Secondo Mark Gurman, giornalista di Bloomberg noto per essere sempre molto informato su quanto accade nelle segrete stanze di Cupertino, Apple starebbe vivendo un vero e proprio psicodramma interno dato dall’impossibilità di raggiungere le Ai rivali.
APPLE HA PERSO IL TRENO DELL’AI?
I ritardi della Mela morsicata sono ormai palesi ed esplicitati non solo da diversi rinvii che hanno travolto anche Siri, uno degli assistenti digitali più noti al mondo della passata generazione di chatbot, ma anche dalle alleanze strette in fretta e furia da Apple con software house che vantano già soluzioni Ai pronte all’uso.
Se a questo ci si aggiunge che la Mela morsicata è stata pure tiranneggiata da Donald Trump che le ha di fatto estorto un maxi piano di investimenti da 500 miliardi per tirare la volata all’economia americana e contemporaneamente la sta costringendo a ridisegnare la geografia della propria filiera asiatica, si intuiscono le difficoltà vissute da Apple nell’ultimo periodo che non riesce a concentrarsi sull’Ai come e quanto vorrebbe.
L’APPLE FOUNDATION MODELS RIDOTTO A UN TORSOLO
Il giornalista di Bloomberg sottolinea come la divisione Apple Foundation Models anziché creare nuovi modelli a base di intelligenza artificiale abbia già perso una dozzina di ricercatori e, soprattutto, il proprio leader. Tra gli ultimi addii spicca quello di Ke Yang, responsabile del team Answers, Knowledge and Information che, proprio come Ruoming Pang (ex responsabile dei modelli IA di Apple) prima di lui è passato a Meta Platforms.
L’azienda di Mark Zuckerberg, è noto, da tempo ha intrapreso una campagna di scouting a dir poco aggressiva pur di mettere assieme nel più breve tempo possibile le migliori teste americane all’interno dei suoi Superintelligence Labs. Ma le porte girevoli che sembrano essere state installate all’ingresso del vivaio di Llm made in Cupertino non sarebbero mosse solo dalle offerte di lavoro che arrivano dalle Big Tech concorrenti: per Gurman sarebbero semmai evidente spia delle difficoltà interne in Apple.
L’EMORRAGIA DI INGEGNERI AI NON SI FERMA?
Anche perché, sostengono voci che paiono ben informate, altri dirigenti di alto livello della divisione di punta starebbero valutando di lasciare l’azienda. Un problema immane in vista dell’ormai prossimo debutto della nuova Siri sotto steroidi smart, attesa con l’aggiornamento iOS 26.4 previsto per la primavera 2026. E tra coloro che ne stanno collaudando le nuove funzioni sarebbero numerosi i timori e i dubbi circa le performance e le reali abilità dell’assistente virtuale, possibile spia del fatto che. nonostante gli sforzi compiuti fin qui, Apple non si sia ancora rimessa in carreggiata nella competizione delle Ai.
SIRI ZOPPICA VERSO IL SUO DEBUTTO
Già nei mesi scorsi era venuto fuori che il responsabile di Siri, Robby Walker, aveva definito i ritardi “imbarazzanti“. “È come un software patchwork, dove ogni pezzo sembra funzionare, finché non li metti insieme”, si sarebbe sfogato un ingegnere rimasto anonimo lasciando intendere che i lavori sul potenziamento di Siri nella prima metà di quest’anno fossero ancora in alto mare.
E così, inizialmente prevista con l’aggiornamento iOS 18.4 dell’aprile 2025 Siri “potenziata” dalla Ai era poi slittata all’iOS 18.5 di maggio e adesso inizia a imporsi il sospetto che potrebbe non essere pronta neppure la prossima primavera, perdendo l’ennesima finestra importante.
MOSSE E MOSSETTE INTERNE
Consapevole che l’Ai guiderà le scelte degli acquirenti nel prossimo futuro e che la fidelizzazione degli utenti rischia di essere messa in discussione a ogni tornata di nuovi device, Cupertino starebbe modificando gli organigrammi interni nel tentativo di trovare la quadra strategica di cui ha bisogno per tornare ad anticipare il mercato, anziché affannarsi a inseguirlo.
Gurman si concentra soprattutto sui continui ridimensionamenti subiti dal ruolo di John Giannandrea, ex uomo di punto di Google e da 7 anni in Apple oggi vicepresidente senior per l’intelligenza artificiale. Craig Federighi, a capo della divisione software, e Mike Rockwell, responsabile della realtà mista e del team Vision Products Group, lo avrebbero di fatto commissariato, mentre il progetto Siri passava sotto la divisione software e le attività di robotica venivano assegnate al reparto hardware.
Per Bloomberg con l’uscita di Yang, il resto del team Answers, Knowledge and Information verrà trasferito sotto la guida di Benoit Dupin, vice di Giannandrea. “Le continue partenze sottolineano l’instabilità all’interno del team di Apple nel settore dell’intelligenza artificiale”, prosegue l’agenzia di stampa, “in un momento in cui l’azienda deve recuperare terreno rispetto a OpenAI e Google, entrambe in rapida ascesa nell’intelligenza artificiale generativa e nella ricerca”. Un quadro che mette in luce che in Apple quando si prova ad accelerare sull’Ai non si sappia davvero dove sbattere la testa. E questa volta non si potrà nemmeno chiedere consiglio a Siri.






