi di dollari grazie a questi sconti, secondo Icra Limited citata da Bloomberg.
Il segretario al commercio indiano Agarwal ha dichiarato il 15 ottobre, come riportato da Mint, che New Delhi è aperta a incrementare le importazioni di greggio e gas Usa per altri 12-13 miliardi di dollari annui, purché i prezzi siano sostenibili per i raffinatori domestici.
Agricoltura e mercati
Parallelamente, l’accordo apre le porte a maggiori importazioni di prodotti agricoli americani non OGM, come mais e soia, per soddisfare la crescente domanda interna in settori come allevamento avicolo, lattiero-caseario ed etanolo.
Come rivela Mint, l’India potrebbe aumentare la quota annuale di mais Usa, mantenendo il dazio al 15%, in risposta alla caduta drastica delle esportazioni americane di mais verso la Cina: da 5,2 miliardi di dollari nel 2022 a soli 331 milioni nel 2024, con un calo generale delle esportazioni americane da 18,57 a 13,7 miliardi.
I negoziati includono anche importazioni di soia per consumo umano e zootecnico, sebbene permanga incertezza sulle riduzioni tariffarie per i prodotti lattiero-caseari Usa, come formaggi di alta gamma, una richiesta chiave di Washington.
L’intesa prevedrà un meccanismo di revisione periodica delle tariffe e dell’accesso ai mercati, forse annualmente, per adattarsi alle fluttuazioni, come indicato dalle fonti di Mint.
Contesto economico
Il commercio bilaterale tra India e Usa ha raggiunto un record di 132,2 miliardi di dollari nell’anno fiscale terminato a marzo 2025, in crescita del 10% annuo, con esportazioni indiane verso gli USA a 86,51 miliardi (+11,6%) e importazioni a 45,69 miliardi (+8%), secondo la India Brand Equity Foundation citata da CNBC.
Nel primo semestre, il volume ha toccato 71,41 miliardi, con esportazioni indiane in aumento del 13,4%.
Gli analisti vedono l’urgenza americana derivare dall’assertività cinese sul commercio, inclusa la restrizione sulle terre rare e il crollo delle importazioni di mais americano.
Ajay Srivastava di GTRI, citato da Mint, prevede tariffe al 16-18% per l’India, superiori al 15% per UE e Giappone ma inferiori al 20% per il Vietnam, accelerando l’accordo per alternative alle catene di fornitura cinesi.
Tuttavia, D.N. Pathak di SOPA avverte che aprire alle importazioni di soia Usa danneggerebbe i coltivatori indiani, già in difficoltà con i prezzi minimi di sostegno, potenzialmente deprimendo i prezzi domestici e scoraggiando la produzione locale.
Un esperto del settore mais, sempre su Mint, nota che, nonostante l’eccedenza etanolo indiana, l’apertura potrebbe favorire le esportazioni di etanolo indiane globali, ma a scapito dei prezzi interni del mais.
Implicazioni geopolitiche
Questo accordo non è solo economico, ma riflette una riconciliazione dopo tensioni, come le tariffe del 50% imposte da Trump ad agosto per le importazioni russe, che hanno raffreddato i rapporti bilaterali nonostante l’obiettivo di 500 miliardi di dollari di scambi entro il 2030 concordato a febbraio.
Come scrive Bloomberg, l’India è diventata il secondo acquirente mondiale di greggio russo dopo la Cina, importando 1,6 milioni di barili al giorno nel primo semestre 2025, contro i 50.000 del 2020.
La recente visita di Modi a Putin e Xi a Pechino è stata interpretata come segnale di autonomia strategica indiana, ma Trump ha ammorbidito i toni definendo Modi un “grande amico”.
Srivastava di GTRI raccomanda a New Delhi di difendere “linee rosse” su agricoltura, commercio digitale, e-commerce e proprietà intellettuale, evitando clausole anti-Cina che limitino l’autonomia.
Se finalizzato, l’accordo potrebbe rafforzare la partnership strategica tra Usa e India, ma richiederà equilibrio per mitigare impatti domestici, posizionando i due Paesi come alleati affidabili in un mondo multipolare.






