Skip to content

australia

Minerali, sottomarini e non solo: cosa faranno Usa e Australia per contenere la Cina

Gli Stati Uniti e l'Australia hanno firmato un accordo sui minerali critici e confermato l'impegno al patto Aukus sui sottomarini nucleari. Ecco quali sono le implicazioni strategiche di queste intese anti-Cina.

Lunedì il presidente Usa Trump e il primo ministro australiano Anthony Albanese hanno siglato alla Casa Bianca un accordo storico sui minerali critici e le terre rare, del valore iniziale di 8,5 miliardi di dollari, per ridurre la dipendenza dalla Cina, che domina il mercato globale di questi materiali strategici.

Nel contesto della rivalità con Pechino e delle tensioni nel Mar Cinese Meridionale, i due leader hanno anche confermato l’impegno nel patto AUKUS, rafforzando la cooperazione sui sottomarini a propulsione nucleare per garantire la sicurezza nell’Indo-Pacifico.

Il contesto

Come sottolinea il New York Times, l’incontro si colloca in un momento di crescenti tensioni con la Cina, che controlla gran parte delle riserve globali di terre rare e ha recentemente intensificato le restrizioni sulle esportazioni di minerali come gallio e germanio.

Come riporta Reuters, la Cina ha anche mostrato un atteggiamento aggressivo nell’Indo-Pacifico, con un recente incidente in cui un jet cinese ha rilasciato impulsi luminosi vicino a un aereo australiano nel Mar Cinese Meridionale.

In questo scenario, l’alleanza USA-Australia, forte di oltre 70 anni di storia, si rafforza come baluardo contro l’influenza di Pechino, con il patto AUKUS come pilastro per la sicurezza regionale.

L’accordo sui minerali critici e le terre rare

L’accordo denominato “United States–Australia Framework for Securing of Supply in the Mining and Processing of Critical Minerals and Rare Earths” rappresenta il risultato principale dell’incontro.

Come scrive Reuters, i due Paesi investiranno ciascuno 1 miliardo di dollari nei prossimi sei mesi per avviare progetti del valore di 8,5 miliardi di dollari, con un potenziale di 53 miliardi di dollari in iniziative future.

L’accordo mira a ridurre la dipendenza dalla Cina, che domina il mercato globale delle terre rare, essenziali per semiconduttori, veicoli elettrici e sistemi di difesa.

Tra i progetti annunciati, il comunicato del primo ministro australiano evidenzia l’Alcoa-Sojitz Gallium Recovery Project in Australia occidentale, che riceverà fino a 200 milioni di dollari australiani per produrre il 10% della fornitura globale di gallio.

Inoltre, il progetto Arafura Nolans nel Northern Territory, finanziato con 100 milioni di dollari, produrrà il 5% delle terre rare globali.

Secondo Bloomberg, l’accordo include misure come “prezzi minimi” per proteggere i produttori occidentali dalla manipolazione cinese dei prezzi.

Il Nyt cita Kevin Hassett, direttore del Consiglio Economico Nazionale, che sottolinea il ruolo dell’Australia nel rendere l’economia globale “meno esposta all’estorsione cinese”.

Il patto AUKUS e i sottomarini

L’incontro ha consolidato l’impegno nel patto AUKUS, siglato per contrastare l’espansione militare cinese.

Il patto AUKUS è un’alleanza strategica tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito, firmata nel 2021, per contrastare l’espansione militare cinese nell’Indo-Pacifico. Prevede, tra le altre cose, la fornitura di sottomarini a propulsione nucleare all’Australia e la cooperazione tecnologica tra i tre Paesi.

Come scrive Politico, Trump ha rassicurato Albanese dichiarando che AUKUS procede “a tutto vapore”, dissipando – sottolinea Reuters – i timori di un possibile ritiro statunitense dopo una revisione del Pentagono.

Come osserva Bloomberg, l’Australia acquisterà sottomarini a propulsione nucleare di classe Virginia dagli Usa entro il 2032 e collaborerà con il Regno Unito per sviluppare una nuova classe di sottomarini entro gli anni ’40.

L’Australia contribuirà con 2 miliardi di dollari per potenziare i cantieri navali americani e ospiterà sottomarini Usa nella sua base navale nell’Oceano Indiano dal 2027.

Il segretario della Marina statunitense, John Phelan, ha sottolineato l’intenzione di migliorare il quadro di AUKUS per chiarire ambiguità e ottimizzare i benefici, come sottolinea l’Associated Press.

Le implicazioni strategiche

Nonostante l’esito positivo, l’incontro ha registrato un momento di attrito. Come riportato da Reuters, Trump ha criticato l’ambasciatore australiano Kevin Rudd per commenti passati, dichiarando: “Non mi piaci e probabilmente non mi piacerai mai”.

Tuttavia, ciò non ha compromesso gli accordi. L’intesa sui minerali e il sostegno a AUKUS rappresentano una chiara risposta alla Cina, che, come nota Bloomberg, ha ribadito la sua opposizione a patti che creano “confronti di blocco”.

Trump, però, si è detto ottimista su un possibile miglioramento dei rapporti con Pechino, anticipando un prossimo incontro con Xi Jinping.

Prospettive future

L’accordo sui minerali critici e il rafforzamento di AUKUS segnano un passo avanti nell’alleanza USA-Australia, ma, come avverte Pini Althaus, imprenditore e dirigente minerario australiano citato dall’Associated Press, la Cina mantiene un vantaggio di 40 anni nella lavorazione dei minerali, e sviluppare alternative richiederà decenni.

La BBC sottolinea che l’entità del sostegno a lungo termine di Trump a progetti non basati negli Usa rimane incerta.

Tuttavia, come afferma Albanese nel comunicato ufficiale del suo ufficio, l’intesa testimonia la forza della partnership strategica tra i due Paesi, pronti a collaborare per affrontare le sfide globali.

Torna su